mercoledì 17 agosto 2011

MANOVRA-BIS: ECCO GLI EFFETTI SULLE PERSONE CON DISABILITÀ

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I tagli agli enti locali incidono fortemente sui servizi ai cittadini, in particolare il trasporto pubblico e l'assistenza sociale a bambini, disabili e anziani. Ai Comuni resta poca scelta: diminuire i servizi, aumentare la partecipazione dei cittadini alla spesa o aumentare le imposte locali

persone con disabilità diverse
ROMA Molte le notizie di questi giorni sulle misure adottate dal governo nella cosiddetta manovra bis, approvata dal Consiglio dei Ministri il 12 agosto e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il giorno successivo (Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138). Tra di esse, non è sempre facile districarsi e arrivare ad un quadro chiaro di quali siano i diretti effetti di questi provvedimenti sulla vita delle persone con disabilità e dei loro familiari. A fare una sintesi e una analisi è il sito www.handylex.org dedicato alle persone con disabilità e ai diritti che le riguardano. Il decreto 138 si aggiunge alle misure già introdotte nella manovra di luglio (Legge 111 del 15 luglio) e inserisce nuove disposizioni di cui ampiamente la stampa sta offrendo una - più o meno - approfondita informazione: aumento della tassazione delle rendite finanziarie, privatizzazioni, tassazioni sui servizi di produzione e distribuzione energetiche, tagli dei cosiddetti costi della politica, incluse la riduzione del numero delle province e accorpamento dei piccoli comuni. Ma quali sono gli aspetti che pesano di più sul sociale? Come evidenzia Handiylex, sonosostanzialmente due: le restrizioni agli enti locali e l'anticipo della riforma fiscale e assistenziale. Cominciamo dal primo aspetto.
Gli enti locali. I tagli, anche strutturali e quindi non di emergenza, dei bilanci delle autonomie locali erano già previsti dalla Manovra di luglio, ma nel nuovo decreto la scure è ancora più severa. In totale, già nel 2012 Regioni, Province e Comuni dovranno risparmiare 6 miliardi che diventeranno, 6,4 nel 2013, e 6,4 dal 2014 in poi. Per l'esattezza 3,6 dovranno essere recuperati dalle Regioni, 1,7 miliardi dai Comuni (2 miliardi dal 2013) e 700 milioni dalle Province (800 dal 2013 in poi). Il meccanismo è quello del patto di stabilità fra Stato e autonomie locali, cioè un assieme di regole che impedisce agli enti locali di gestire i propri bilanci oltre certi limiti (qualitativi e quantitativi) di spesa.
Gli effetti dei tagli. Una restrizione di tale entità incide profondamente sui servizi erogati ai cittadini, in particolare il trasporto pubblico, l'assistenza sociale (cioè i servizi sociali a bambini, disabili, anziani) e, ancora una volta, sulla sanità oltre che su molti altri servizi che oggi vengono garantiti ai cittadini. Di fronte a questa situazione, agli enti locali rimangono tre possibilità, come mette in luce Handylex: diminuire la quantità e la qualità dei servizi; aumentare la partecipazione alla spesa da parte dei cittadini, oppure aumentare le imposte locali.
Tagli ai ministeri. Nel nuovo decreto aumentano anche i tagli ai ministeri già previsti dalla manovra di luglio. La somma totale dovrebbe essere di 7,4 miliardi che un successivo decreto stabilirà come suddividere fra i diversi dicasteri. "Anche in questo caso - è il commento di Handylex -, 7,4 miliardi di euro sono una cifra ingentissima e difficile da assorbire per qualunque ministero.
Nessun aggravio per Onlus e Fondazioni. Nella conferenza stampa di presentazione del Decreto e in successive dichiarazioni, il Ministro dell'Economia ha assicurato che i tagli non riguarderanno la scuola, la ricerca e il 5 per mille, cioè quella parte di prelievo fiscale che ogni contribuente può destinare alle Onlus o alle Fondazioni di ricerca ed altri soggetti non lucrativi.

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