di Raffaella Cosentino - Redattore Sociale
A un anno dalla frana di Giampilieri che causò 37 morti, la rete No Ponte chiede di spostare i fondi pubblici destianti alla costruzione del Ponte. Adesioni da tutta Italia, proteste comuni con No Tav e No tunnel. La mobilitazione sbarca a Roma.
“I soldi del Ponte per la messa in sicurezza del territorio” è lo slogan della manifestazione No Ponte prevista per sabato 2 ottobre a Messina, in occasione dell’anniversario della frana di Giampilieri che causò 37 morti. Il premier Berlusconi ha detto in aula a Montecitorio che il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto sarà pronto a dicembre. Ma sulla sponda siciliana la mobilitazione è cresciuta durante l’estate, in concomitanza con l’avvio delle trivellazioni, partite a giugno, per sondare il terreno su cui dovrebbero sorgere le basi del ponte.
Sono sondaggi ad azoto liquido e carotaggi costati milioni di euro, denunciano i No Ponte attraverso una mobilitazione che negli ultimi mesi è andata crescendo. La rete ha aggregato il malcontento dei cittadini di Torre Faro e Capo Peloro, l’estrema punta nord della Sicilia su cui sorge un quartiere di Messina densamente popolato dove le case rischiano l’esproprio per fare spazio alla base del pilastro siciliano. Un corteo contro le trivelle a Torre Faro ha visto sfilare circa 4mila partecipanti. Un’altra mobilitazione ha portato ad unire le richieste dei No Ponte con quelle dei precari della scuola, giunti da tutto il Sud per manifestare a Messina con il blocco dello Stretto. Poche settimane fa, i manifestanti hanno occupato i binari e protestato anche all’imbarco dei traghetti. A fare confluire i due movimenti è l’idea comune che i soldi pubblici per il Ponte vengano sottratti ai servizi essenziali, come la sanità, la scuola e la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.
Si è svolto ieri sera a Giampilieri un incontro organizzato dalla testata giornalistica “Tempostretto” sui lavori nelle zone colpite dalle frane il 1 ottobre 2009, alla presenza dell'ing. capo del Genio Civile Gaetano Sciacca, del capo della Protezione Civile per Messina Bruno Manfrè e dei tecnici del Comune e della Provincia, che hanno descritto gli interventi fin qui messi in opera. Secondo quanto afferma la rete No Ponte “per completare gli interventi occorrerebbero altri 170 milioni (oltre i 120 già spesi, di cui l'80% circa per le opere sul territorio e il 20% per i rimborsi)”. I manifestanti affermano quindi che “non si può parlare, allo stato attuale, di una situazione di sicurezza”.
Tantissime le adesioni per la manifestazione di sabato da parte di associazioni e sindacati, tra cui la Cgil Sicilia e Calabria, con autobus organizzati da tutta la Sicilia e da tutta Italia. Con un documento condiviso, Rete No Ponte, No Tav Val di Susa e NoTunnelTav Firenze uniscono le manifestazioni che si svolgeranno a Messina, Firenze e Val di Susa nei prossimi giorni. La mobilitazione varca lo Stretto e arriva fino alla capitale con due giorni, oggi e domani, all’insegna dello slogan “ Contro il Ponte ci metto la faccia”. Protagonisti dell’iniziativa sono gli attivisti dell’associazione antimafie daSud Onlus che a luglio srotolarono uno striscione contro il ponte dalla scalinata di Piazza di Spagna. “ Perché questo Ponte non passi sulle nostre teste, mettiamoci la faccia. Realizziamo insieme un video: raccogliamo le voci della strada in presa diretta, il parere della gente della città, di chi ha qualcosa da dire sul futuro del Sud e del Paese” scrivono gli organizzatori del video box in cui registrare il proprio messaggio di rifiuto del Ponte. Per raccogliere facce e opinioni No Ponte, una telecamera itinerante andrà in giro domani per le strade di Roma. Giovedì sera è stato organizzato un aperitivo tematico per unire i sapori delle due sponde di Sicilia e Calabria con l’anteprima del video delle testimonianze raccolte. “Un coro di voci che si unirà al corteo del 2 ottobre a Messina. E che diventerà un pezzo della campagna per la messa in sicurezza del territorio” si legge in una nota.
Sono sondaggi ad azoto liquido e carotaggi costati milioni di euro, denunciano i No Ponte attraverso una mobilitazione che negli ultimi mesi è andata crescendo. La rete ha aggregato il malcontento dei cittadini di Torre Faro e Capo Peloro, l’estrema punta nord della Sicilia su cui sorge un quartiere di Messina densamente popolato dove le case rischiano l’esproprio per fare spazio alla base del pilastro siciliano. Un corteo contro le trivelle a Torre Faro ha visto sfilare circa 4mila partecipanti. Un’altra mobilitazione ha portato ad unire le richieste dei No Ponte con quelle dei precari della scuola, giunti da tutto il Sud per manifestare a Messina con il blocco dello Stretto. Poche settimane fa, i manifestanti hanno occupato i binari e protestato anche all’imbarco dei traghetti. A fare confluire i due movimenti è l’idea comune che i soldi pubblici per il Ponte vengano sottratti ai servizi essenziali, come la sanità, la scuola e la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico.
Si è svolto ieri sera a Giampilieri un incontro organizzato dalla testata giornalistica “Tempostretto” sui lavori nelle zone colpite dalle frane il 1 ottobre 2009, alla presenza dell'ing. capo del Genio Civile Gaetano Sciacca, del capo della Protezione Civile per Messina Bruno Manfrè e dei tecnici del Comune e della Provincia, che hanno descritto gli interventi fin qui messi in opera. Secondo quanto afferma la rete No Ponte “per completare gli interventi occorrerebbero altri 170 milioni (oltre i 120 già spesi, di cui l'80% circa per le opere sul territorio e il 20% per i rimborsi)”. I manifestanti affermano quindi che “non si può parlare, allo stato attuale, di una situazione di sicurezza”.
Tantissime le adesioni per la manifestazione di sabato da parte di associazioni e sindacati, tra cui la Cgil Sicilia e Calabria, con autobus organizzati da tutta la Sicilia e da tutta Italia. Con un documento condiviso, Rete No Ponte, No Tav Val di Susa e NoTunnelTav Firenze uniscono le manifestazioni che si svolgeranno a Messina, Firenze e Val di Susa nei prossimi giorni. La mobilitazione varca lo Stretto e arriva fino alla capitale con due giorni, oggi e domani, all’insegna dello slogan “ Contro il Ponte ci metto la faccia”. Protagonisti dell’iniziativa sono gli attivisti dell’associazione antimafie daSud Onlus che a luglio srotolarono uno striscione contro il ponte dalla scalinata di Piazza di Spagna. “ Perché questo Ponte non passi sulle nostre teste, mettiamoci la faccia. Realizziamo insieme un video: raccogliamo le voci della strada in presa diretta, il parere della gente della città, di chi ha qualcosa da dire sul futuro del Sud e del Paese” scrivono gli organizzatori del video box in cui registrare il proprio messaggio di rifiuto del Ponte. Per raccogliere facce e opinioni No Ponte, una telecamera itinerante andrà in giro domani per le strade di Roma. Giovedì sera è stato organizzato un aperitivo tematico per unire i sapori delle due sponde di Sicilia e Calabria con l’anteprima del video delle testimonianze raccolte. “Un coro di voci che si unirà al corteo del 2 ottobre a Messina. E che diventerà un pezzo della campagna per la messa in sicurezza del territorio” si legge in una nota.
FONTE : http://www.noponte.it/
0 commenti:
Posta un commento