Ma la risposta non mi soddisfa completamente.
Credo  che il mondo sia più complesso di come ce lo rappresentiamo.
Credo che ci sia  un baratro tra Storace e Guzzanti.
L'altra sera ad Anno Zero Storace ha  seraficamente dichiarato che anche lui ha ricevuto telefonate dai potenti… Ad  esempio voleva licenziare un dirigente Asl perché incapace, ma un ministro gli  ha chiesto di non farlo e lui ha rinunciato…
Cosa dici a uno che non riesce  neppure a concepire i principi di responsabilità e correttezza di un  rappresentante del popolo? Uno, che se gli spieghi cos’è la concussione, quando  hai finito ti chiede: “Ma allora cos’è la concussione?”
Storace si capisce  che appoggia B. Per lui la correttezza, l’onestà, il decoro sono robe noiose per  intellettuali froci.
E te lo spiattella di fronte a 9 milioni di  telespettatori.
Inutile discutere del perché fa certe cose. Non ha dei  perché, ha solo pulsioni belluine.
Ma, scusate, Paolo Guzzanti è uno che  capisce la differenza semantica tra governare e depredare. 
Non è un  analfabeta filosofico semovente.
E poi devo confessare che nonostante tutto  ho una certa stima per Paolo Guzzanti. Fosse soltanto per i figli geniali che ha  generato avrebbe diritto a una sospensione del giudizio (i meriti dei figli  ricadono sempre sui padri).
Ma è anche la sua storia che mi induce a dubitare  che un tipo spiritoso, mentalmente agile, colto e intelligente come lui possa  semplicemente tradire le sue idee per un centinaio di milioni di euro…
 Quindi vi propongo un gioco di fantasia: immaginare come sia possibile che  Paolo Guzzanti decida di ricambiare idea escludendo la motivazione costituita da  una valigia di milioni o altri benefit allettanti.
La domanda è: esiste un  percorso logico plausibile che può portare l’autore di un libro feroce come  Mignottocrazia a ritornare sui suoi passi?
Parliamo di una persona che ha estremamente a cuore la propria immagine  pubblica, il proprio rapporto con i lettori... che non hanno importanza solo  perché ti comprano i libri, il lettore per un vero scrittore è un’entità  essenziale che va lusingata e sedotta con qualunque mezzo. Tutte le forze dello  scrittore sono concentrate su questo gioco di fascinazione... Non credo che ci  sia denaro che tenga... Questo vale più di ogni cosa...
E il caso di Paolo  Guzzanti mi interessa particolarmente  perché è evidente che lui non crede alle  balle su un capo di governo che pensa veramente che Ruby sia la nipote di  Mubarak. E ha denunciato con furore la scelta demenziale di nominare ad alte  cariche dello Stato fanciulle avvenenti, scegliendole sulla base della loro  abilità a letto.
Quindi ha capito come stanno le cose.
Eppure, egli dice,  in questa situazione di assenza di alternative, di fronte a un’opposizione  totalmente balorda e incapace, l’unica cosa sensata è quantomeno far continuare  a galleggiare la barca. Almeno adesso un governo c’è, se si va a votare in  questa situazione ci troviamo di fronte la certezza dell’ingovernabilità: vince  la coalizione D’Alema-Casini-Fini, che non riesce a concludere niente perché  questa coalizione è d’accordo solo sull’odio verso B., e nel frattempo l’Italia  collassa.
Ha senso questo discorso?
Non ha senso ma lo capisco... E credo  che Guzzanti sappia che è proprio il perdurare di B. e del suo sistema di potere  a svilire tutta la vita politica italiana e fare da tappo verso il nuovo e anche  verso la nascita di un’opposizione decente. Nell’acqua stagnante vivono solo le  creature che divorano il putrido.
Quindi stento a credere che questa sia  l’idea di Paolo Guzzanti.
Sospetto che lo scopo di Paolo Guzzanti sia un  altro.
Per capirlo bisogna ricordare quanto lui si è sempre divertito a fare  gli scherzi. Si racconta di telefonate fatte ad Andreotti imitando Pertini, dove  lo minacciava di mandargli i Corazzieri ad arrestarlo.
Secondo me la situazione nella testa di Guzzanti è la seguente: è chiaro che  B. si sta più o meno comprando parlamentari a man bassa.
Allora Paolo  Guzzanti e alcuni altri onorevoli si ritrovano nella saletta di un ristorante  romano e decidono di fare una cosa molto semplice: ritornare con il Pdl, così  che B. si convince di avere i numeri per governare e fargli lo sgambetto  votandogli contro alla prima occasione che offra un risultato devastante per il  premier.
E’ un’astuzia diabolica!
Guzzanti sta preparando il più grande  scherzo politico che sia mai stato ordito. I truffatori napoletani lo chiamano  Pacco-contropacco-contropaccotto. Noi al nord lo chiamiamo colpo triplo con  capriola rovesciata.
B. si crede intelligente ma è solo un povero  premier.
E qui entriamo in gioco noi. Cioè io e voi, cari lettori.
Possiamo tentare  un contro-contropaccotto.
Se riusciamo a diffondere la voce che Guzzanti,  Barbareschi, Rosso e Moffa si sono incontrati una sera al ristorante Il Moro e  hanno deciso di sbertucciare B., come fa B. a sapere se è vero o no?
Perché  la paranoia dei tiranni è il tradimento. Non ci dormono la notte. E se si  insinua l’idea che ormai B. è solo un grande BANCOMAT  che tutti hanno deciso di  mungere al meglio prima della mattanza, allora sai come ci sta male? E tanto più  se di valige di milioni di euro ne ha distribuite veramente.
B. sa che molti  dei suoi pensano soltanto: “Come faccio a spillare altri soldi al vecchio col  culo flaccido?” e questo pensiero lo può distruggere e far saltare tutti gli  equilibri interni al Pdl, in un rush finale a incassare prima che la salma inizi  a puzzare (un bancomat morto che cammina).
Insinuate, gente! Insinuate!
                                                                            fonte :http://www.jacopofo.com/
 

 

 

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