venerdì 29 aprile 2011

CANAPA: tessuti, plastica, carburante, olio e semi… infinite proprietà di questa pianta miracolosa

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LA CANAPA
UNA RISORSA PULITA
PER UN’ECONOMIA SOSTENIBILE

Si parla sempre molto di ambiente, ma se ne parla anche molto a sproposito. Infatti, nonostante i tanti dibattiti, quando c’è una possibilità di sostituire il petrolio con materie prime naturali e rinnovabili, nessuno se ne accorge (così come nessuno si è mai accorto del più grande sperpero di risorse energetiche della Storia, quello del metano). Certo, è molto difficile oggi immaginare un’economia sviluppata che possa fare a meno del petrolio, dei milioni di alberi abbattuti ogni anno per fare la carta, e dei prodotti dell’industria chimica. Ed è altrettanto difficile immaginare una società affluente senza le montagne di rifiuti, l’inquinamento e gli altri danni all’ambiente a cui siamo da tempo abituati.
Eppure una concreta e fondata speranza esiste: questa speranza ci viene dalla canapa. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili, materiali per l’edilizia ed anche un olio alimentare di altissime qualità. La canapa è stata, tra le specie coltivate, una delle poche conosciute fin dall’antichità sia in Oriente che in Occidente. In Cina essa era usata fin dalla preistoria per fabbricare corde e tessuti, e più di 2000 anni fa è servita per fabbricare il primo foglio di carta. Nel Mediterraneo già i Fenici usavano vele di canapa per le loro imbarcazioni. E nella Pianura Padana la canapa è stata coltivata per la fibra tessile fin dall’epoca romana. Ma quali sono le materie prime della canapa, e quali prodotti se ne possono ottenere?
MATERIE PRIME
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La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d’altezza. La parte fibrosa del fusto si chiama “tiglio” e la parte legnosa “canapolo”. La canapa può essere coltivata per due scopi principali: per la fibra tessile o per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va fatto subito dopo la fioritura, e si possono ottenere fibre tessili (20 %), stoppa (10 %) e legno o canapolo(70 %). Se invece si coltiva la canapa per i semi, la parte fibrosa o tiglio è interamente costituita da stoppa, cioè da fibra di qualità inferiore inadatta per l’uso tessile, ma che può sostituire la maggior parte delle fibre industriali. Una importante caratteristica della pianta di canapa è la sua produttività. E’ una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno. Molti contadini vogliono riprendere a coltivare la canapa se non altro perchè, data la sua velocissima crescita, essa sottrae la luce e soffoca tutte le altre erbe presenti sul terreno, e lo libera quindi da tutte le infestanti meglio di quanto non sappiano fare i diserbanti.


