Mentre quasi tutti festeggiavano la presunta legalizzazione delle droghe leggere a seguito del ritorno alla vecchia legge (che però non aveva legalizzato nulla) da queste pagine abbiamo già spiegato come la norma sia stata abrogata fondamentalmente per vizi procedurali e non perché bocciata nel merito. Circostanza confermata dalla Corte attraverso le motivazioni della sentenza (clicca qui) e dalla Lorenzin in una nota emessa ieri. La Consulta ha abrogato la legge a causa della disparità di contenuto rispetto alle altre norme comprese nel decreto sulle Olimpiadi di Torino del 2006 ma non ha messo in discussione – se non a spizzichi e bocconi – il merito della norma appena cassata che, se riproposta in maniera adeguata,può tranquillamente passare.
Un assist che avevamo già intravisto per tutti quei politici attaccati alla bandiera proibizionista e che, alla prima occasione, la collega di partito di Giovanardi, Beatrice Lorenzin, ha immediatamente deciso di capitalizzare sottoponendo nuovamente la legge appena cancellata al Consiglio dei Ministri. Attraverso una nota emessa ieri, infatti, il ministero della Salute ha spiegato che: "La sentenza ha determinato in modo automatico la cancellazione dell'intera disciplina amministrativa diretta a regolare, tra l'altro, la detenzione e la dispensazione dei farmaci a base di stupefacenti nonché di quelli utilizzati per la terapia del dolore, con un grave impatto sull'attività dei professionisti sanitari e dei pazienti bisognosi di cure. La pronuncia ha inoltre cancellato le due tabelle contenenti l'elenco delle sostanze stupefacenti, in particolare tutte le nuove droghe sintetiche classificate negli ultimi anni che, allo stato, non possono pertanto essere più considerate tali.Tale situazione è stata posta all'attenzione del Ministro della Salute dalle principali categorie di professionisti sanitari e di pazienti, che attendono un intervento urgente da parte del Governo.In questo stato di cose, il Ministro della Salute ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiedendone l'iscrizione urgente al prossimo CDM, di uno schema di decreto legge che ripristina le due tabelle contenenti le sostanze stupefacenti aggiornate alla data della pronuncia della Consulta nonché la relativa disciplina previgente, su cui la Corte costituzionale non ha formulato censure".
Traduzione, addio alla distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti dato che nelle tabelle indicate nella nota saranno nuovamente equiparate eroina, cocaina, hashish e marijuana. Verosimilmente tornerenno anche sanzioni penali per spaccio (oltre a quelle amministrative per i consumatori) per chi sarà trovato con quantità di sostanza superiori alle bassissime soglie previste per il consumo personale. Obiettivo della Lorenzin, braccio armato di Giovanardi nella crociata proibizionista, sembra quello di far passare la norma in maniera "corretta", senza forzature e facendola votare prima al CdM e successivamente in Aula. In questo senso, infatti, si legge nell'incipit della nota che: "La recente sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della legge Fini Giovanardi esclusivamente per motivi procedurali". Un nuovo test per il governo Renzi su un tema particolarmente sentito anche da molti elettori che potrebbero decidere di dargli (o togliergli) il sostegno alle prossime elezioni anche in relazione all'atteggiamento del Premier e del suo esecutivo sui diritti civili e individuali.
Aggiornamento: Il Consiglio dei ministri convocato questa mattina ha approvato, su proposta della Lorenzin e del Premier Matteo Renzi, il decreto che di fatto reistituisce la Fini-Giovanardi e i suoi effetti. Voto contrario da parte di Andrea Orlando, ministro della Giustizia.
Fabrizio Ferrante
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