mercoledì 4 agosto 2010

Il decreto energia è legge

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L'aula di Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo al dl energia, con 145 voti a favore, 97 contrari e nessun astenuto. Escluso il doppio incarico per i componenti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare

autore: Nagy Gábor, da flickr (immagini di autore: Nagy Gábor, da flickr)
Con 145 voti a favore, 97 contrari e nessun astenuto, l'aula del Senato ha dato il via libera definitivo alla conversione del decreto sull'energia. Il dl ora è legge. La testo sarebbe scaduto il 7 settembre, quindi, vista l’imminenza della pausa estiva quella di oggi era l’unica data possibile.

La seduta del Senato è iniziata alle 9.30, 
il decreto era già stato modificato per limare le deroghe al regime di incompatibilità che si vogliono concedere in sede di prima nomina. Di fatto, si torna ad escludere il doppio incarico per i componenti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare, preservando la possibilità, prevista dal decreto, di nominare un parlamentare al vertice dell’autorità. Una norma interpretata come la premessa alla nomina del senatore Umberto Veronesi a presidente dell’Agenzia e nel contempo aspramente contestata dall’opposizione, che ha presentato due questioni pregiudiziali denunciando l’incostituzionalità del provvedimento.

Ma il decreto legge approvato in tutta fretta da Camera e Senato reca altre disposizioni di interesse per il progetto di ritorno al nucleare. Con una modifica approvata dal Senato è stata prevista la possibilità di nominare dei commissari straordinari con il compito di assicurare la pronta autorizzazione e realizzazione dei progetti di impianti strategici di produzione di fonti energetiche, quindi anche dei combustibili utilizzati dalle centrali nucleari.


Un meccanismo che prima interessava i soli impianti di produzione di energia elettrica e la cui applicazione alla produzione di combustibili nucleari ha sollevato le proteste dell’opposizione. Le ultime disposizioni approvate dal Senato, tra l’altro, limitano in maniera significativa i poteri del commissario, che agirà comunque nell’alveo di un quadro deciso d’intesa con la regione interessata e per i soli progetti finanziati con capitale prevalentemente pubblico. Quest’ultima correzione è stata scritta per venire incontro al giudizio di incostituzionalità espresso dalla Consulta sulla norma precedente, che prevedeva la nomina di commissari per infrastrutture urgenti finanziate con capitale privato.


fonte : http://www.rassegna.it/

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