giovedì 8 settembre 2011

Biodiversità e vivisezione: lo spirito di Rio

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co

Del Dr. Werner Nussbaumer
Vorrei in questo mio intervento fare delle riflessioni su quanto sta accadendo in questi ultimi anni nell'ambito della manipolazione di esseri viventi da parte dell'uomo in generale e di quella genetica in particolare,  in relazione alla vivisezione.
Questi due temi: manipolazione della vita da parte dell'uomo e vivisezione sembrano, a prima vista, estranei, in quanto la genetica si dedica spesso alla creazione artificiale di nuove forme di vita sia vegetale che animale, mentre la seconda distrugge milioni di vite animali per apparentemente far beneficiare delle pseudo-scoperte, una solo specie vivente: l'umano.
Inoltre,  tanto  si  è  parlato  di  biodiversità  in  occasione  del summit di Rio. Il Trattato sulla Biodiversità è stato firmato da oltre 150 Paesi. Concretamente, cosa contiene questo documento? Innanzi tutto, viene definito cosa si intende per diversità biologica. Essa comprende tutte le varietà di geni, specie ed ecosistemi che si trovano sulla Terra. Ovvero, sono incluse tutte le forme di vita, da quella vegetale a quella animale, inclusi i microorganismi, assieme al loro habitat, la terra, l'acqua, l'aria nella quale vivono. Esistono almeno 5 milioni di specie diverse, mentre si ipotizza che siano quasi 100 milioni le specie a noi ignote.  E' invece noto a tutti che stiamo attualmente depredando questa risorsa che è la biodiversità, distruggendo la Natura, inquinandola, sfruttandola e introducendo geni in modo innaturale, quando lo stesso trattato ammette che le risorse biologiche soddisfano le nostre esigenze basilari: ci cibano, ci vestono, ci offrono materiale da costruzione, ci curano, soddisfano pure le nostre esigenze spirituali.
Si ammette che le risorse biologiche sono una ricchezza inestimabile e insostituibile, le uniche a garantirci l'esistenza futura. Pertanto, la biodiversità, oltre all'interesse scientifico e alle ragioni etiche,  comporta  un autentico interesse economico a lungo termine. Forse troppo lungo per certi speculatori!
Tutte le forme di vita del nostro pianeta hanno la medesima origine, ciò è dimostrato dalla stessa struttura del materiale genetico, simile a tutte le piante ed in tutti gli animali. A partire dalle prime cellule viventi, apparse probabilmente 3 miliardi di anni fa, si sono via via diversificate al punto che oggi tale  diversità  supera  ogni  nostra  immaginazione.  Essa  è conseguente all'adattamento dell'essere vivente alle condizioni ambientali del nostro pianeta. Questa diversità biologica è pure il principale fattore delta sopravvivenza di alcuni organismi ai cambiamenti, a volte molto traumantici, che si sono susseguiti nel corso della storia terrestre. Si sono create delle interattività biologiche, delle quali la catena alimentare è la più nota, che sono estremamente complesse e molto delicate. A volte basta spezzare la catena per compromettere l'esistenza di centinaia  di  specie,  inclusa  quella  umana.  Per esempio, nella  grande  baia  di  Chesapeake sull'Atlantico,  le ostriche americane sono diminuite del 99 per cento dal 1870. Esse erano in grado di filtrare tutta l'acqua della baia nell'arco di tré giorni. Ora, le ostriche rimaste fanno lo stesso lavoro in un anno, con la conseguenza che l'acqua è divenuta torbida e povera di ossigeno. L'abbondante pescosità della baia è distrutta per sempre, mentre l'attività umana, una volta fiorente, è stata rovinata nel breve spazio di due generazioni. Le foreste di mangrovie dell'Indonesia, svendute agli interessi giapponesi, sono destinate alla produzine di polpa di legno quando è noto che le stesse sono di capitale importanza per la produzione ittica della regione.  Produzione che vale quasi sette volte il valore della polpa di legno di mangrovia. Gli anfibi  sono  importanti  indicatori  ambientali.  Il  rapido  declino della popolazione di rane in India (non dimentichiamo che una rana adulta è in grado di consumare il proprio peso in insetti al  giorno),  causato da  un  commercio  mondiale  di  cosce  di rana e dall'uso indiscriminato di pesticidi, che uccidono le rane ancor più che gii insetti, hanno reso l'agricultura dipen-
dente dalle costose tecnologie moderne.
