Così lo Stato si divise. Nel commando non c'erano solo i boss di Cosa nostra ma anche presenze estranee: uomini dei servizi segreti
di ATTILIO BOLZONIL'ex leader del Pd commenta il reportage del nostro giornale sul fallito attentato all'Addaura e chiede che la seduta di martedì prossimo sia dedicata alla vicendaGiovanni FalconeROMA - "Le rivelazioni di Repubblica 1 sull'attentato a Falcone sono di enorme importanza e possono aiutare a rileggere non solo il sacrificio di un giudice che credeva nelle istituzioni, ma tutta la storia del rapporto tra mafia e potere, tra mafia e poteri". Lo afferma Walter Veltroni chiedendo "al presidente della Commissione parlamentare antimafia, Pisanu, di dedicare la seduta di martedì prossimo all'esame urgente di questa vicenda".
"Se fossero confermate le sconvolgenti dichiarazioni contenute nel reportage - continua l'ex leader del Partito democratico - davvero sapremmo che il giudice Falcone e due onesti uomini delle forze dell'ordine furono uccisi da un complotto ordito dalla mafia e da altri uomini infedeli allo Stato e alle istituzioni". E ancora: "La Commissione antimafia non può chiudere gli occhi davanti a questa vicenda e credo sia giusto che si chieda al procuratore generale antimafia Grasso di partecipare alla seduta di martedì".
Per il senatore Pd Giuseppe Lumia, componente dell'Antimafia, "non è una novità l'esistenza di un terzo livello, quello delle relazioni e delle collusioni mafiose di settori deviati dello Stato e di pezzi della politica coinvolti nelle stragi di mafia, su cui è necessario fare piena luce". "Le informazioni pubblicate dalla stampa - prosegue - non fanno altro che confermare quanto già emerso nelle ultime indagini sul periodo stragista. Dopo anni di depistaggi e omissioni non si può più tergiversare. La verità deve venire fuori in modo chiaro e limpido. Questo Paese ha un grande bisogno di verità e giustizia. La Commissione antimafia assuma in prima persona questa missione con impegno e determinazione".(07 maggio 2010)
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