venerdì 14 maggio 2010

La mafia nell'affare dei termovalorizzatori

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co





di Aaron Pettinari - 13 maggio 2010
Palermo. Turbativa d´asta, corruzione, concussione, falso, con l´aggravante del favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra. Sono queste le ipotesi di reato che il procuratore aggiunto Leonardo Agueci ed i pm Nino Di Matteo e Sergio Demontis stanno approfondendo nell'indagine, aperta contro ignoti, sui quattro termovalorizzatori che dovevano  
sorgere in Sicilia.

                      
                                                     Ieri mattina i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno eseguito un mandato di perquisizione e sequestro presso la sede dell' Agenzia regionale rifiuti e acque, in via Catania 2, su mandato della stessa Procura palermitana.
Un'operazione che è stata eseguita contemporaneamente anche presso le venti sedi presenti in altrettante città che hanno partecipato alla gara bandita nel 2002 attraverso le quattro associazioni temporanee di imprese. Le perquisizioni sono quindi scattate a Milano, Roma, Cagliari, Caltanissetta, Enna ed Agrigento. I finanzieri hanno recuperato una montagna di documenti, che adesso saranno esaminati.
Secondo gli inquirenti, per l'organizzazione mafiosa i termovalorizzatori sarebbero stati una grande occasione d´affari. I boss sarebbero riusciti a infiltrarsi in due delle associazioni temporanee di imprese che parteciparono al bando, attraverso l´Altecoen, del gruppo ennese Gulino, coinvolto in un´inchiesta antimafia a Messina.
L'indagine sui termovalorizzatori è nata in seguito a un esposto dell'assessore regionale all'Energia Pier Carmelo Russo, che è stato già ascoltato due volte dai magistrati di Palermo. A questi si è aggiunto il governatore siciliano Raffaele Lombardo che ieri, a sorpresa – l'interrogatorio era stato fissato per oggi - si è presentato al palazzo di giustizia per parlare, come persona informata sui fatti, di una vicenda di infiltrazioni da lui stesso denunciata pubblicamente davanti all'Assemblea Regionale Siciliana e alla Commissione parlamentare sui Rifiuti.
Tra gli atti del fascicolo aperto dagli inquirenti vi sarebbe anche il verbale di audizione dell'ex governatore Cuffaro e del direttore generale dell'Arra, Crosta, davanti alla commissione parlamentare d´inchiesta sul ciclo dei rifiuti. La Procura di Palermo ha deciso di tornare a esaminare tutta la questione, a partire dal bando gestito dall´Arra, che sarebbe stato viziato da varie anomalie, come già rilevato dalla stessa Unione Europea, che ne aveva bocciato gli intenti. Fra le società visitate ieri dalla Guardia di Finanza c´è la società milanese Actelios, che in una nota precisa: «Actelios, insieme alla capogruppo Falck, alla controllata Elettroambiente e alle Società Progetto, attive nella realizzazione dei "tre sistemi di gestione integrati per l´utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani al netto della raccolta differenziata prodotta nei Comuni della Regione siciliana" comunica di aver consegnato alla Guardia di Finanza tutta la documentazione inerente la partecipazione alle procedura ad evidenza pubblica del 9 agosto 2002». Fra le società che facevano parte delle Ati c´era anche Amia spa, l´azienda igiene ambientale di Palermo.

FONTE:
-http://www.antimafiaduemila.com/content/view/28194/78/


0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...