Compostezza ma grande partecipazione emotiva alla manifestazione indetta dalla Fnsi a Roma. Show della D'Addario che, fischiata dai partecipanti, si allontana. E Saviano emoziona la platea: "Altro che privacy, difendono il malaffare"di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - E' disseminata di giallo, la Piazza Navona gremita che oggi dice "no" alla legge bavaglio: sono le centinaia di post-it con cui i cittadini, sull'onda dell'iniziativa nata su Internet e rilanciata da Repubblica, esprimono la propria protesta. La gente se li appunta praticamente ovunque: sui vestiti, sugli zaini, sui cartelli su cui hanno scritto gli slogan. Ma la manifestazione indetta dalla Fnsi contro il disegno di legge sulle intercettazioni contiene anche tanti altri colori: il viola delle t-shirt del popolo web, e l'arcobaleno formato dalle tante diverse bandiere presenti. Quelle dei partiti (Pd, Italia dei valori, Sinistra e libertà), e quelle delle decine e decine di associazioni che hanno deciso di far sentire la loro voce. Sensibilità diverse: sindacati come la Cgil, ambientalisti, esponenti del mondo cattolico, autoconvocati via Facebook. Tutti uniti, a migliaia, nel nome della Costituzione e del diritto a essere informati. Pronti ad applaudire le parole di Roberto Saviano: "Altro che privacy, si difende solo il malaffare". E a darsi appuntamento di nuovo, a partire dal 29 luglio, davanti a Montecitorio, dove il provvedimento sarà discusso in aula.
I partecipanti. Sfidano l'afa di un'assolatissimo pomeriggio romano, continuano a giungere col passare delle ore, arrivano a riempire la piazza. In apertura di manifestazione - condotta dalla "dissidente" del Tg1 Tiziana Ferrario - l'Orchestra del teatro dell'Opera di Roma si esibisce nell'inno di Mameli, e molti dalla platea accompagnano il canto. Con la stessa compostezza fischiano l'arrivo a sorpresa di Patrizia D'Addario. E apprezzano, anche nei commenti ascoltati in piazza, i tanti protagonisti della cronaca recente giunti a testimoniare, in prima persona, l'importanza dell'informazione nella ricerca della verità. Ci sono Ilaria Cucchi, che spiega come "solo la pubblicazione delle foto di Stefano l'indagine è partita e non si è fermata"; ma anche l'associazione delle vittime piemontesi dell'amianto; o quella delle vittime della strage dei Georgofili a Firenze.
Gli slogan. Sono tanti e diversissimi, così come è variegata la partecipazione all'iniziativa. La Fnsi, oltre a insistere sulla legge bagaglio, nello striscione appeso sul palco si dice contraria a tutti "i tagli e i bavagli alla conoscenza e alla cultura". Legambiente ricorda invece che con "la legge bavaglio le ecomafie ringraziano". I Partigiani del terzo millennio insistono sul fatto che "uniti si vince". E c'è anche la gigantografia della famosa prima pagina bianca di Repubblica, con la scritta "le legge bavaglio nega ai cittadini il diritto di essere informati". Ci sono poi gli slogan frutto di creatività individuale: una signora brandisce la scritta "Brandelli d'Italia, l'Italia s'è persa"; un signore un'altra secondo cui "il pesce puzza dalla testa", con fotina di Berlusconi. Ironie anche su Niccolò Ghedini e Augusto Minzolini. Ma complessivamente, l'antiberlusconismo più vicino all'insulto è quasi assente.
Effetto Napolitano. Il presidente della Repubblica 1, in contemporanea alla manifestazione, ammette che il testo del ddl uscito dal Senato presenta "dei punti critici", e che "valuterà", in base alle sue prerogative, eventuali interventi. La notizia viene subito riferita dalla Ferrario alla piazza, che esplode in un boato.
I volti noti. Ci sono i politici: arrivano alla spicciolata, a manifestazione inoltrata, e tengono un basso profilo. Tra loro Pierluigi Bersani ("Napolitano ha manifestato la sua amarezza, il provvedimento va ritirato"); Antonio Di Pietro ("legge inemendabile"), Paolo Gentiloni, Vincenzo Vita, Fausto Bertinotti. E poi giornalisti come Sandra Bonsanti, Andrea Vianello e Maria Cuffaro, la scrittrice Dacia Maraini, i registi Ettore Scola e Mimmo Calopresti.
Le parole dal palco. Con alcuni intermezzi musicali (Tetes De Bois, Danilo rea), si alternano gli oratori. Introduce la Ferrario, che legge l'articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà d'espressione e di stampa. Il segretario della Fnsi Franco Siddi 2 ricorda che il provvedimento è "un macigno", farà sì che "le inchieste non appariranno per anni su giornali e tv". Fiorella Mannoia: "Che tristezza, ci rivediamo in piazza un'altra volta...". Dario Fo, in collegamento telefonico, ironizza: "Quello che state facendo umilia e mortifica un uomo solo". Curzio Maltese, applauditissimo: "C'è un attacco a tutti i centri di controllo di un potere che non crede nella Costituzione". E Roberto Saviano, che emoziona la platea: " Il ddl ci viene proposta come una difesa della privacy, che è certamente sacra. Ma questa legge non vuole difendere la privacy o, come si è detto, le telefonate tra i fidanzatini. Il suo unico scopo è di impedire di conoscere ciò che accade e di difendere, piu' che altro, la privacy del malaffare o, se vogliamo, degli affari della politica".