Ecco che cosa si può ricavare da queste materie prime:
TESSUTI
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La pianta di canapa, più produttiva in fibra tessile del cotone, oggi può essere lavorata in impianti che sostituiscono le lunghe e faticose lavorazioni manuali di un tempo. La sua coltivazione richiede pochi pesticidi e fertilizzanti, mentre il cotone specialmente di pesticidi ne richiede moltissimi. Inoltre la fibra della canapa è molto più robusta e dura più a lungo. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla sottile quanto si vuole, e viene proposta in sostituzione del cotone e delle fibre sintetiche.
SEMI E OLIO
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La canapa, oltre che per la fibra tessile può essere coltivata per ricavarne i semi. I semi di canapa contengono proteine di elevato valore biologico nella misura del 24 %, ed un olio nella percentuale dal 30 al 40 %. Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo.
Le qualità dell’olio di canapa sono eccezionali. E’ particolarmente ricco di grassi insaturi ed è l’ideale per correggere la dieta dell’uomo moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio. Altrettanto straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli usi industriali: non a caso è stato paragonato all’olio di balena. Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, sono di qualità incomparabilmente superiore rispetto a quelle prodotte con i derivati del petrolio. Con l’olio di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere, cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc.
CARTA
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Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto di semi, rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo, che non si possono considerare solo un semplice sottoprodotto, ma un’altra importante materia prima. Con la stoppa si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc.
Fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporta importanti vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in massa vegetale, e poi perchè la si può ottenere da un’unica coltivazione insieme alla fibra tessile o ai semi.
Un altro grosso vantaggio della canapa è costituito dalla bassa percentuale di lignina rispetto al legno degli alberi, che ne contengono circa il 20 % anzichè il 40 %.
Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli alberi. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e quindi la pasta per la carta, prevede l’uso di grandi quantità di acidi che servono per sciogliere il legno. Questa operazione, ad un tempo costosa ed inquinante, non è necessaria con la carta di canapa ottenuta dalla sola fibra, e per quanto riguarda il legno di acidi ne servono meno della metà. Inoltre la fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli alberi. Questi composti chimici sono una delle cause principali dell’assottigliamento dello strato di ozono nell’alta atmosfera.
TAVOLE E LEGNO
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Con i fusti interi della canapa, pressati con un collante, si possono fabbricare tavole per l’edilizia e la falegnameria in sostituzione del legno, che sono di grande robustezza, flessibilità ed assai più leggere.
MATERIE PLASTICHE
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Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici pienamente degradabili che, se in molti casi non possono competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque fin dall’inizio una serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via.
COMBUSTIBILI
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La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi. Bruciare combustibili da biomassa anzichè petrolio non fa aumentare l’effetto serra. Infatti l’anidride carbonica viene prima sottratta all’atmosfera durante la crescita della pianta, e poi restituita all’aria al momento della combustione. In questo modo la quantità di anidride carbonica dell’atmosfera non aumenta, al contrario di quello che succede se si bruciano idrocarburi fossili.
Se è vero che con la canapa si possono produrre tutte le cose elencate sopra (e tante altre ancora), come mai le proprietà di questa pianta sono così poco conosciute e così poco sfruttate?
Essenzialmente perchè da troppo tempo si è smesso di coltivarla.
In Italia la canapa era coltivata al Nord principalmente per la fibra tessile, ed in Campania per i semi. Nella Pianura Padana la coltivazione della canapa è cessata a poco a poco negli anni Cinquanta, perchè non più conveniente rispetto al cotone e alle fibre sintetiche. Anche la coltivazione della canapa nel Meridione è cessata più o meno negli stessi anni.
Negli Stati Uniti la produzione di vernici con olio di canapa era molto sviluppata fino al 1937 quando, molto prima che in Italia, la legge ha proibito la coltivazione della canapa insieme con la marijuana. Nel nostro paese invece la legge contro la marijuana è intervenuta quando già da tempo la coltivazione della canapa era stata abbandonata. A questo proposito però bisogna osservare che, anche se botanicamente si tratta sempre di “cannabis sativa”, dalle varietà ottimizzate per la produzione di fibra e semi non è possibile ricavare la droga.
Di fatto questa lunga interruzione della coltivazione rende difficile oggi il suo rilancio.
Le modalità di coltivazione devono essere di nuovo messe a punto, ed anche i processi di lavorazione della materia prima devono essere riprogettati.
Per molte ragioni non sono più proponibili le lunghe e pesanti lavorazioni manuali collegate con l’estrazione della fibra tessile, che del resto avevano già portato la canapa fuori mercato qualche anno fa. Sono necessarie nuove tecnologie. Per esempio la macerazione per il distacco della fibra dovrà essere fatta in appositi impianti ai quali i contadini conferiranno il prodotto dopo averlo essiccato. Questi impianti si possono già costruire, i processi sono stati quasi completamente individuati. E’ necessario assemblare l’intera filiera che va dal produttore agricolo al prodotto finito, ed avviare il meccanismo. Il contadino non può mettersi a produrre la canapa se non c’è un impianto che la può lavorare, e non si può far lavorare l’impianto nuovo di zecca se i contadini non lo riforniscono della materia prima.
Esistono però già fin d’ora molti fattori che premono perchè la macchina produttiva si metta in movimento. Sia in Europa che nel Nord America i coltivatori sono da tempo alla ricerca di nuove colture che possano ampliare il mercato in settori diversi da quello alimentare. Anche la C E E è interessata a promuovere coltivazioni a destinazione non alimentare, ed ha individuato nella canapa una delle colture più interessanti. Per questo ha deciso di sovvenzionare i coltivatori di canapa e di sostenere la ricerca per mettere a punto i processi di lavorazione.
Questi sono segni che, anche al di là di considerazioni di carattere ambientale, c’è tutto un mondo dell’economia che si sta spostando verso una produzione basata su materie prime naturali e riciclabili, sostitutive del petrolio e dei suoi derivati.
Anche il mercato è pronto a ricevere i prodotti della canapa. Esistono già ora centinaia di ditte in tutto il mondo che, usando materie prime provenienti dai paesi che non hanno mai interrotto la coltivazione (come l’Ungheria), fabbricano numerosi articoli a base di canapa: tessuti e capi d’abbigliamento, olio dei semi e prodotti alimentari che li contengono, saponi, cosmetici, vernici, carta, detersivi, tavole ed altri materiali per l’edilizia, legni compensati, oggetti d’arredamento ecc.
Alcune di queste ditte hanno visto il loro fatturato crescere anche del 500 % in un solo anno. Ma nonostante ciò la domanda continua ad essere superiore all’offerta, ed i prezzi spesso sono alti. Alcuni prodotti poi, come i tessuti, sono praticamente introvabili.
Tutto questo è la dimostrazione che il rilancio della canapa alla fine sarà sostenuto dal mercato, ovvero da un’opinione pubblica consapevole del fatto che la canapa può risolvere parecchi dei problemi ambientali che ci assillano. Ma è anche la dimostrazione che i tempi sono maturi per passare finalmente a produzioni su vasta scala. Ciò che frena attualmente lo sviluppo di questo settore e gli entusiasmi dei consumatori sono infatti proprio le limitate disponibilità di materie prime.
E in Italia a che punto è la situazione? Come al solito l’Italia segue, e all’ultimo posto.
Virtualmente nel nostro paese ancora non esistono ditte che producano o vendano prodotti di canapa.
Anche sul piano culturale o semplicemente informativo l’Italia è ancora molto indietro. Lo dimostra il fatto che il principale sito italiano su Internet (piuttosto modesto) per documentarsi su questo argomento è ancora quello di un volonteroso privato che è anche l’autore di questo articolo.
Ma esiste ora anche il sito Internet dell’ASSOCANAPA, punto di riferimento indispensabile per tutti gli agricoltori interessati alla canapa, che contiene già molte informazioni di carattere agronomico
Ugualmente indispensabile per chiunque voglia approfondire ulteriormente l’argomento è anche un volume pubblicato nel febbraio 1998. Si tratta di un testo scritto da ricercatori italiani che fa il punto su tutto quello che è stato fatto e su quello che bisogna ancora fare in Italia per riprendere a coltivare questa benedetta pianta. (CANAPA: IL RITORNO DI UNA COLTURA PRESTIGIOSA – Nuove produzioni di fibra e cellulosa di Paolo Ranalli e Bruno Casarini edito da Avenue Media di Bologna).
Olio di canapa estratto con spremitura a freddo dei frutti della pianta di canapa Sativa.