Ora,  purtroppo,  l'umano  ha  raggiunto  un  livello  tale  di "progresso" che ha ormai perso quel legame stretto con la natura che lo ha sempre caratterizzato nel passato. Dal sopravvento dell'"io" materialista, l'umano ha cominciato a saccheggiare, delapidare e distruggere un patrimonio di miliardi di anni di evoluzione. Questo olocausto si è vieppiù sviluppato parallelamente alle scoperte tecniche, al punto che ora ci troviamo a minacciare ogni forma di vita del pianeta, distruggendo quelle più deboli e indebolendo quelle più forti o adattabili. La biodiversità è molto più minacciata oggi che 65 milioni di anni fa, quando si estinsero i dinosauri. Perdiamo così la  diversità  biologica  del  Pianeta,  un  potenziale  ed  una  ric-
chezza insostituibili in un breve arco di tempo, durante il quale l'umano è stato capace, per mero profitto e insaziabile avidità, di rendere insicura resistenza delle generazioni future.
Come nessuna rosa assomiglia alla sua vicina, nessun passero è l'immagine perfetta dei suoi congeneri, così nessun umano è identico all'altro anche se si tratta di gemelli monoovulari.  Questa  differenza  è  dovuta  principalmente all'ambiente che ci circonda. Esso modella, influenza in modo preponderante lo sviluppo della vita animale e vegetale.
Questa adattabilità è dovuta ai messaggi genetici contenuti nelle  cellula.  Purtroppo,  l'umano  sta  manipolando  anche questo codice intrinseco che sta alla base della nostra vita.
Inquinando i messaggi genetici, egli sta per sovvertire un ordine,  una stabilità antica di millenni,  spesso in  maniera irreversibile!  Rovinando;  sovente alla cieca,  codici genetici, immettendo   sostanze   estranee   alla   vita   fabbricate artificialmente,  l'umano  rischia  di  causare  la  perdita  di informazione genetica che potrebbe risultare importantissima in un futuro durante il quale avverranno ciclici cambiamenti ambientali. Certe ricerche, alla cui base non v'è la volontà di conoscere, di capire, bensì lo sfruttamento economico o
l'efficienza, spregiando le più elementari leggi dettate dalla natura, sono da abolire!
Certi ricercatori, impregnati da una cultura sedicente scientifica, la stessa che giustifica la barbara e gretta usanza della vivisezione, costituiscono in laboratorio nuovi e innaturali oggetti viventi. Tali esseri non avrebbero mai potuto vedere la luce se l'evoluzione fosse continuata in modo naturale. Essi sono talmente manipolati nella loro struttura genetica che, per sopravvivere e svilupparsi, necessitano costanti cure artificiose. Per esempio, nel campo vegetale sono stati "costruiti" nuovi prodotti, che ci vengono propinati quali grandi traguardi della scienza, panacee contro la fame, ma che spesso altro non sono che ottimi affari commerciali, non per altro essi vengono brevettati. Alcuni esempi: gli Ifugao dell'isola di Luzon nelle Filippine conoscevano oltre 200 varietà diverse di patata dolce, negli ultimi 50 anni, gli agricoltori indiani hanno piantato oltre 30.000 varietà diverse di riso, i contadini della valle Tulumayo in Perù coltivano 180 varietà diverse di patate. Eppure, davanti a tanta ricchezza e varietà, tutte adattate dall'uomo col passare dei secoli per rispondere alle esigenze micro-climatiche e dei terreni, si arriva oggi a produre varietà, sicuramente più redditizie ed efficienti, ma che sono deboli, spesso sterili, e devono continuamente subire trattamenti chimici per proteggerli da parassiti e vengono concimate artificialmente. Certo le grandi transnazionali hanno così ottenuto i classici due piccioni con una fava: vender i loro veleni chimici e i machinari per distribuirli, e rendere i pesi più poveri dipendenti della tecnologia dei ricchi. Il risultato è che
in Indonesia, per esempio, sono già sparite 1.500 varietà locali di riso e che quasi 3/4 delle odierne piante di riso discendono da una singola pianta materna. All'attuale ritmo di piantagione, s» prevede che entro il 2005, 3/4 di tutte le piantagioni indiane saranno seminate con solo 10 varietà diverse di riso.
Tale uniformità, tale appiattimento genetico, è estremamente vulnerabile davanti a nuove malattie e parassiti resistenti ai prodotti chimici. Molti sapranno ciò che è successo in Irlanda nel 1846, quando venne a mancare il raccolto della mono-cultura di patate; morirono mezzo milione di persone, mentre 1 milione fu costretto ad emigrare. Più recentemente, nel 1991, il  cancro  degli   agrumi   e  altre   infestazioni,   devastarono   le   culture di arance in Brasile. Non è un caso che rimasero illese le varietà più adattate all'ambiente locale.
Anche il mondo animale non è immune a questo livellamento.
Diverse decine di specie di salmoni endemici della costa nord-ovest dell'America sono estinti per far posto a nuove varietà che però possono riprodursi unicamente in cattività. I salmoni di allevamento hanno cosi interamente soppiantato le tante varietà di una volta, creando una fragile mono-cultura.
