lunedì 9 agosto 2010

L'Aquila fra miseria e denaro

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Fra le tante disfatte di questo governo quella dell'Aquila è la più pesante. Il centrodestra ha illuso i terremotati abruzzesi, ferendoli nell'orgoglio in un momento estremamente triste.
Le ultime inchieste sugli 
appalti del post-terremoto stanno mettendo a nudo un sistema affaristico basato sulla corruzione. Un sistema molto caro agli amici del Premier, in politica col solo scopo di arricchirsi.
Gli aquilani vivono in alloggi di fortuna, gli alberghi abruzzesi che ospitano gli sfollati sono a corto di denaro, il centro storico di l'Aquila è un ammasso di macerie. Tutto questo mentre l'informazione deviata dell'epoca berlusconiana racconta una realtà che non esiste.
Oggi l'Aquila è la 
manifestazione dei terremotati a Roma, manganellati perché colpevoli di vivere da sfollati. Oggi l'Aquila è il lavoro di un pool di magistrati caparbi che indaga su come furono assegnati gli appalti del post-terremoto. Oggi l'Aquila è il coraggio dei giovani che sognano ancora la loro città, nonostante la cricca che rideva la notte del sisma.
Affido a Carlo Costantini, capogruppo Idv del Consiglio regionale abruzzese, una lucida analisi sugli ultimi risvolti giudiziari circa gli appalti del post-terremoto.
Testo dell'intervento
Carlo Costantini: L'inchiesta che ha colpito nuovamente l'Abruzzo tradisce quanta miseria e quanta subalternità il governo regionale ha avuto nei confronti del Presidente del Consiglio Berlusconi. Quando in campagna elettorale, alla fine del 2008, si denunciava questa sudditanza totale del candidato Chiodi nei confronti di Berlusconi in qualche modo si rappresentava poi quello che esattamente è avvenuto e si è determinato. Io non conosco nei dettagli i contenuti delle inchieste, ci sono dei regali, la procura e il Gip sostengono che questi regali rappresentano la prova della corruzione, gli indagati si difendono e sostengono che questi regali hanno origine diversa, ed evidentemente questi aspetti li chiarirà la magistratura. L'unica cosa certa è la subalternità del ruolo svolto dalla Regione nei confronti di Berlusconi. La Regione avrebbe dovuto organizzarsi, avrebbe dovuto attrezzarsi, per la gestione di tutte le questioni inerenti post-terremoto, invece si è limitata a questuare di volta in volta degli aiuti e sono stati elargiti a destra e a manca utilizzando il potere delle ordinanze. Questo è lo snodo di tutta la ricostruzione, di tutta la gestione dell'emergenza a L'Aquila. Il potere di ordinanza, un potere assoluto che di fatto ha sospeso la democrazia a L'Aquila. Potere assoluto che ha interrotto l'applicazione delle regole previste dal codice degli appalti, un potere assoluto che ha blindato il sistema e ha reso complessi, se non addirittura impossibili, anche i controlli che tradizionalmente spettano alle assemblee elettive. In Consiglio regionale non siamo mai riusciti ad affrontare questi temi, nonostante le iniziative dell'Italia dei Valori, le interpellanze, le risoluzioni, la presentazione di proposte di legge. Non si è mai riusciti ad avere chiarezza su tutto, c'è stata una conduzione dell'emergenza che ha di fatti consentito a pochissimi di gestire tutto e il contrario di tutto. Ancora oggi non siamo riusciti a sapere le ragioni per le quali nelle trattative private alcune ditte sono state invitate e altre centinaia no. Non siamo riusciti a capire le ragioni per le quali invece di seguire le imprese che avevano affidato lavori in subappalto senza esserne autorizzate, il governo abbia deciso di fare una maxi sanatoria, consentendo questi lavori e queste esecuzioni di subappalti privi di autorizzazione. C'è stata un'ordinanza che come al solito ha sanato questo tipo di regolarità. Ancora oggi non siamo riusciti a sapere quanti soldi sono stati spesi per la realizzazione complessiva del processo CASE, ci sono ancora dati vecchi di tre mesi, di quattro mesi, e ancora oggi non siamo riusciti a conoscere il nome dei collaudatori, dei tecnici coinvolti in questa complessissima attività. Quello che sappiamo, invece, è che in modo del tutto abusivo una larghissima quota dei fondi provenienti dall'Unione Europea sono stati utilizzati per la realizzazione di questo progetto, cosi come sappiamo che una larghissima parte anche delle donazioni provenienti da tutto il mondo sono state, dal mio punto di vista, abusivamente utilizzate per la realizzazione del progetto CASE. C'è stata la sospensione completa della democrazia, i cittadini sono stati posti nella condizione di sudditi, ed è evidente che in una condizione di difficoltà come questa chi ti consente in qualche modo di ottenere una risposta, benché minima, diventa il tuo punto di riferimento. A L'Aquila si è determinato tutto il peggio che in qualche modo si è determinato in questi anni in Italia, in un sistema che tendenzialmente spinge per affamare la popolazione, per privarla di opportunità di lavoro, per togliere speranze ai giovani, e poi acquisisce, assorbe sulle spalle e sulle competenze di pochissimi, il potere di dare risposte. In un sistema come questo, che vede centinaia di migliaia di giovani, privi di ogni speranza, e pochissimi potenti di turno in grado di dare risposte che i giovani si aspettano è evidente che il sistema si ammala. Ecco perché sono convinto che in un momento come questo deve essere ancora più forte da parte del centrosinistra, e mi riferisco in particolare al Partito Democratico, la scelta di costituire un'alternativa di governo seria, rinunciando a soluzioni pasticciate, rinunciando alla perpetuazione del potere, perché quello che è avvenuto in Abruzzo non è stato altro che un passaggio di testimoni tra persone che hanno continuato a gestire le stesse situazioni, ricevendo in eredità le stesse società, Abruzzo Engineering era stata una società costituita e sponsorizzata fortemente da Del Turco, che una volta andato via gli uomini di Chiodi e lo stesso Chiodi hanno continuato a gestire come e più di prima. Credo che sia necessario, da parte di tutti di quelli che hanno ancora speranza nel futuro e di quelli che sono convinti che le cose cosi non possono andare avanti, di caricarsi una responsabilità forte, quella di costruire un'alternanza di governo che non sia finalizzata a gestire il potere in quanto tale, 


come sembra si stia determinando a livello centrale in Parlamento, con la nascita di queste ammucchiate che sarebbero totalmente prive di legittimazione popolare, prima ancora che di idee e di progetti di governo, ma sia necessario presentarsi agli elettori nel più breve tempo possibile, e credo anche in Abruzzo, perché se le inchieste che hanno avuto oggi inizio dovessero avere sviluppi è evidente che l'Abruzzo non potrà in qualche modo sottrarsi per lungo tempo dall'interrogarsi sull'opportunità o sulla necessità di tornare alle urne, considerando anche i coinvolgimenti più o meno diretti del Presidente della Regione per offrire ai cittadini un'opzione di governo capace di restituire fiducia, serenità, per le possibilità di sviluppo del nostro Paese e della nostra Regione.

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