ROMA (9 dicembre)- Julian Assange, in carcere in Inghilterra su mandato della Svezia dove è accusato di stupro, ha incontrato oggi i suoi avvocati.
Assange in carcere non ha accesso a un computer, neanche senza il collegamento Internet, nè carta su cui scrivere o lavorare, ha detto Mark Stephens, uno dei legali del fondatore di Wikileaks. Con Stephens c’erano la collega Jennifer Robinson e Geoffrey Robertson, il legale l’australiano esperto di diritti umani che ha difeso tra gli altri Salman Rushdie. Al centro del colloquio, la strategia legale in vista della seconda udienza sulla richiesta di estradizione della Svezia in programma martedì prossimo. Stephens ha detto che Assange è preoccupato che «la gente abbia ingiustamente accusato Wikileaks di aver ispirato i cyberattacchi contro siti che hanno boicottato la sua organizzazione». Secondo l’avvocato Robinson il fondatore di WikiLeaks «sta bene, è di ottimo umore e pensa di poter dimostrare la sua innocenza» evitando così l’estradizione.«È questa la democrazia? Perché avete arrestato Assange? Da che pulpito viene la predica». Così il premier russo Vladimir Putin ha commentato, nel corso di una conferenza stampa a Mosca, l’arresto del fondatore di Wikileaks.
Stoccolma ha smentito l’esistenza di trattative con gli Usa per l’estradizione del fondatore di Wikileaks ma il giallo rimane. Continua intanto la cyberguerra dei sostenitori di Assange che ieri hanno attaccato i siti i siti di MasterCard e PayPal che avevano bloccato la raccolta fondi pro Wikileaks. «Siamo migliaia» ha affermato il portavoce del gruppo di hacker ‘Anonymous’, «abbiamo cominciato in pochi ma ora siamo circa 4000», ha detto precisando che «chiunque sia contro Wikileaks è nel mirino».
Stoccolma ha smentito l’esistenza di trattative con gli Usa per l’estradizione del fondatore di Wikileaks ma il giallo rimane. Continua intanto la cyberguerra dei sostenitori di Assange che ieri hanno attaccato i siti i siti di MasterCard e PayPal che avevano bloccato la raccolta fondi pro Wikileaks. «Siamo migliaia» ha affermato il portavoce del gruppo di hacker ‘Anonymous’, «abbiamo cominciato in pochi ma ora siamo circa 4000», ha detto precisando che «chiunque sia contro Wikileaks è nel mirino».
Il sito internet del governo svedese è stato attaccato oggi da alcuni hacker, come riporta il tabloid Aftonbladet, mentre si moltiplicano gli attacchi in rete da parte dei sostenitori del sito Wikileaks e del suo fondatore Julian Assange. Secondo il tabloid, che non precisa l’origine dell’attacco, il sito del governo svedese http://www.regeringen.se è stato inaccessibile per alcune ore nella notte tra mercoledì e giovedì. Questa mattina, il sito è normalmente funzionante. Una portavoce del governo, Mari Ternbo, ha dichiarato di non essere in grado di confermare che un cyber-attacco abbia effettivamente coinvolto il sito, precisando di non voler commentare le questioni relative alla sicurezza.
Colpita Sarah Palin. Stanotte la vendetta dei filo Assange ha colpito anche il sito di Sarah Palin fin dall’inizio in prima linea in prima linea tra i critici di Wikileaks.
È cominciata una «guerra di dati» in rappresaglia per i tentativi di bloccare Wikileaks e nuovi attacchi arriveranno nelle prossime ore per proteggere la libertà di Internet. Lo ha detto alla radio della Bbc un portavoce di Anonymous, il gruppo di hacker che hanno messo a terra siti web di societa come Mastercard e Visa. Anonymous ha preso di mira società che hanno deciso di non trattare con Wikileaks: Amazon, Mastercard, Visa e Paypal, ha confermato il portavoce, che si fa chiamare Coldblood. «La campagna non è finita e va ancora forte. Molte persone si stanno unendo a noi e sono sempre più numerosi quelli che scaricano lo strumento che permette di condurre attacchi di denial of service».
Facebook e Twitter hanno rimosso gli account degli hacker che hanno attaccato i siti Internet di alcune istituzioni responsabili del recente boicottaggio di Wikileaks. Entrambi i social network, infatti, erano stati utilizzati dagli hacker per coordinare l’attacco, lanciato sotto il nome in codice Operation «Payback» e che aveva colpito soprattutto i siti di Amazon, PayPal, Visa e Mastercard. La mossa di Facebook e Twitter non sembra comunque avere fermato la campagna degli hacker, che hanno aperto nuovi account e da essi hanno condotto nuovi attacchi alla Visa e al sito del Governo svedese. Anzi, stando alle minacce più recenti dei pirati informatici, non è escluso che ora vengano presi di mira gli stessi social network. FONTE
NASCE LA DEFENDER OF FREEDOM (D.O.F) Sono comparsi su Fb i nuovi difensori di Wikileaks e del fondatore Assange, un unità di reclutamento Cyberwar .
Alleati italiani degli Anonymous , i Defender sono dotati di informazioni d’ attacco su Target sensibili e mirati a Governi e società multinazionali che impediscono lo svolgimento di rilascio dei cables di Wikileaks.
Altre resistenze ormai si stanno formando a difesa di Wikileaks e della libertà d informazione.
Forse è l inizio di una WorldCyberwar o forse no, ma di sicuro qualcosa si sta muovendo nel mondo del Cyber. FONTE
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