martedì 3 agosto 2010

VENTO E SOLE: DA BENE PUBBLICO A RENDITA FINANZIARIA PER POCHI

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di Raffaele Langone


Propongo un ragionamento e delle osservazioni che prendono spunto dall’agire politico della mia regione, la Basilicata, ma credo estendibile come proposta ed analisi a tutte le regioni italiane.
L’on Rocco Curcio per descrivere la provincia di Potenza soleva dire che “essendo questo nostro territorio né pianura e né montagna non poteva in esso che esserci miseria. Non abbiamo la ricchezza delle attività che possono svolgersi in pianura nè abbiamo le montagne alte quanto basta per potervi svolgere attività economiche. Insomma il nostro territorio è fatto di valli e montagne “spelacchiate” dalle quali non è possibile ricavare alcun chè”.

Quando l’on Curcio faceva queste considerazioni eravamo agli inizi degli anni ottanta. Ne è passato di tempo da allora. La società italiana nel frattempo ha subito stravolgimenti prima inimmaginabili…. e con essa la concezione dell’On Curcio. E si perché nel frattempo nelle valli di quel territorio si è trovato il petrolio e le montagne “spelacchiate” erano e sono tali perché sferzate dal vento.

Chi avrebbe mai immaginato, a quei tempi, che il vento potesse diventare una risorsa economica per i lucani?.. Per i lucani?..Insomma..non proprio. Ma andiamo con ordine.

Per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, come il vento appunto, nel 1999 il governo decise di sostenere economicamente l’iniziativa di quei soggetti che avessero realizzato impianti eolici pagando un sovrapprezzo per ogni Kwh prodotto, il cosiddetto Certificato Verde.

Questo si rese necessario perché il costo del Kwh prodotto con la tecnologia eolica di allora era molto maggiore rispetto a quello prodotto dalle centrali elettriche alimentate da combustibili fossili.



Questa incentivazione sollecitò ed attivò interessi talmente diffusi che oggi possiamo dire di non avere comune in Italia e nella fattispecie in Basilicata che non sia stato interessato da indagine anemometrica e dalla conseguente proposta economico – tecnica per realizzare in loco una centrale eolica.

Ogni proposta prevede che al comune che autorizzi sul proprio territorio la costruzione di una centrale eolica gli venga riconosciuta una percentuale annua, tra 1.5 ed il 3% degli incassi provenienti dalla vendita dell’energia elettrica prodotta. Oggettivamente poca cosa.
Il vento poteva essere, anzi può ancora essere una risorsa per le genti di Basilicata e di tantissimi italiani in Puglia, in Sardegna etc. Come? Attraverso le Public Company, attraverso cioè un azionariato diffuso che partecipa finanziariamente nelle società pubblico-private che realizzano e gestiscono gli impianti eolici.
Un buono postale di 5.000 euro rende circa lo 0,8% percento di interesse annuo, una miseria. Un analogo importo sottoscritto in azioni di una società eolica renderebbe tanto ma tanto di più (dal 100 al 300 per cento).
E le genti lucane potrebbero godere di questo differenziale economico che nei tempi in cui viviamo significherebbe moltissimo per tantissime famiglie.
Se un sito è ventoso si trova immediatamente la banca che attraverso la procedura del Project Finance mette a disposizione le risorse finanziarie necessarie a realizzare la centrale eolica. Se poi a garantire la parte non coperta dal finanziamento bancario oltre ai privati sottoscrittori intervenisse anche la Regione con apposita fideiussione a garanzia della quota sottoscritta dai comuni, l’operazione “vento ai lucani e per i lucani” sarebbe conclusa.
Ne beneficerebbe la Regione, i comuni, il popolo di Basilicata, i consumatori di Basilicata. Un’operazione di questa portata avrebbe bisogno di una struttura, di un impegno e di una Politica.
Sarà così? La SEL potrà essere questa struttura? Ma la politica lo vorrà? Forse sì se sarà finalmente la Politica dei e per i cittadini. Purtroppo il piano energetico riapprovato dal consiglio regionale di Basilicata ha detto no!!!!..Il vento ed il sole che sono di tutti renderanno ricche pochissime persone.
Come lucani potevamo differenziarci da quanto succede altrove in Italia..e Invece !!! Quale allora la differenza tra le politiche del centro sinistra e del centro destra? Entrambe sostengono la RENDITA di pochi a discapito di una potenziale distribuzione di risorse per molti. Il riformismo..il nuovo dov’è? ..Alla via così !!!

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