E' chiaro il disegno delle transnazionali, le stesse che usano la vivisezione per il cosiddetto "bene dell'umanità". Controllare la base genetica dei prodotti alimentari sulla Terra, rendere gli agricoltori dipendenti da tecnologie e dalla chimica moderna, razionalizzare le produzioni agricole, rovinare i piccoli produttori che non riescono a vendere i loro prodotti meno efficienti, appiattire la produzione dei generi alimentari, sia di origine vegetale che animale, e controllare cosi l'intero mercato mondiale dell'alimentazione.
Come vedete, dietro alla "scienza moderna", la stessa che considera la vivisezione e la manipolazione genetica due cardini della ricerca, si cela un perverso meccanismo liberticida di potere. Non si deve confondere la ricerca genetica con la manipolazione. Come non si confonde la ricerca medica con la vivisezione. Vanno determinati e regolamentati i valori etici e scientifici  che  stanno  dietro  alla  ricerca  genetica.  Fino a quando non sapremo distinguere chiaramente questi valori, è necessario frenare qualsiasi forma dubbia di ricerca. Vanno abolite tutte le forme di sfruttaménto economico di tate ricerca, a cominciare con la non-brevettabilità dei prodotti della genetica. È' necessaria una moratoria sulla ricerca dubbia, mentre va abolita quella che manipola la vita, soprattutto quella umana! Non è soltanto in gioco   la verità e l'etica scientifica, bensì la stessa sopravvivenza del genere umano, in quanto una logica basata sull'avidità e la distruzione della vita, quali la vivisezione e il suo figlio legittimo, la manipolazione genetica, non può che portare a situazioni pericolosamente incontrollabili. Quale medico anti-vivisezionista denunciò  queste  attività  come  assolutamente  antiscientifìche  e come crimine contro la vita.
E'  importante  ora  sensibilizzare  la  popolazione,  rendere coscienti e dire la verità. Questo, senza lanciare anatemi o imbarcarsi in crociate, i nostri sono argomenti del tutto razionali, basati su conoscenze scientifiche e dimostrate. A questo si aggiunge l'etica medica che ci vieta la distruzione o stravolgimento della vita per fini non terapeutici o alimentari quali sono la vivisezione e la manipolazione genetica. E" nostro compito tutelare la vita e rispettarne le leggi. Come non possiamo evitare la morte, non dobbiamo costruire vite artificiali.
I religiosi considerebbero giustamente blasfemi coloro che si sostituiscono alla volontà divina. La vita rimane un mistero e non è certo con simili pratiche da apprendista stregone che potremo apprezzarne e conoscerne i più intimi segreti.
Concludo, ritornando sullo spirito di Rio. Quello vero, autentico, che ho sentito pulsare tra i tanti presenti, non in qualità di capi di stato,  bensì quali rappresentanti di organizzazioni non-governative. Lo spirito di Rio pulsava al Flamengo Park, al Global Forum, dove i più umili e i più poveri hanno potuto, finalmente, riunirsi e capire che i problemi del nostro pianeta non potranno essere risolti imponendo un modello di sviluppo ad un altro. La storia ci ha insegnato che i popoli delle Americhe, dell'Oceania, dell'Asia e dell'Africa, avevano imparato a convivere con la Natura, rispettandola e amandola. Siamo noi occidentali, piccola minoranza (a Rio si è capito che lo siamo), che imponiamo il nostro modello di sviluppo al resto del mondo. Modello basato sul profitto, sulla crescita, sulla tecnologia, ma anche sull'avidità, I'"io" materialista, la mancanza di visioni di largo respiro e al contempo l'ignoranza dei propri limiti, come pure la mancanza di un'autentica e profonda spirituralità. Il risultato è agli occhi di tutti: siamo sì in grado di raggiungere pianeti senza vita, ma siamo anche, noi terrestri. per la prima volta, da quando l'umanità esiste, capaci di distruggere l'unico pianeta vivente a noi noto. E questo, anche grazie all'aberrazione che noi, qui riuniti quest'oggi cerchiamo di sconfiggere.
Dire no alla vivisezione ed alla manipolazione genetica vuol dire sì alla vita ed al suo sviluppo.

- John C. Ryan Life Support: Conservino Biologica/ Diversity, Worid-watch Paper 108, Washington, Aprii 1992;
- TTie Global Partnership for Environment and Development, UNCED, Geneva, Aprii 1992;
- Caring for thè Earth, IUCN, UNEP, WWF, Fland, October 1991
- Thè New Encyclopaedia Britannica - 15th Edition, Chicago 1982

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...