ROMA. Ieri, intervenendo, al meeting dei popoli di Comunione e Liberazione il sottosegretario Stefano Saglia ha annunciato che il decreto per la strategia nucleare, previsto per ottobre, conterrà «garanzie per le aziende», cioè indennizzi per chi investe, nel caso in cui, per un cambio di governo o «qualsiasi altro intoppo», il progetto si arresti: «Valuteremo in che modo impedire che i costi non riconducibili a inadempienze delle imprese si scarichino sulle imprese». Sarebbe allo studio «una soluzione che preveda delle garanzie nel caso in cui il programma del governo non dovesse completarsi o un governo successivo dovesse contraddire la decisione già presa: una sorta di indennizzo».
Secondo Greenpeace Italia «Le dichiarazioni di ieri, a Rimini, del sottosegretario Stefano Saglia smascherano definitivamente i trucchi del Governo sul nucleare. Significa che il governo Berlusconi non solo ha intenzione di decidere la costruzione di nuove centrali nonostante il parere contrario delle Regioni e della popolazione, ma vuole anche "blindare" questa scelta per il futuro, pur di regalare soldi ai suoi amici. Insomma, il nucleare, comunque vada, lo pagheranno in bolletta gli italiani. Queste bollette, salate a causa della follia nuclearista del governo, Greenpeace le ha già preparate e distribuite ai cittadini italiani. E che i costi saranno stellari è sicuro, perché il reattore francese Epr, decantato come la terza generazione del nucleare, è in realtà un prototipo del quale non è chiaro nemmeno il progetto: addirittura, i ritardi nei due cantieri esistenti (nessun Epr è mai entrato in funzione a oggi) hanno affossato i bilanci di Areva (l'impresa produttrice) e costretto Edf (l'Enel francese) a chiedere un aumento delle bollette. Puntualmente ottenuto».
In effetti le parole di Saglia sono abbastanza preoccupanti, sembra di sentire il governo dell'India che, per attirare imprese straniere a costruire centrali nucleari, assicura che i danni e i risarcimenti di eventuali gravi incidenti nucleari se li accollerà tutti lo Stato. Un bell'incentivo per gli investimenti nella sicurezza della centrale e nella responsabilità di impresa...
Tornando al nostrano "rinascimento" atomico, Greenpeace sottolinea che «Il nucleare, quindi, si conferma come una pericolosa perdita di tempo, costosa e rischiosa. Un trucco per regalare soldi all'ennesima lobby, sottrarre investimenti a una rivoluzione energetica in cui l'Italia può essere protagonista (con un salto tecnologico ed occupazionale di prim'ordine) e rendere il nostro Paese sempre più dipendente dall'estero per le fonti energetiche: i brevetti sul nucleare sono tutti francesi, mentre l'uranio delle miniere di Areva ammazza la gente in Niger».
fonte : http://www.greenreport.it/
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