D'Addario show. Giunge in pantalone e camicia nera, con un portaborse al fianco e tra le mani, ben visibile, il suo libro "Gradisca presidente". Ma la presenza di Patrizia D'Addario non piace né ai partecipanti né agli organizzatori: partono i fischi, i "buuu", le grida "tu qui non c'entri nulla". "Sono stata inviatata dal popolo viola, sono per la libertà di stampa", si difende lei. Alla fine, però, si allontana. "Hanno fatto bene a fischiarla", chiosa il presidente della Fnsi Roberto Natale. La posta in gioco è troppo alta per far finire tutto in un polverone.
I partecipanti. Sfidano l'afa di un'assolatissimo pomeriggio romano, continuano a giungere col passare delle ore, arrivano a riempire la piazza. In apertura di manifestazione - condotta dalla "dissidente" del Tg1 Tiziana Ferrario - l'Orchestra del teatro dell'Opera di Roma si esibisce nell'inno di Mameli, e molti dalla platea accompagnano il canto. Con la stessa compostezza fischiano l'arrivo a sorpresa di Patrizia D'Addario. E apprezzano, anche nei commenti ascoltati in piazza, i tanti protagonisti della cronaca recente giunti a testimoniare, in prima persona, l'importanza dell'informazione nella ricerca della verità. Ci sono Ilaria Cucchi, che spiega come "solo la pubblicazione delle foto di Stefano l'indagine è partita e non si è fermata"; ma anche l'associazione delle vittime piemontesi dell'amianto; o quella delle vittime della strage dei Georgofili a Firenze.
Gli slogan. Sono tanti e diversissimi, così come è variegata la partecipazione all'iniziativa. La Fnsi, oltre a insistere sulla legge bagaglio, nello striscione appeso sul palco si dice contraria a tutti "i tagli e i bavagli alla conoscenza e alla cultura". Legambiente ricorda invece che con "la legge bavaglio le ecomafie ringraziano". I Partigiani del terzo millennio insistono sul fatto che "uniti si vince". E c'è anche la gigantografia della famosa prima pagina bianca di Repubblica, con la scritta "le legge bavaglio nega ai cittadini il diritto di essere informati". Ci sono poi gli slogan frutto di creatività individuale: una signora brandisce la scritta "Brandelli d'Italia, l'Italia s'è persa"; un signore un'altra secondo cui "il pesce puzza dalla testa", con fotina di Berlusconi. Ironie anche su Niccolò Ghedini e Augusto Minzolini. Ma complessivamente, l'antiberlusconismo più vicino all'insulto è quasi assente.
Effetto Napolitano. Il presidente della Repubblica 1, in contemporanea alla manifestazione, ammette che il testo del ddl uscito dal Senato presenta "dei punti critici", e che "valuterà", in base alle sue prerogative, eventuali interventi. La notizia viene subito riferita dalla Ferrario alla piazza, che esplode in un boato.
I volti noti. Ci sono i politici: arrivano alla spicciolata, a manifestazione inoltrata, e tengono un basso profilo. Tra loro Pierluigi Bersani ("Napolitano ha manifestato la sua amarezza, il provvedimento va ritirato"); Antonio Di Pietro ("legge inemendabile"), Paolo Gentiloni, Vincenzo Vita, Fausto Bertinotti. E poi giornalisti come Sandra Bonsanti, Andrea Vianello e Maria Cuffaro, la scrittrice Dacia Maraini, i registi Ettore Scola e Mimmo Calopresti.
Le parole dal palco. Con alcuni intermezzi musicali (Tetes De Bois, Danilo rea), si alternano gli oratori. Introduce la Ferrario, che legge l'articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà d'espressione e di stampa. Il segretario della Fnsi Franco Siddi 2 ricorda che il provvedimento è "un macigno", farà sì che "le inchieste non appariranno per anni su giornali e tv". Fiorella Mannoia: "Che tristezza, ci rivediamo in piazza un'altra volta...". Dario Fo, in collegamento telefonico, ironizza: "Quello che state facendo umilia e mortifica un uomo solo". Curzio Maltese, applauditissimo: "C'è un attacco a tutti i centri di controllo di un potere che non crede nella Costituzione". E Roberto Saviano, che emoziona la platea: " Il ddl ci viene proposta come una difesa della privacy, che è certamente sacra. Ma questa legge non vuole difendere la privacy o, come si è detto, le telefonate tra i fidanzatini. Il suo unico scopo è di impedire di conoscere ciò che accade e di difendere, piu' che altro, la privacy del malaffare o, se vogliamo, degli affari della politica".
D'Addario show. Giunge in pantalone e camicia nera, con un portaborse al fianco e tra le mani, ben visibile, il suo libro "Gradisca presidente". Ma la presenza di Patrizia D'Addario non piace né ai partecipanti né agli organizzatori: partono i fischi, i "buuu", le grida "tu qui non c'entri nulla". "Sono stata inviatata dal popolo viola, sono per la libertà di stampa", si difende lei. Alla fine, però, si allontana. "Hanno fatto bene a fischiarla", chiosa il presidente della Fnsi Roberto Natale. La posta in gioco è troppo alta per far finire tutto in un polverone.
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