sabato 31 luglio 2010

IN AZIONE NEL CAMPO OGM IN FRIULI

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Attivisti di Greenpeace in azione nel campo di mais OGM a Vivaro, in 
provincia di Pordenone.ROMAItalia — Abbiamo le prove di un secondo campo di mais OGM in Friuli. All'alba i nostri attivisti sono entrati nel campo - a Vivaro in provincia di Pordenone - e hanno tagliato, isolato e messo in sicurezza le parti superiori delle piante di mais transgenico che producono il polline, responsabile della contaminazione. Stiamo facendo quello che le autorità hanno rimandato per settimane.
Siamo di fronte a un atto assolutamente irresponsabile: anche in questo campo il mais è fiorito e sta già disseminando il proprio polline sulle coltivazioni circostanti. Il tipo di mais OGM è precisamnete ilMON810 brevettato dalla statunitense Monsanto.
Questo è il secondo campo di mais transgenico che abbiamo identificato in pochi giorni. A questo punto non possiamo escludere che, oltre al campo di mais di Fanna identificato ieri, esistano anche altre coltivazioni di mais OGM in Friuli. È quanto mai necessario che la pubblica autorità provveda oggi stesso a isolare e distruggere entrambi i campi OGM di Fanna e Vivaro, e che inizi immediatamente una scrupolosa campagna di campionamenti e analisi a più ampio raggio.

La Procura di Pordenone non deve più perdere tempo e incriminare i responsabili e tutti i suoi possibili complici. Il rischio di una contaminazione di tutto il mais del Friuli deve essere scongiurato.
Alla luce di questi avvenimenti, ci appelliamo al Governo italiano affinché respinga la recente proposta della Commissione europea: semaforo verde agli OGM in cambio della possibilità di un divieto nazionale basato su promesse legislative indifendibili in tribunale quando le aziende biotech ricorreranno contro tali decisioni.
La Commissione, infatti, chiede di velocizzare le autorizzazioni degli OGM, diminuendo i margini di sicurezza ambientale dei medesimi, ma non intende concedere agli Stati membri la possibilità di vietare OGM per motivi legati alla salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente.
La stessa valutazione della Commissione ha concluso poi che la proposta causerebbe un "impatto negativo per gli agricoltori NON-Ogm" poiché non si potrebbe far fronte ai problemi di contaminazione che scaturirebbero negli Stati membri che decidessero di avviare coltivazioni transgeniche.

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