martedì 18 marzo 2014

IL TESORO SEQUESTRATO

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Ultima avventura di Felice Giraudo per salvare il seme canapa Carmagnola

Quando si tratta di canapa, per difendere la natura, l'ambiente, le tradizioni agricole non basta la passione, bisogna avere molto coraggio. E Felice Giraudo, ex sindaco di Carmagnola ora all'opposizione, quando si tratta di canapa non demorde. Da sindaco aveva piantato la canapa al Gerbasso, con regolare comunicazione ai Carabinieri. Dopo la maceratura e la stigliatura, la fibra era andata a ruba nei musei etnografici e aveva suscitato l'interesse di alcune tessiture artigianali. Ma Giraudo non si rassegna all'idea che in Italia la canapa debba essere ridotta a un articolo da museo. E così ci spiega la sua ultima avventura di questi giorni: "Con il crescere della sensibilità verso i prodotti naturali e verso la qualità della vita, la coltivazione della canapa può avere un nuovo futuro, come fibra per tessuti da abbigliamento e da arredo, come materia prima per la produzione di carta e di isolanti per le abitazioni. Seguo questo discorso con molta attenzione da anni e mi pare che finalmente si stiano aprendo prospettive economiche concrete. Perdipiù, il ritorno della coltura della canapa nel carmagnolese potrebbe contribuire a ridurre l'impatto ambientale di talune coltivazioni, operazione in linea con le direttive Cee. Pochi sanno che la Cee oggi incentiva la produzione di due varietà di canapa, di cui una si chiama Carmagnola non a caso!". E continua: "Quello che mi pare vada maturando in Europa, mi ha convinto della necessità di tirare fuori e piantare semi da anni tenuti in serbo ancora da mio suocero, semi di germinabilità ormai ridotta. Si trattava di riprodurre, prima che sparisse del tutto, quella varietà di seme canapa che nei secoli passati ha reso il nome di Carmagnola famoso in Europa e nel mondo". Dopo avere inutilmente tentato di scoprire se c'era una procedura di autorizzazione da seguire, ho dovuto passare all'azione. Mi ha aiutato l'amico Bruno Crivello, mettendo a disposizione il campo, e così, in ritardo rispetto alla stagione e con una comunicazione ai Carabinieri, ci siamo imbarcati in questa avventura. La canapa è germinata, è cresciuta ed è giunta a maturazione. Nel mese di settembre abbiamo divelto, rigorosamente a mano e senza scarpe, gli steli maschi che sono stati consegnati per la stigliatura e gli steli femmina che abbiamo riposto su teloni e battuto, sempre rigorosamente a mano, con l'aiuto dell'esperto e amico Michelino Sandri, che ha poi provveduto a bruciare le punte. Tenuto conto che i semi erano riposti da molti anni, il risultato è stato abbastanza soddisfacente: 180 chilogrammi di seme, che consentirebbero il prossimo anno di avviare la ripresa della coltivazione".
Ma qui succede il colpo di fulmine! I semi sono stati tutti sequestrati dai Carabinieri.
Cosa è successo? Nella vicina Cavallermaggiore sono stati sorpresi due giovanotti in possesso di alcuni spinelli artigianali. Interrogati, i due hanno candidamente confessato di avere preso la marijuana (la canapa) a Carmagnola, in un campo sulla strada per Caramagna. Individuato il campo, i carabinieri sono risaliti agli autori della coltivazione e la storia si è complicata quanto l'esame del materiale sequestrato ha indicato un contenuto di alcaloide pari a 0,8 mentre la canapa da coltivazione non dovrebbe superare lo 0,5. La spiegazione c'è: la siccità e il caldo molto prolungato della stagione estiva appena terminata hanno causato una concentrazione superiore alle attese.
E adesso? Giraudo risponde: "Faremo istanza di dissequestro, per recuperare il nostro tesoro. E forse non tutto il male viene per nuocere, se il rumore fatto intorno a questa vicenda ci consentisse di sapere finalmente come possiamo restituire all'economia agricola carmagnolese una opportunità di cui avrebbe molto bisogno. Spero davvero che possiamo presto mettere nel Museo delle corde anche questo verbale di sequestro!".

Il Carmagnolese, Novembre 1997

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