giovedì 30 settembre 2010

Nuove adesioni per il 2 ottobre

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co

Un documento comune di Rete NOPONTE, NOTAV Val di Susa, NOTUNNELTAV Firenze. Una settimana all'insegna del NO alle inutili grandi opere.




La prima settimana di ottobre 2010 vede una serie di iniziative  che interessano, non solo simbolicamente, tutta Italia: il 2 ottobre cominciano i “NOPONTE” tra Sicilia e Calabria per dire “no al ponte” più assurdo che sia mai stato immaginato; continueranno il 9 ottobre a Firenze i “NOTUNNEL”, i comitati che si oppongono ad un pericolosissimo tunnel TAV di 7 chilometri sotto una delle più importanti città d'arte; sempre il 9 i “NOTAV” della Val di Susa parteciperanno ad una manifestazione indetta dalla Comunità Montana e dai sindaci della loro valle per dire “no al corridoio ferroviario” che esiste solo nella mente di chi vuol lucrare dalla costruzione di opere inutili. Tre luoghi simbolici che riuniscono, dall'estremo Nord al profondo Sud, passando dal centro, una Italia impoverita dalla speculazione, rassegnata al degrado, narcotizzata da una informazione distorta, devastata da una enorme colata di cemento.
Le grandi opere sono ormai una delle anomalie più gravi che attanagliano l'Italia. La serie di luoghi comuni a sostegno di questi inutili progetti, ripetuti dai governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, sono smentiti ogni giorno di più:
·        Non generano occupazione: la realizzazione di opere ad alta concentrazione di capitali e mezzi genera alti profitti, ma se queste risorse pubbliche fossero destinate alla messa in sicurezza sismica ed idrogeologica dei territori, nel sostegno ad una mobilità utile e sostenibile garantirebbero un saldo occupazionale nettamente favorevole.
·        Non sono utili: se analizziamo tutte le grandi opere contestate in questo periodo vediamo che rispondono a bisogni inesistenti o sono formule sbagliate per la soluzione dei problemi; questo consente di poter proporre sempre nuove infrastrutture da realizzare e generare nuovi appalti.
·        Sono dannosi: tutti i progetti di cui ci occupiamo provocheranno danni enormi all'ambiente e alle città interessate; questo consentirà ulteriori appalti ai costruttori che naturalmente si propongono per realizzare opere compensative, sempre a carico dello stato, cioè dei contribuenti.
·        Hanno costi smisurati: l'Italia è il paese dove queste opere raggiungono oneri quattro o cinque volte più alti che in tutte le altre parti del mondo; la struttura dei contratti che generano questi costi smisurati è molto pericolosa in quanto garantisce ai costruttori addirittura di controllare il flusso dei finanziamenti e di non avere alcun rischio economico.
·        Sono concentrazione di ricchezza a scapito della collettività: acquisire una tale massa di risorse economiche collettive per realizzare opere di nessuna utilità pubblica, addirittura causando danni enormi, equivale ad un furto di ricchezza per i cittadini a favore dei soliti noti.
Questo convergere di lotte in punti altamente simbolici del nostro paese non è frutto solo del caso, ma sintomo del forte disagio che attanaglia il nostro paese, segno che la difesa del proprio territorio, della propria città, della salute e delle condizioni di vita è ancora un baluardo contro un anomalo sviluppo guidato da un sistema economico/politico/mafioso che non esita a sacrificare ambiente e viventi per il proprio profitto.
Questa “settimana contro la grandi opere” potrebbe essere uno dei primi sintomi di una rinascita della politica italiana, stimolata dai cittadini stessi, davvero stanchi del livello culturale della politica istituzionale ormai prossimo al collasso morale e della rappresentatività.
Qualsiasi nuovo governo dotato di un minimo di credibilità politico-programmatica non può che muovere dalla CANCELLAZIONE della Legge Obiettivo e dal ritorno ad una vera pianificazione nazionale dei trasporti,che muova da reali istanze di mobilità sostenibile, evitando gli sprechi
e gli sfasci favoriti da questa normativa.
RETE NO PONTE
NO TAV Val di Susa:  
NO TUNNEL TAV Firenze  

