lunedì 29 novembre 2010

Acqua: ecco i Comuni in cui non è potabile

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Troppo arsenico nell'acqua potabile di 127 Comuni italiani, soprattutto del Lazio. Vi diciamo in quali non può essere bevuta, né usata per cucinare. E anche dove sarebbe meglio non darla ai bambini sotto i 3 anni.
Centomila italiani potrebbero rimanere senza acqua potabile. La Commissione europea ha respinto la richiesta di deroga ai limiti di legge inoltrata dall'Italia per la concentrazione di arsenico presente nell'acqua destinata ad uso potabile. Dieci microgrammi per litro è la quota di arsenico permessa dalla legge, ma dal nostro Paese era arrivata una richiesta di deroga fino a 50 microgrammi per litro. Una richiesta che Bruxelles ha giudicato rischiosa per la salute dei cittadini, ragion per cui ha fissato il limite massimo a 20 microgrammi per litro. Se la concentrazione di questa sostanza velenosa è maggiore, si va incontro a "rischi sanitari superiori, in particolare alcune forme di cancro": è quanto afferma la Commissione europea in un documento del 28 ottobre, citando pareri dell'Organizzazione mondiale della sanità e dello SCHER (Scientific Committee on Health and Environmental Risks), comitato scientifico della Commissione stessa. Se l'Italia non rispetterà il divieto, rischia un procedimento davanti alla Corte di Giustizia europea.
Dove è vietato l'uso alimentare
Sono 127 i Comuni interessati da questo stop di Bruxelles e che pertanto rischiano di chiudere i rubinetti. Le regioni più colpite sono Lazio (91 zone) e Toscana (19 zone): in questo documento trovate l'elenco delle zone in cui le concentrazioni di arsenico sono tali da non permettere un uso alimentare dell'acqua. È vietato sia berla, sia utilizzarla per cucinare.
Dove è meglio non darla i bambini
Poi ci sono i Comuni con problemi "minori" per quanto riguarda arsenico, boro e fluoruro: ecco l'elenco. L'acqua erogata da questi acquedotti non dovrebbe essere destinata ai bambini di età inferiore ai 3 anni.
Cosa devono fare i cittadini e gli enti pubblici. La nostra diffida ai Comuni
In questi casi i Comuni, le Regioni e le Province autonome devono informare adeguatamente e tempestivamente i cittadini, fornendo indicazioni specifiche per le categorie di popolazione più esposte a rischi.
I cittadini non pensino di risolvere il problema con caraffe filtranti. Solo gli impianti con filtri a osmosi inversa sono efficaci nell'eliminazione di arsenico e boro. Ma il costo della depurazione non può e non deve pesare sui singoli cittadini. Gli acquedotti hanno l'obbligo di porre rimedio alle concentrazioni fuorilegge al più presto. Ci sono tanti modi per farlo: scegliere nuove fonti di approvvigionamento dell'acqua, diluire le fonti problematiche o trattando con processi di filtrazione l'acqua di rete. Abbiamo deciso di inviare una lettera di diffida ai 127 Comuni interessati dal superamento della soglia di arsenico nell'acqua potabile chiedendo loro di adottare con urgenza tutti i provvedimenti necessari a tutelare la salute della popolazione.

fonte:
  http://www.altroconsumo.it/

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