venerdì 16 luglio 2010

Salvatore e Rita Borsellino: Lottare uniti per raggiungere la verita'

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Presentate questa mattina le iniziative per il 18esimo anniversario della strage di Via D'Amelio
di AMDuemila - 16 luglio 2010
L'importanza di resistere e lottare insieme, per raggiungere la verità sulle stragi dei primi anni Novanta che hanno segnato il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, fondato sul sangue di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tanti, troppi innocenti.
E' un messaggio di unione quello lanciato da Rita e Salvatore Borsellino, fratelli del giudice assassinato nel luglio del 1992, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Palermo,                         



presso la sede del movimento politico “Un'altra storia”. E un invito alla denuncia della società civile tutta, per una giustizia che a distanza di 18 anni non è stata ancora raggiunta.

L'incontro è stato organizzato per presentare il programma delle diverse iniziative (www.19luglio1992.com - www.unaltrastoria.org) che si terranno a Palermo tra domani e il prossimo lunedì, in occasione della commemorazione della strage di Via D'Amelio. E ha visto la partecipazione di Massimiliano Lombarbo, presidente dell'Associazione “Itaca”, che insieme a “Un'altra storia” ha organizzato una delle conferenze inscaletta, alla quale parteciperà il Presidente dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo Martin Schultz. Il politico al quale Silvio Berlusconi diede del “Kapo”.



“L'idea di invitare Schultz – ha spiegato l'eurodeputata del Pd Rita Borsellino – è nata dalla volontà di dare un segnale di vicinanza dell'Europa nella lotta alle mafie”. Perché “riportare in Europa questa battaglia e la giusta consapevolezza della lotta alla criminalità organizzata è un nostro impegno”. Come quello “di continuare a lottare in uno dei momenti più difficili per la nostra democrazia, anche peggiore del 1992 quando eravamo convinti di avere una visione più chiara e ci illudevamo che certe persone potessero essere dalla nostra parte prima di accorgerci per ci stavano prendendo in giro”. La chiara allusione è ai tanti uomini delle istituzioni che dopo la riapertura delle indagini sulle stragi hanno rilasciato dichiarazioni a dir poco tardive. E in particolare in seguito alle dicharazioni di Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, al quale accenna Salvatore Borsellino: “Sono stato accusato di vilipendio di cadavere perché ho parlato con lui – dice – ma per avere la verità sulla strage di Via D'Amelio parlerei anche con Totò Riina”.


Sul significato delle manifestazioni organizzate a Palermo Borsellino si è poi soffermato a lungo, parlando a nome del movimento delle “Agende Rosse” e sottolineando l'importanza della denuncia e della protesta, non senza accennare a quella trattattiva tra Cosa Nostra e lo stato “nella quale mio fratello si era messo di traverso”. “Oggi – ha gridato – con la sentenza di Cassazione che ha prosciolto il tenente colonnello Giovanni Arcangioli (era accusato di furto aggravato dell'agenda del giudice) si è arrivati addirittura a mettere in dubbio l'esistenza dell'agenda rossa e allora dovrebbero denunciare la mia famiglia per falsa testimonianza”.


Entrando nel merito dello svolgimento delle attività Salvatore Borsellino ha quindi rinnovato il rispetto del movimento per le istituzioni, “ma non vogliamo passerelle in Via D'Amelio – ha apostrofato - e anche quest'anno le Agende Rosse non permetteranno a certi politici di venire a deporre corone di fiori che dovrebbero portare sulla tomba di Mangano, il loro eroe”.
Ricordando i grandi successivi investigativi raggiunti dalla magistratura, “nonostante un governo che rema contro”, ha poi evidenziato ancora una volta l'importanza di “sostenere i magistrati che portano avanti quelle indagini e che sempre di più rischiano, oltre alla vita, gli attacchi delegittimanti provenienti dalle istituzioni e l'isolamento”. D'accordo la sorella Rita che gli ha fatto eco: “Dobbiamo essere vicini a questi magistrati che rischiano la vita e la solitudine per fare luce sulle stragi”. 
Nel corso della conferenza Massimiliano Lombardo ha tenuto a specificare i motivi per cui l'associazione da lui rappresentata non prenderà parte alla marcia organizzata dalla Giovane Italia, l'organizzazione giovanile del Pdl che si è dissociata dal coro di solidarietà seguito alla sentenza  contro Marcello Dell'Utri, condannato in appello a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. “Abbiamo apprezzato il gesto di questi ragazzi – ha detto Lombardo – ma non parteciperemo ad una manifestazione alla quale sono stati invitati Maurizio Gasparri e Domenico Nania”.
D'accordo Salvatore e Rita Borsellino, che ha ricordato il titolo della conferenza organizzata per domani “Non tutto è finito”, una parafrasi della frase pronunciata dal giudice Antonino Caponnetto in seguito alla strage di Via D'Amelio (“E' finito tutto”). “Caponnetto – ha ricordato l'eurodeputata – è stato il primo a rappresentare un esempio di speranza per i tanti giovani con cui parlava in tutta Italia. E noi dobbiamo continuare a batterci fino a che non ci saranno verità e giustizia”. Poi ha concluso ricordando le parole del fratello Paolo: “Abbiamo l'obbligo di cambiare qesta società ed ognuno con il suo ruolo. Dobbiamo costruire questa Palermo sempre più bellissima e sempre meno disgraziata”. E “Paolo – ha conluso Salvatore – sarà con noi in Via D'amelio quando Marilena Monti leggerà la poesia dedicata a lui”.

VISITA:  www.19luglio1992.com - www.unaltrastoria.org 


FONTE: http://www.antimafiaduemila.com/

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