lunedì 7 marzo 2011

Lettera aperta a Rosy Bindi

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Cara Rosy,
la misura è colma, come ha detto la Camusso in piazza.
E’ colma di tutto il negativo possibile, vuota di tutto il bello possibile, aggiungerei.
Scrivo a te perché nel PD ci ho creduto tanto e ora, non mi ci riconosco più.
rosi-bindi-lettera-apertaNon c’è più il senso delle Parole. Né da una parte, né dall’altra.
Ma le Parole, Rosy, sono importanti, il loro potere è infinito, costruiscono mondi e li distruggono, riempiono lo spazio tra una vita ed un’altra, sono parte fondamentale della Democrazia.
Parlano urlando di farlo in mio nome, sbandierando tale onore che non è più reale, ma solo una buona copertura. No. Non parlano in mio Nome.
E  anche ponendo il caso che coincidano le parole usate, io vedo il divario tra il significato in cui io le avvolgo e il loro e tale lontananza è messa in evidenza da fatti, comportamenti, inquietudini, violenze.
E allora chiedo a te che, invece, delle Parole ne hai piena coscienza di prendere coraggio e accettare la corsa a Premier. Di staccarti da tutto quello che ora, invece, predomina indiscusso.
Di riempire le Parole del loro significato originario e di farle vivere con fatti e azioni che mirino davvero al bene di tutti e non a quello di una élite senza spina dorsale. Di quella élite che si comporta da falange greca e che ha serrato bene le fila così da non far passare chi può realmente cambiare le cose.
A questa falange, non solo grido “Dimettiti”, ma anche “Vergogna”.
E quindi sì, ti chiedo di dimetterti, da un Partito che non sa più fare opposizione e da una Camera che non ha più il senso della Dignità, propria ed altrui e si circonda di Parole che suonano bene, ma di cui poi non si sa portarne il peso e nemmeno si vorrebbe.
Ti chiedo di dimetterti per prendere distanza da tutto quello che oggi sbrana un Paese che è divenuto ‘paese’ e che tra pochi giorni, dovrebbe festeggiare un’Unità alla quale si tenta sempre di mettere il cappio al collo per poi aprire la botola.
Ti chiedo di dimetterti, perché vorrei tu corressi da sola, con un movimento che abbia davvero le tue idee, in cui l’uguaglianza passi per il rispetto della differenza di genere e non per l’annientamento di ogni genere di differenza. Un’onda composta da Donne e Uomini responsabili, di se stessi e delle cose degli altri, attenti al Futuro ed aperti verso il nuovo. Una corrente che porti noi giovani ad amarla la politica, a farla nostra, a sentirci “ognuno l’unico responsabile di tutto”, come ha detto Don Milani, così da saper prendere in mano le redini con coscienza e capacità al momento giusto.
Un gruppo che sappia realmente quale strada prendere e sia in grado di dare il giusto Nome alle cose e la giusta Forza , che sappia dire di “Sì”, ma che sappia anche dire di “No”, che sappia essere deciso e al tempo stesso gentile. Di quella gentilezza figlia di idee salde e buone.
Perché anche questo, è parte di una vera e grande Rivoluzione.
E “se non ora, quando”??
Chiara Pasqualini

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