lunedì 6 settembre 2010

Cricca Economy

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Il 2001 è l`anno della svolta. La Legge Obiettivo, la riforma della Protezione civile, la verticalizzazione delle scelte, la gestione delle emergenze e dei grandi eventi. Il potere in Italia diventa una immensa distesa di "cricche". Nate dal dissolvimento dei partiti, ostacolate dall`iniziativa dal basso, come indicato dalla popolazione aquilana. Cricca economy (di Manuele Bonaccorsi, Daniele Nalbone, Angelo Venti, per le edizioni Alegre) può essere considerato il sequel di Potere Assoluto, la protezione civile ai tempi di Bertolaso. Se nel primo Bonaccorsi mostrava l’affermarsi del modello emergenziale secondo l’asse Berlusconi-Bertolaso, adesso è il dispiegarsi della cricca a venire alla luce. E siccome il potere in Italia si dà oggi come un’immensa distesa di cricche, il nuovo libro si propone come la descrizione paradigmatica di una ricerca che andrebbe estesa a tanti altri contesti.
Il libro fa esplicito riferimento a Shock Economy, assumendo le tesi di Naomi Klein come modello interpretativo dell’affermarsi del neoliberismo, in special modo per ciò che riguarda le politiche infrastrutturali, i grandi eventi, le emergenze. “Definisco capitalismo dei disastri, dei raid orchestrati contro la sfera pubblica in seguito ad eventi catastrofici, legati a una visione dei disastri come splendide opportunità di mercato” sostiene la studiosa e attivista americana. Le crisi e gli stress, naturali o indotti, creano, quindi, le condizioni ideali per l’istituzione di quello stato d’eccezione, sempre più permanente, che rende possibile l’affermarsi di logiche autoritarie e la manomissione dei diritti.

“Utilizzazione spregiudicata di un sistema di relazioni professionali nell’ambito di un sistema di potere nel quale, ai pubblici funzionari, appare normale accettare e sollecitare utilità di ogni genere e natura da parte di imprenditori del settore delle opere pubbliche”. E’ questa la definizione di cricca, ripresa dal dispositivo con il quale la Corte di Cassazione trasferiva da Firenze a Roma l’inchiesta su Anemone e compagnia.

Non sono più tanto i partiti, quindi, a fungere da collettori e organizzatori dei flussi finanziari provenienti dalla corruzione. Non si tratta più di tangenti per pagare la politica. Non è tangentopoli e prima repubblica. Le segreterie e i tesorieri vengono bypassati. I flussi illegali scorrono nelle relazioni giocate all’interno di gruppi di potere. Imprenditori, funzionari pubblici, politici formano addensamenti a geometria variabile. E’ la nuova onda. Sono personaggi svincolati da qualsiasi “motivazione” politica. Immorali fino al punto da mettere le escort come allegato agli accordi economici. Così, tanto per gradire, perché non c’è tempo da perdere in corteggiamenti e regali.

Ma questo mutamento nelle forme della corruzione è figlio di un mutamento normativo. Il 2001 è l’anno della Legge Obiettivo, che regola le procedure relative alla costruzione delle grandi opere, ed è anche l’anno della riforma della protezione civile (sarà attraverso il sistema delle ordinanze commissariali che saranno regolati da allora in poi emergenze e grandi eventi). In entrambi i casi ci troviamo di fronte a meccanismi che prevedono la verticalizzazione delle scelte e la riduzione drastica dei passaggi democratici e dei sistemi di controllo. Si tratta di un vera e propria mortificazione della condivisione delle scelte e della fine di qualsiasi possibilità di partecipazione dal basso alla gestione del territorio.

“Dal 2001 ad oggi vengono dichiarati circa 50 grandi eventi e 700 ordinanze emergenziali… L’emergenza è la premessa e le ordinanze di Protezione civile sono lo strumento di uno straordinario potere economico, politico, militare, concentrato nelle mani di due persone: la B2, Berlusconi e Bertolaso”. Insomma, tutto sembra essere stato preparato con cura.
Il libro ne descrive alcuni casi, ma la cricca è un modello e soltanto descrivendo le tante cricche ed i tanti casi in cui questo modello si è esplicitato e si espliciterà nel prossimo futuro sarà possibile cartografare il sistema di potere economico e politico che si nutre di una finanza pubblica prossima al default. Soltanto l’iniziativa dal basso, solo l’assunzione di responsabilità degli abitanti dei luoghi, soltanto la pratica della democrazia come obbiettivo politico fondamentale potranno fornire una via d’uscita. Così come indicato dalla popolazione aquilana. 


FONTE : http://www.terrelibere.org/

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