I Verdi per la Costituente Ecologista aderiscono al corteo

I Verdi per la Costituente Ecologista aderiscono e saranno presenti alla manifestazione contro il Ponte di Messina che si svolgerà il prossimo 2 ottobre 2010 alle 16:00. La data dell'iniziativa è particolarmente significativa perché è il primo anniversario dell'alluvione di Gianpilieri, che è solo uno dei molti disastri causati dall'incuria e dall'abbandono del territorio italiano che versa in condizioni pessime e che avrebbe bisogno di essere messo in sicurezza per evitare altre tragedie e lutti. La sicurezza, la protezione e la lotta al consumo del suolo sono le vere opere pubbliche delle quali l'Italia ha bisogno per guardare a uno sviluppo fatto di rispetto dell'ambiente e di certezze verso il futuro.
In questo quadro consideriamo il Ponte sullo Stretto inutile, dannoso e
insostenibile.
Inutile perché non sarà volano di sviluppo concreto e duraturo nel tempo, visto che la logistica via terra tra la Sicilia e l'Europa rimarrà comunque problematica e asfittica, mentre le regioni del sud avrebbero tutto da
beneficiare da uno sviluppo reale delle autostrade del mare.
Dannoso perché va a inserirsi su un territorio che avrebbe bisogno di un'altra
tipologia di sviluppo rispetto a quello basato sul cemento e sul consumo del
suolo. Un modello che serve solo alle lobby dei costruttori, drena miliardi di
euro a favore dei soliti noti e lascia sul territorio solo pericolose e inutili
eredità.
Insostenibile perché è un vero e proprio ponte sul nulla in quanto il Governo Berlusconi trucca i dati sulle percorrenze e sui flussi e non tiene minimamente conto di altre esperienze fallimentari come quella dell'Eurotunnel della Manica, la cui società è continuamente sull'orlo del fallimento e deve essere foraggiata
con soldi pubblici. Il ponte, inoltre, appartiene a un modello economico superato e obsoleto nel quale dominano i mega appalti pubblici che spesso al sud hanno prodotto delle cattedrali nel deserto, mentre i cittadini soffrono per la mancanza di servizi essenziali come l'acqua potabile.
Le risorse che si spenderanno per il Ponte sullo stretto potrebbero essere impiegate in maniera ben più proficua e utile. Un solo esempio. Con gli otto miliardi destinati al Ponte si potrebbero realizzare 143 Km di metropolitana, decongestionando le maggiori città italiane e liberando milioni di cittadini dall'incubo dello smog.
Per questi motivi il 2 ottobre 2010 i Verdi per la Costituente Ecologista saranno in piazza a Messina. Per dire no a un'opera inutile, dannosa e insostenibile.
Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi per la Costituente Ecologist
a

                     Adesione dei No dal Molin


Condividiamo la lotta che state portando avanti per la salvaguardia del territorio, messo in pericolo dalla costruzione di un ponte inutile e devastante. Un'opera faraonica che, se costruita, martorierà un territorio già fragile, deturpandone la bellezza e provocando ulteriori problematiche ambientali.

Conosciamo le difficoltà che la lotta per la salvaguardia del territorio comporta e l'importanza della manifestazione del 2 ottobre, alla quale siamo dispiaciuti di non poter essere presenti fisicamente.  Ma, con queste poche righe vogliamo esprimervi la nostra vicinanza; un filo comune ci unisce: la voglia e la determinazione di tutelare e difendere la madre terra dove viviamo da chi crede di poter speculare sulla nostra testa con clientelismi o affari.

Questa terra è la nostra terra: ecco perché aderiamo alla manifestazione del 2 ottobre. 

