Un’inchiesta del locale corrispondente della radio pubblica inglese alza il sipario sulla drammatica situazione nel paese africano. Famiglie che muoiono d’inedia vivono vicino a granai pieni: la speculazione internazionale ha reso i prezzi inaccessibili
“Il Niger, uno dei più paesi più poveri al mondo anche nei tempi migliori, sta affrontando la più severa crisi alimentare da dieci anni a questa parte”: è l’allarme della BBC, che pubblica oggi un ampioreportage del suo corrispondente africano. Carestie e inondazioni affliggono il paese del centro africa. E il paradosso è che, da mangiare, non mancherebbe.
MALNUTRIZIONE – I numeri sonoimpressionanti: “Più dell’80% della popolazione”, sottolineano da Londra, “è a rischio di insicurezza alimentare. L’indice di malnutrizione acuta è già sopra la soglia d’allarme per poter definire una carestia”. Come se non bastasse, è il cambiamentoclimatico a mettere ulteriormente in pericolo la popolazione locale. “Nel nord del paese”, continua infatti il corrispondente della BBC, “moltissimi capi di bestiame sono stati uccisi in seguito alle prime piogge intense dell’anno. Il repentino cambiamento climatico nel clima e nella dieta ha esercitato una pressione insopportabile su animali già piagati dalla fame”; così, “carcasse di mucche uccise dalla pioggia” popolano la regione del Tilaberi, “una delle più povere del paese”.
SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE – Gli aiuti internazionali non mancano. Sul sito della FAO è reperibile una lunga lista di iniziative sovranazionali e progetti delle Nazioni Unite in favore del paese: ma non basta. “Fonti ufficiali sostengono che ci sia bisogno di quasi 100 milioni di dollari in più per far fronte alle necessità”, nonostante la distribuzione di aiuti umanitari sia già “al secondo giro”. La popolazione è allo stremo: “Da quando l’ultima partita di cibo è finita”, racconta una donna di un villaggio locale, “ho iniziato a dar da mangiare metà razione alla mia famiglia”, composta da 15 persone peraltro; “prego Dio perchè i raccolti quest’anno ci garantiscano un po’ di cibo, o avremo bisogno di altri aiuti. O moriremo”. Eppure, il cibo, in Niger c’è.
GRANDI DISUGUAGLIANZE – E’ del 10 agosto l’ultimo – ed ennesimo – intervento della Commissione Europea che ha disposto lo stanziamento di ulteriori 15 milioni di euro a favore delle popolazioni del Niger. In un anno la sola Unione ha destinato complessivi 98 milioni di euro al paese del centro africa. Gli ufficiali delle Nazioni Uniteraccomandano agli operatori umanitari di comprare il cibo necessario sul mercato estero: quello interno, infatti, è devastato dalla speculazione, e innalzare ulteriormente la domanda sarebbe una pessima idea. “Potenti speculatori”, continua infatti la BBC, “hanno monopolizzato il mercato dell’import, forzando i prezzi al rialzo”; non ha aiutato “la generale speculazione che dal 2006 ha caratterizzato i mercati internazionali delle commodities”, fra cui la Borsa del grano a Chicago: e “la speculazione sui futures del grano ha permanentemente espulso i paesi più poveri dal mercato del cibo. Una situazione che Jean Ziegler, Incaricato Speciale delle Nazioni Unite per il Diritto all’Alimentazione ha di recente definito “un genocidio di massa”. E così, in Niger,nessuno può comprare da mangiare, anche se granai pieni di cibo, in teoria, ci sarebbero: “Non c’è carestia in senso stretto. E’ che la gente non può permettersi il cibo”, spiega il corrispondente. “Una realtà bizzarra”, conclude la BBC, in cui “preoccupanti livelli di malnutrizione coesistono con ricche partite di grano in vicini depositi”. A rimetterci, per primi, saranno i più piccoli: “La metà dei bambini malnutriti”, infatti, “non sopravviverà”.
FONTE : http://www.giornalettismo.com/
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