giovedì 23 settembre 2010

Parlamento pulito, in Senato ritorna la proposta di legge di Beppe Grillo

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In commisisone a palazzo Madama tornano le 350mila firme di cittadine e  cittadine che hanno detto sì a una politica senza condannati

A pochi giorni dall’evento di Cesena – la nuova Woodstock grillesca per  cui gli organizzatori prevedono l’arrivo di almeno 70 mila persone nella  città romagnola – la commissione Affari costituzionali del Senato  ritira fuori dai cassetti le 360mila firme della proposta di legge del  Movimento 5 Stelle per un “Parlamento pulito”.


“Questo ddl – afferma il presidente della commissione, Carlo Vizzini  (Pdl) – proprio come ha scritto il Fatto (il 9 settembre scorso, ndr),  essendo già alla seconda legislatura, rischia di morire e perdersi per  sempre. Per il rispetto che dobbiamo ai 360mila cittadini che hanno  firmato, la commissione ha deciso di riprenderlo in esame”. Insomma,  dopo l’articolo del Fatto – che spiegava come una proposta di legge  popolare resta in vita per due legislature prima che le firme vengano  portate in un polveroso archivio   parlamentare – i senatori hanno  ricominciato a discutere del provvedimento che chiede: un Parlamento  senza condannati (in via definitiva, o anche in primo grado se si tratta  di mafia), un limite di due mandati per onorevoli e senatori e la  reintroduzione delle preferenze.

IL rischio grosso dell’archiviazione è diventato concreto quando la poltrona di Palazzo Chigi   su cui è seduto
 Silvio Berlusconi  ha cominciato a scricchiolare con la scissione del Pdl. Un rischio  niente affatto scongiurato, ma Vizzini prende un impegno: “Speriamo di  ricongiungere questa proposta di legge al dibattito complessivo sul  sistema elettorale. Altrimenti tenteremo di rimandare alla discussione  in   Aula, comunque, quei tre punti toccati da quest’iniziativa di legge  popolare”. I tempi sono tiranni, ma Vizzini avverte: “Purtroppo il  dibattito su questo provvedimento non può essere breve: andranno fatte  altre audizioni tecnico-giuridiche, penso fra gli altri al procuratore  nazionale Antimafia Piero Grasso. Perché, ad esempio   ,  personalmente non sono certo che la reintroduzione delle preferenze sia  un fatto completamente positivo, soprattutto in alcune aree del Sud”.

Beppe Grillo, dal canto suo, commenta così: “Non vorrei aggiungere  altre parole, vorrei cominciare a vedere   qualche fatto. Io sono andato  a parlare con questi signori, ho fatto la vittima, ho fatto di tutto.  Se questa legge popolare finirà in Parlamento mi aspetto che il primo  firmatario possa andare a spiegare che cosa quel testo contiene. Se sarò  interpellato dai senatori, quindi, andrò volentieri”. Se, però, la  discussione ripresa   in commissione non dovesse portare a nulla, se la  proposta di legge popolare finirà in soffitta con una fine prematura  della legislatura? Il comico Beppe si trasforma nel Grillo mannaro di  sempre: “Pazienza, ma non finiranno in nessuna soffitta, andremo a  riprendercele noi quelle firme”.

dal Fatto Quotidiano 


FONTE: http://stopthecensure.blogspot.com/

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