Settimana decisiva per intercettazioni e rinnovo Csm. Battaglia per evitare che il centrodestra abolisca la norma Falconedi LIANA MILELLA
ROMA - Csm e intercettazioni. È la settimana dell'ultima sfida. Destinata a incidere sui rapporti tra Fini e Berlusconi. E su quelli tra Berlusconi e il Quirinale che, sul rinnovo del Csm, è già intervenuto ben quattro volte non lasciando margini per rinvii. La tabella di marcia è segnata dalle scadenze: giovedì 29, sul Colle, si terrà la cerimonia di saluto dei consiglieri uscenti, 16 togati e otto laici. La consegna di una medaglia chiuderà un'attività di quattro anni. Scelti sotto il governo Prodi nel 2006, passano la mano nel difficile momento dell'inchiesta P3, la cui ombra si allunga pure sul lavoro di alcuni di loro per via dei colloqui e delle pressioni del faccendiere Lombardi.Per quella data, il nuovo Csm dovrebbe essere al completo, con i laici che le Camere potrebbero votare già domani o al massimo giovedì. Ma i giochi sono in alto mare, con il Pdl ostinato a imporre il suo candidato, l'ex presidente della Consulta Annibale Marini, l'Udc schierato con Michele Vietti, l'Idv deciso a starne fuori e disposto a eleggere solo i suoi candidati (Grevi, Zagrebelsky, Borrelli, Cordero, Tinti), il Pd pronto a proporre un nome di alto prestigio a sorpresa che, per il suo alto livello, non dovrebbe trovare alcun niet preventivo e raccoglierebbe il pieno consenso dei togati. Ma il Pdl è deciso a imporre il principio di una poltrona che, nel pieno di una legislatura dominata dal centrodestra, per "una questione di democrazia", spetta al centrodestra. Con la minaccia di un rinvio a settembre. Che costringerebbe gli uscenti a restare al loro posto, anche se Napolitano ha inibito loro la possibilità di trattare questioni delicate.
fonte : http://www.repubblica.it/

0 commenti:
Posta un commento