Arischio gli alveari degli apicoltori italiani e europei per un'anomala moria di api . Il pericolo è reale, secondo dati ufficiali quasi il 50% delle famiglie di api stanno scomparendo. Intanto la Gran Bretagna ha stanziato un fondo di 12 milioni di euro per la ricerca.
"Se un giorno le api dovessero scomparire, all'uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita": lo diceva Albert Einstein. La scomparsa delle api porterebbe alla mancanza di sufficente impollinazione e, di conseguenza, all'estinzione della razza umana.
Dal febbraio 2007, quando dagli Stati Uniti era arrivata la notizia di una misteriosa moria di api che stava colpendo in modo massiccio le apicolture californiane, la situazione non è molto cambiata. Il 50% delle famiglie di api stanno scomparendo dagli alveari europei. Casi simili a quello degli Stati Uniti erano già avvenuti a partire dal 2000 in Francia, Germania, Svizzera ed Israele, senza però alcuna spiegazione evidente. Le possibili cause sono riconducibili all'inquinamento, all'uso sconsiderato di insetticidi dannosi per questi laboriosi insetti, come concimi chimici "tagliati" con derivati di scarto delle industrie conciarie e fitofarmaci.
La Gran Bretagna intanto ha stanziato 12 milioni di euro ( 10 milioni di pound) per la ricerca a riguardo. La ricerca si focalizzerà sull'impatto a livello nervoso che i vari pesticidi hanno sulle api, che come è noto, sono animali sociali. Le api, nelle operazioni di tutti i giorni di raccolta del nettare, ricorrono a interazioni tra di loro con quella che è chiamata in inglese "waggle dance" (danza di scuotimento) attraverso la quale indicano alle loro simili dove andare a recuperare il polline migliore. A quanto pare i concimi chimici e i vari insetticidi hanno come effetto sulle api quello di interrompere i segnali nervosi e questo, in un primo momento, le disorienta rendendo problematica questa pratica, e in secondo luogo le uccide. Gli esperti coinvolti nella ricerca affermano che in Inghilterra sono 25 le specie di api che si sono estinte, e la metà di quelle rimaste hanno sofferto di una diminuzione fino al 70%.
" Comprendere la complessità degli ecosistemi ambientali è una priorità che aiuterà ad assicurare la sopravvivenza degli insetti impollinatori e i benefici a cui essi contribuiscono" dice il professor Alan Thorpe, direttore esecutivo del Natural Environment Research Council.
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