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lunedì 19 agosto 2013
FederAnziani a camici bianchi: non è etico sottomettersi ai superiori per tossicità finanziaria!
Dai dati dell’INPS, dell’Istat, del XV Rapporto PIT Salute, dell’Agenas, abbiamo constatato che noi pazienti non possiamo più, nella pratica, accedere alle cure che ci sono necessarie. Farmaci che non arrivano negli ospedali a partire dalla seconda metàdell’annoanziani per ‘tossicità finanziaria’, liste d’attesa che volano come lo spread in tempo di crisi: 220 giorni per una TAC, 365 giorni per una mammografia, 438 giorni per una MOC. Ai camici bianchi, perciò, diciamo: i cittadini non possono essere curati solo in base a disponibilità economiche, la salute non è un costo ma un bene prezioso”. A dichiararlo è il Presidente di FederAnziani, Roberto Messina. “Gli anziani italiani sono sempre più poveri – prosegue Messina – tre su quattro di loro percepiscono una pensione inferiore ai 1.000 euro e circa un terzo vive con una cifra che va dai 500 ai 1.000 euro mensili. Sono sempre più quelli che per ragioni economiche sono costretti a rinunciare a curarsi, visto il peso crescente dei ticket e la lunghezza abnorme delle liste di attesa che di fatto rendono impossibile esercitare il diritto alla salute. Se consideriamo che con queste pensioni siamo costretti a pagarci farmaci, visite specialistiche, indagini diagnostiche, come facciamo a sopravvivere? E quando rinunciamo a curarci, per reale e sostanziale impossibilità finanziaria, la nostra salute subisce un peggioramento che si traduce in recidive e ricoveri da acuzie sopraggiunte, al costo medio di 800 euro al giorno per l’SSN, aggravandone i costi. Voi medici – continua Messina rivolgendosi ai camici bianchi – siete gli unici che possano aiutarci e difenderci. Occorre, però, che troviate la forza, che abbiate uno slancio di orgoglio per riappropriarvi della vostra professione. A partire dalla prescrizione dei farmaci, che vi compete e della quale siete i soli responsabili, in quanto unici conoscitori della storia clinica di ogni singolo paziente. Ma voi medici – prosegue l’appello – dovete riconquistare il vostro ruolo anche a fronte del progressivo spostamento di potere decisionale in merito alle scelte terapeutiche verso organi burocratici che niente dovrebbero avere a che fare con tali decisioni. E’ ancora una volta a voi medici, infatti, che competono le scelte fondamentali sull’appropriatezza terapeutica, da ponderare in ragione della patologia del paziente e del rapporto benefici/rischi connessi alla terapia, in scienza e coscienza. Non è etico, per contro, sottomettersi ai superiori per far quadrare i conti a scapito della salute dei pazienti come un antidoto alla tossicità finanziaria. Forse sarebbe più onesto dirgli la verità. Ovvero chiedere, voi per primi, con l’appoggio che noi cittadini potremo darvi, più mezzi e uomini per abbattere le liste d’attesa e per rendere i farmaci accessibili a tutti coloro che ne hanno diritto, al di là del costo, che non può essere il solo criterio di scelta. La nostra salute è affidata a voi, ed è vostra responsabilità tutelarla, non certo di figure professionali terze, alle quali rispondete, che non conoscono neanche il nostro nome e cognome e che non si interessano minimamente di noi”. FederAnziani fa infine appello al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin affinché nel Patto della Salute sia inserito a chiare lettere il principio del “Diritto alla Salute”, solennemente sancito dalla Carta Costituzionale e oggi compromesso e “dimenticato” dai decisori locali.
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