venerdì 24 settembre 2010

Così distruggeranno il Serengeti

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Ventisette scienziati spiegano su Nature perché la nuova strada causerà un disastro ambientale nella enorme riserva

Il Serengeti è una delle più importanti riserve naturali del mondo. Si trova nel nord della Tanzania tra il lago Vittoria e il Kenya e da anni è minacciato dal progetto  per la costruzione di una strada che lo taglierebbe esattamente a metà, complicando le migrazioni stagionali di animali come zebre, gazzelle, gnu e impala. Il piano è da tempo osteggiato dagli ambientalisti e ora anche da un gruppo di ventisette scienziati, che ha da poco pubblicato suNature una ricerca nella quale si analizzano le conseguenze per la flora e la fauna nel caso in cui la strada venisse effettivamente costruita nei prossimi anni.
Secondo Andrew Dobson, uno degli autori della ricerca e docente presso la Princeton University, la strada lunga 160 chilometri che dovrebbe attraversare la riserva naturale potrebbe interrompere la migrazione annuale di almeno 1,3 milioni di animali. Per arrivare a questa conclusione, il gruppo di ricerca ha elaborato alcuni complessi modelli matematici e realizzato diverse simulazioni al computer. La strada farebbe diminuire il numero di animali che si spostano e causerebbe serie conseguenze anche per la flora.
Senza i ruminanti, l’erba potrebbe crescere e poi seccare aumentando i rischi di incendio. Il terreno verrebbe così messo a dura prova e nell’ambiente verrebbero emesse quantità molto alte di anidride carbonica. Le proiezioni degli scienziati non sono solamente basate sui modelli matematici, ma anche su esperienze simili in altre riserve naturali dove le infrastrutture dell’uomo hanno progressivamente mutato le abitudini migratorie degli animali.
Qualcosa di analogo a quanto previsto per il Serengeti è già successo in Namibia nell’Etosha National Park e in Botswana nel Kgalagadi Transfrontier Park. In entrambi i casi gli ecosistemi delle due riserve si sono modificati sensibilmente, con conseguenze per gli animali che popolano quelle zone.
Seguendo quanto sostenuto da numerose associazioni di ambientalisti, i ventisette ricercatori suggeriscono alle autorità di modificare il progetto della strada per non tagliare a metà il Serengeti. Il percorso alternativo allungherebbe la strada di una cinquantina di chilometri, ma passerebbe in aree dove già esistono alcune strade che non condizionano le migrazioni degli animali.
Infine, secondo i ricercatori di la costruzione della strada potrebbe rivelarsi controproducente anche per il turismo. La riserva naturale è una delle principali risorse economiche per la Tanzania ed è incomparabile ai benefici che si potrebbero ottenere con la costruzione della strada per migliorare la rete dei trasporti.
È difficile prevedere se la nuova ricerca pubblicata su Nature smuoverà il governo della Tanzania, inducendolo a riconsiderare l’inizio dei lavori previsto per il prossimo 2012. Le autorità del paese si sono mostrate molto determinate e dicono di aver preso tutte le misure necessarie per non nuocere al Serengeti. La costruzione della strada più a sud del piano originario potrebbe essere un buon compromesso, ma il governo non sembra essere disposto a cedere.

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