venerdì 8 ottobre 2010

Contro il ddl Gelmini La scuola si ferma, cortei in tutta Italia.

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Con due striscioni piazzati davanti al ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere a Roma è cominciata, all'alba, la giornata di protesta contro la riforma della scuola dell'Unione degli Studenti e di Link-coordinamento universitario.
"8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l'incubo, noi la sveglia" recita uno striscione, "La paura fa 90 ...CORTEI IN ITALIA", si legge su altri due grandi striscioni sorretti da alcuni ragazzi con una maschera da mimo, secondo quanto informano Uds e Link in un comunicato. Oggi studenti di vario ordine e grado aderenti a varie sigle e movimenti studenteschi si mobilitano con manifestazioni in numerose città italiane contro la riforma. A Roma, il corteo degli studenti universitari che partirà dalla Sapienza (preceduto dallo striscione "Governo, Rettori, Confindustria siete il passato. Riprendiamoci il futuro") si unirà agli studenti medi partiti da Piramide per arrivare tutti insieme davanti al Miur.






Oltre alle grandi città, la protesta coinvolge anche la provincia. In Sicilia sono già annunciate quindici mobilitazioni a Salemi, Canicattì, Modica, Milazzo, Termini Imerese. In Sardegna, oltre a Cagliari, si sono organizzate Oristano e Olbia. A Sorgono è prevista un'assemblea in un liceo scientifico. Brindisi attende quindici pullman dalla provincia. A Napoli e Bari il corteo si concluderà davanti ai palazzi della Regione. Altrove - Siena, Livorno, Viareggio, Savona, Piacenza, Ferrara, Cesena, Bergamo, Udine, Pordenone - finirà davanti ai provveditorati. A Roma la manifestazione più grande di fronte al ministero dell'Istruzione.
Un'ora di sciopero per oggi è stata indetta anche dalla Flc-Cgil. "Un'ora del tuo lavoro per non rinunciare al futuro di tutti". Con questo slogan il sindacato promuove lo sciopero tra i lavoratori della conoscenza (scuola e università, pubbliche e private, ricerca, formazione professionale e Afam), che sono in tutto quasi un milione e mezzo. "Solo il ministro Gelmini - osserva la Flc - dice che va tutto bene, nonostante i fatti la smentiscano e i dati Ocse bollano l'Italia in coda negli investimenti in conoscenza". Lo sciopero fa parte della campagna autunnale "Rompere il silenzio".
Lo stop breve riguarda tutti i docenti, i dirigenti scolastici, gli educatori e tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, dell'università e della ricerca, sia in Italia sia nelle istituzioni scolastiche italiane all'estero. L'adesione può avvenire per la prima ora di lezione o di servizio in tutti gli istituti e per la prima ora di attività educative. Per il personale tecnico-amministrativo l'astensione dal lavoro riguarderà la prima ora della giornata lavorativa. Per il personale in turno, l'astensione dal lavoro riguarderà la prima ora di ogni turno. Per i docenti e per il personale amministrativo e tecnico in servizio nei conservatori, infine, lo sciopero riguarda la prima ora di qualunque attività istituzionale prevista.
"Oltre alla grave questione della precarietà
, io credo che il dibattito sulla scuola, anche nel centrosinistra, debba e possa tornare ad avere un respiro più ampio'. Ha scritto l'ex ministro ell'Istruzione Giuseppe Fioroni in una lettera al Corriere della Sera di oggi, in cui sottolinea "l'urgenza di un diverso sistema sia di formazione che di reclutamento". Per far fronte al problema dei precari, "giudicherei una decisione saggia e giusta che le graduatorie permanenti, già trasformate in graduatorie ad esaurimento, vengano effettivamente utilizzate per bloccare quella che è diventata una fabbrica delle illusioni", suggerisce il deputato del Pd. Fioroni indica poi quattro punti per intervenire sulla formazione e il reclutamento. "Occorre investire risorse per la formazione e l'aggiornamento, prevedendo periodi sabbatici presso le università in corsi con valutazioni finali, e occorre reperire risorse adeguate per premiare il merito (dei docenti) e individuare una metodologia per evidenziarlo, fondata su riscontri oggettivi e sulla reputazione".

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