L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) ha pubblicato il Rapporto 2010 sulla Tubercolosi , la pubblicazione annuale che dal 1997 aggiorna sulla situazione della tubercolosi nei paesi del mondo.
La lotta alla tubercolosi è uno degli obiettivi degli Obiettivi di Sviluppo per il Millennio per il 2015.
Si stima che nel 2009 vi sono stati 9,4 milioni di nuovi casi di tubercolosi nel mondo, (di cui 5,8 milioni di casi notificati e 3,3 milioni di donne) con 1,3 milioni di morti in HIV negativi e 380 mila casi di morte per tubercolosi in HIV positivi.
Dei quasi 1,7 milioni di morti per tubercolosi, 380 milioni sono donne.Muoiono nel mondo 4.700 persone al giorno.
Certo per una malattia prevenibile e curabile come la tubercolosi sono dei numeri drammatici. L'OMS stima che il calo dell'incidenza (oggi 137/100.000, nel 2004 142/100.000) della tubercolosi avviene in maniera troppo lenta, tanto da vanificare gli obiettivi del 2015 (si stima che a questi ritmi la malattia non sarà debellata prima di 50 anni).
La maggioranza di questi casi sono nel Sud Est Asiatico, in Africa e nel Pacifico Occidentale.
L'80% di casi di tubercolosi in sieropositivi da HIV sono in Africa.
La tubercolosi (conosciuta anche come tisi o TBC) è una malattia infettiva contagiosa causata da un micobatterio (germe Gram-positivo) il Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche bacillo di Koch (dal nome del suo scopritore, il tedesco Robert Koch, che il 24 marzo 1882 isolò il batterio. Per questa scoperta nel 1905vinse il Premio Nobel per la Medicina). Attacca prevalentemente i polmoni, ma può colpire altri organi, tra i quali l'apparato scheletrico, i reni, l'intestino e la pelle. Un forma disseminata, invasiva per via circolatoria, è chiamata tubercolosi miliare.
Poichè la forma più diffusa è quella polmonare, la trasmissione avviene per via respiratoria attraverso la tosse, soprattutto in luoghi affollati e dai bassi standard igienico-sanitari in situazioni di debilitazione generale. Infatti la TBC, quasi scomparsa nei paesi "ricchi" (in Italia vi sono circa 4500 casi all'anno, curabili farmacologicamente, negli Stati Uniti vi sono stati 11.545 casi - 3,8/100.000), era la tipica malattia dei luoghi di lavoro affollati, delle scarse condizioni igieniche e della sottoalimentazione. I sanatori che un tempo erano diffusi, oltre a dare cure farmacologiche, offrivano buona aria e cibo.
Già l'incidenza della tubercolosi cadde drasticamente prima degli anni '50 al migliorare delle condizioni igienico sanitarie in particolare nei luoghi di lavoro. Poi l'avvento degli antibiotici e delle vaccinazioni contribuì in maniera definitiva ad abbassare la casistica nei paesi ricchi. Vi fu poi una generale perdita di attenzione sul controllo della malattia che fece nuovamente risalire il numero dei malati nei paesi sviluppati, per tale ragione del 1993, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, richiamò uno stato di emergenza globale per la tubercolosi. Le cause sono da attribuite, oltre alla diminuita attenzione, alla comparsa di ceppi batterici resistenti agli antibiotici e alla comparsa di gravi malattie immunodeficitarie, come l'infezione da HIV, che contribuirono ad innalzare l'incidenza della malattia.
Oggi si stima che un terzo dell'umanità (circa 2 miliardi di persone) siano venute a contatto con la malattia.
Il trattamento della tubercolosi, che si basa su più farmaci antibiotici associati, si protrae per tempi molto lunghi (6-8 mesi) e questo, soprattutto nei paesi poveri, diventa un'ostacolo al contenimento della malattia (il paziente interrompe il ciclo o i farmaci finiscono). L'OMS pubblica e aggiorna periodicamente le linee guida per il trattamento della tubercolosi.
La tubercolosi è una malattia della povertà, prevenibile e curabile. I 4.700 morti al giorno sono un prezzo inaudito e ingiusto che la comunità umana paga alla miseria.