Presidio Permanente No Dal Molin  http://www.nodalmolin.it/


Nuove adesioni per il 2 ottobre








Legambiente dei Peloritani aderisce alla manifestazione No Ponte

Legambiente dei Peloritani aderisce al CORTEO di Sabato 2 ottobre in considerazione che l'inizio delle opere per il ponte sarebbe distruttivo per la nostra città. Riteniamo che l'opera non sia nè fattibile nè gestibile. In ogni caso l'eventuale scenario con il ponte realizzato dimostra l'inutilità dell'opera ai fini dello sviluppo tanto della Sicilia quanto del Meridione. Altre sono le priorità su scala nazionale. Altri sono i bisogni di Messina, che ancora aspetta il risanamento delle aree baraccate; il completamento dell'approdo di Tremestieri con la piattaforma logistica e intermodale; il potenziamento dell'areoporto dello Stretto; tutti quegli interventi necessari e prioritari che rientrano nella strategia dello sviluppo che abbiamo denominato AREA INTEGRATA DELLO STRETTO.


La Fabbrica di Nichi di Messina aderisce al corteo No Ponte 

La Fabbrica di Nichi NovaraIl 2 di ottobre sfileremo in occasione dell’anniversario delle frane che hanno causato 37 morti nella zona sud di Messina, per ribadire che i soldi del ponte devono essere utilizzati per le vere “opere” a partire da quelle per la messa in sicurezza dei territori.
UN SOLO NO E TANTI SI
FERMIAMO I CANTIERI DEL PONTE CHE SERVE A UNIRE NON DUE COSTE MA DUE "COSCHE"
LOTTIAMO PER LA LIBERTA', PER LA VERITA' E PER LE VERE PRIORITA’


Pullman da Siracusa per la manifestazione

Officina Rebelde di Siracusa organizza un pullman per la manifestazione di sabato 2 0ttobre. Chiunque fosse interessato potrà rivolgersi ad Officina o a noi. Sarà nostra cura  contattare gli organizzatori.







2 ottobre: appuntamento per chi viene dalla Calabria

Per chi viene dalla Calabria ed intende attraversare lo Stretto insieme agli altri manifestanti l'appuntamento è alla Stazione ferroviaria di Villa San Giovanni alle ore 14.15. La partenza della nave è prevista alle ore 14.55.







I No Ponte intervengono nel dibattito di Giampilieri sui lavori di messa in sicurezza

Si è svolto questa sera a Giampilieri un incontro organizzato dalla testata giornalistica Tempostretto sui lavori di messa in sicurezza delle zone colpite dalle frane il 1. ottobre 2009. Nel corso della serata l'ing. capo del Genio Civile Gaetano Sciacca, il capo della Protezione Civile per Messina Bruno Manfrè e i tecnici del Comune e della Provincia Amato e Celi hanno descritto gli interventi fin qui messi in opera. Dalla sala gremita sono venute numerose richieste di chiarimenti in merito ai tempi di realizzazione delle opere programmate e sul reale stato di sicurezza attuale delle località in questione. E' stato l'ing. Bruno Manfrè a chiarire l'attuale stato dell'arte. Laddove sono stati fatti gli interventi la sicurezza è senz'altro migliorata (sarebbe incredibile il contrario!) ma per completare gli interventi occorrerebbero altri 170 milioni (oltre i 120 già spesi, di cui l'80% circa per le opere sul territorio e il 20% per i rimborsi). E' chiaro, quindi, che non si può parlare, allo stato attuale, di una situazione di sicurezza. D'altronde, numerosi sono stati i pronunciamenti sul difficile reperimento delle risorse ancora necessarie. Questa estate il sottosegretario alle infrastrutture Reina e nei giorni scorsi il capo della Protezione Civile Bertolaso hanno chiaramente lasciato ad intendersi che bisognerà accontentarsi del già avuto. Alle obiezioni in tal senso i relatori hanno risposto che sarà loro compito richiedere le somme necessarie (anche questa, espressione assolutamente ovvia). Questo nodo centrale della discussione è stato aggredito da Claudio Risitano che ha indicato nelle risorse destinate al Ponte sullo Stretto i soldi necessari per la messa in sicurezza dei paesi colpiti. L'intervento, nel corso del quale gli abitanti sono stati invitati a partecipare al corteo del 2 ottobre a messina, è stato lungamente applaudito.

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...