Tre raid missilistici solo nel finesettimana, 57 dall'inizio dell'anno
I velivoli Usa senza pilota Predator sono tornati a colpire il Waziristan, l'area tribale del Pakistan al confine con l'Afghanistan controllata dai talebani.
Tre raid missilistici sono stati effettuati nel fine settimana contro alcune costruzioni e un veicolo nel villaggio di Mizer, nella regione del Data Khel.
Secondo il quotidiano Samaa otto talebanisarebbero stati uccisi. I servizi segreti pakistani invece parlano di cinque militanti morti.
Tre raid missilistici sono stati effettuati nel fine settimana contro alcune costruzioni e un veicolo nel villaggio di Mizer, nella regione del Data Khel.
Secondo il quotidiano Samaa otto talebanisarebbero stati uccisi. I servizi segreti pakistani invece parlano di cinque militanti morti.
Data Khel è la roccaforte di Hafiz Gul Bahadar, considerato dai pakistani un "buon talebano" in quanto non ha portato attacchi sul suolo di Islamabad, ma solo su quello afghano, dando ricovero anche a combattenti di Al-Quaeda.
Altri due attacchi dai velivoli senza pilota sono stati portati a segno nel finesettimana: 15 i miliziani uccisi nelle regioni di Data Khel e Miramshah, tra cui Inayatullah, un importante comandante talebano.
Salgono così a 57 gli attacchi aerei americani dall'inizio dell'anno, 51 dei quali all'interno del Nord Waziristan e quattro nel Sud.
Militari americani in azione per la prima volta dopo il disimpegno delle forze combattenti
Cinque kamikaze hanno provato ieri a forzare il cancello del complesso a bordo di un furgone carico di tritolo. Le forze di sicurezza irachene hanno ucciso tre attentatori: gli altri due si sono fatti esplodere, uccidendo 12 militari.
Militari Usa che si trovavano all'interno della base hanno partecipato ai combattimenti: si è trattato della prima azione armata di forze americane dopo il ritiro delle truppe Usa combattenti dall'Iraq, due settimane fa.
Il complesso militare preso di mira era stato teatro di un grave attentato lo scorso 17 agosto, quando un kamikaze si è fatto saltare in aria fra la folla dei giovani reclute,uccidendo 48 persone e ferendone 129.
Militari Usa che si trovavano all'interno della base hanno partecipato ai combattimenti: si è trattato della prima azione armata di forze americane dopo il ritiro delle truppe Usa combattenti dall'Iraq, due settimane fa.
Il complesso militare preso di mira era stato teatro di un grave attentato lo scorso 17 agosto, quando un kamikaze si è fatto saltare in aria fra la folla dei giovani reclute,uccidendo 48 persone e ferendone 129.
Colombia, denuncia Onu: 34 tribù indigene rischiano di scomparire.
Cacciati dalle loro terre dai narcotrafficanti o costretti ad arruolarsi nei gruppi armati
Secondo un rapporto dell'Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) sono almeno 34 le tribù che in Colombia rischiano l'estinzione per le continue violenze cui sono sottoposte nelle loro terre.
I pericoli più grandi per gli indigeni colombiani sono rappresentati dall'aumento dellaviolenza, lo sfratto dalle terre, e dalreclutamento forzato dei giovani nei gruppi armati.
Gli indios, nonostante costituiscano solo il 2 per cento della popolazione, costituiscono il 15 per cento del totale dei rifugiati interni del Paese.
Il rapporto segnala che gli omicidi di indigeni sono aumentati del 63 per cento e solo nel 2009 sono stati assassinati 33 membri di tribù indigene, in particolare Awa e Nunak.
Il leader della tribù Wounaan, recentemente sfollata dai gruppi armati, ha spiegato: "Siamo sempre più limitati nei movimenti, persino quando dobbiamo andare a cacciare o a raccogliere il cibo".
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, ha spiegato che il nuovo governo di Juan Manuel Santos deve agire una volta per tutte per impedire che i suoi cittadini più vulnerabili siano cancellati dalla faccia della terra, prima che sia troppo tardi.
Fonte sul link nel titolo degli articoli collegati a: http://it.peacereporter.net/
I pericoli più grandi per gli indigeni colombiani sono rappresentati dall'aumento dellaviolenza, lo sfratto dalle terre, e dalreclutamento forzato dei giovani nei gruppi armati.
Gli indios, nonostante costituiscano solo il 2 per cento della popolazione, costituiscono il 15 per cento del totale dei rifugiati interni del Paese.
Il rapporto segnala che gli omicidi di indigeni sono aumentati del 63 per cento e solo nel 2009 sono stati assassinati 33 membri di tribù indigene, in particolare Awa e Nunak.
Il leader della tribù Wounaan, recentemente sfollata dai gruppi armati, ha spiegato: "Siamo sempre più limitati nei movimenti, persino quando dobbiamo andare a cacciare o a raccogliere il cibo".
Il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, ha spiegato che il nuovo governo di Juan Manuel Santos deve agire una volta per tutte per impedire che i suoi cittadini più vulnerabili siano cancellati dalla faccia della terra, prima che sia troppo tardi.
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