Si stima che nel 2009 vi sono stati 9,4 milioni di nuovi casi di tubercolosi nel mondo, (di cui 5,8 milioni di casi notificati e 3,3 milioni di donne) con 1,3 milioni di morti in HIV negativi e 380 mila casi di morte per tubercolosi in HIV positivi.
Dei quasi 1,7 milioni di morti per tubercolosi, 380 milioni sono donne.Muoiono nel mondo 4.700 persone al giorno.
Certo per una malattia prevenibile e curabile come la tubercolosi sono dei numeri drammatici. L'OMS stima che il calo dell'incidenza (oggi 137/100.000, nel 2004 142/100.000) della tubercolosi avviene in maniera troppo lenta, tanto da vanificare gli obiettivi del 2015 (si stima che a questi ritmi la malattia non sarà debellata prima di 50 anni).
La maggioranza di questi casi sono nel Sud Est Asiatico, in Africa e nel Pacifico Occidentale.
L'80% di casi di tubercolosi in sieropositivi da HIV sono in Africa.
I paesi con più casi di tubercolosi in Africa (oltre 1,4 milioni di casi notificati) sono il Sudafrica (oltre 400 mila casi), al terzo posto mondiale dopo India e Cina, l'Etiopia (oltre 148 mila casi), la Repubblica Democratica Congo(112 mila casi), il Kenya (102 mila casi), la Nigeria (88 mila casi), laTanzania (71 mila casi), il Mozambico (43 mila casi), lo Zimbabwe (42 mila casi) e l'Uganda (41 mila casi).
La tubercolosi (conosciuta anche come tisi o TBC) è una malattia infettiva contagiosa causata da un micobatterio (germe Gram-positivo) il Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche bacillo di Koch (dal nome del suo scopritore, il tedesco Robert Koch, che il 24 marzo 1882 isolò il batterio. Per questa scoperta nel 1905vinse il Premio Nobel per la Medicina). Attacca prevalentemente i polmoni, ma può colpire altri organi, tra i quali l'apparato scheletrico, i reni, l'intestino e la pelle. Un forma disseminata, invasiva per via circolatoria, è chiamata tubercolosi miliare.
Poichè la forma più diffusa è quella polmonare, la trasmissione avviene per via respiratoria attraverso la tosse, soprattutto in luoghi affollati e dai bassi standard igienico-sanitari in situazioni di debilitazione generale. Infatti la TBC, quasi scomparsa nei paesi "ricchi" (in Italia vi sono circa 4500 casi all'anno, curabili farmacologicamente, negli Stati Uniti vi sono stati 11.545 casi - 3,8/100.000), era la tipica malattia dei luoghi di lavoro affollati, delle scarse condizioni igieniche e della sottoalimentazione. I sanatori che un tempo erano diffusi, oltre a dare cure farmacologiche, offrivano buona aria e cibo.
Già l'incidenza della tubercolosi cadde drasticamente prima degli anni '50 al migliorare delle condizioni igienico sanitarie in particolare nei luoghi di lavoro. Poi l'avvento degli antibiotici e delle vaccinazioni contribuì in maniera definitiva ad abbassare la casistica nei paesi ricchi. Vi fu poi una generale perdita di attenzione sul controllo della malattia che fece nuovamente risalire il numero dei malati nei paesi sviluppati, per tale ragione del 1993, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, richiamò uno stato di emergenza globale per la tubercolosi. Le cause sono da attribuite, oltre alla diminuita attenzione, alla comparsa di ceppi batterici resistenti agli antibiotici e alla comparsa di gravi malattie immunodeficitarie, come l'infezione da HIV, che contribuirono ad innalzare l'incidenza della malattia.
Oggi si stima che un terzo dell'umanità (circa 2 miliardi di persone) siano venute a contatto con la malattia.
Il trattamento della tubercolosi, che si basa su più farmaci antibiotici associati, si protrae per tempi molto lunghi (6-8 mesi) e questo, soprattutto nei paesi poveri, diventa un'ostacolo al contenimento della malattia (il paziente interrompe il ciclo o i farmaci finiscono). L'OMS pubblica e aggiorna periodicamente le linee guida per il trattamento della tubercolosi.
La tubercolosi è una malattia della povertà, prevenibile e curabile. I 4.700 morti al giorno sono un prezzo inaudito e ingiusto che la comunità umana paga alla miseria.
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