venerdì 2 luglio 2010

Afghanistan, talebani attaccano ong statunitense a Kunduz: 11 morti

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Il portavoce dei talebani Mujahid ha rivendicato l'attacco: «Questo è il nostro benvenuto al generale David Petraeus»



La sede della Dai dopo l'attacco (AP Photo)



ROMA (2 luglio) - È di undici undici morti, fra cui un cittadino tedesco, un britannico e un filippino, il bilancio dell'attacco sferrato la notte scorsa da un commando di sei talebani, alla sede della organizzazione non governativa statunitense Development Alternatives Inc (Dai) a Kunduz City, capoluogo della omonima provincia settentrionale afghana. Del commando facevano parte anche alcuni kamikaze. L'attacco ha inoltre causato il ferimento di trenta persone. Il capo della polizia provinciale, Abdul Razaq Yaqoubi, ha detto ai media che tutti e sei i membri del commando sono morti dopo uno scontro a fuoco durato oltre quattro ore.


L'alto ufficiale ha precisato che un kamikaze si è fatto esplodere davanti alla sede della Dai, utilizzata dall'organizzazione UsAid per le opere di ricostruzione post-conflitto, permettendo agli altri talebani di penetrare nell'edificio, dove vi è stata una seconda esplosione causata da un secondo suicida. Il governatore di Kunduz, Muhammad Omar, ha detto che i guerriglieri entrati nell'edificio avevano armi automatiche, bombe e mitragliatrici. Oltre ai sei attentatori e ai tre cittadini stranieri, tutti dipendenti dell'ong, hanno perso la vita anche due guardie di sicurezza afghane.


L'attacco è stato rivendicato dai talebani ed il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, ha precisato che «sei nostri militanti armati hanno ucciso le 52 persone che si trovavano all'interno dell'edificio». Nelle loro rivendicazioni i talebani sono soliti fornire bilanci di vittime che non corrispondono alla realtà. Mujahid ha anche detto che «questo è il nostro benvenuto al generale David Petraeus», nuovo comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza. In un comunicato sull'accaduto, l'Isaf ha sostenuto che con questo gesto i talebani hanno mostrato «la loro intenzione di impedire ogni progresso e evidenziato che il loro vero obiettivo è di fare i propri interessi più che quelli del popolo dell'Afghanistan».
fonte:
http://www.ilmessaggero.it/

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