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OTTIMA PER LA SALUTE!
L’olio di semi di canapa è un alimento che si ricava per spremitura a freddo dei frutti della pianta di canapa, ossia Cannabis Sativa L (sativa–coltivata).
La storia dell’uso dell’olio di canapa ha inizio nella Cina del periodo neolitico, intorno al 3000 a.c.. I semi erano usati per combattere le infiammazioni delle pelle ed erano considerati tonici, ricostituenti, lassativi, diuretici ed eccellenti per liberare dai vermi i neonati e gli animali.
Il primo utilizzo terapeutico della canapa documentato nella letteratura araba risale ai secoli VIII-IX; le parti della pianta più usate in terapia erano i semi e in minor misura le foglie.
’olio di canapa è particolarmente ricco di acidi grassi essenziali polinsaturi (contenente due o più doppi legami) della famiglia omega. Tecnicamente gli Omega (Ω) sono acidi grassi polinsaturi che, dal punto di vista chimico, hanno la caratteristica di possedere un primo doppio legame in posizione 3 (Ω3) o in posizione 6 (Ω6) a partire dall’ultimo atomo di carbonio della catena che li forma.
La maggior parte degli olii vegetali non contiene il rapporto ottimale di Ω6 e di Ω3 e tende a promuovere l’accumulo di prodotti intermedi che ostacolano il metabolismo degli acidi grassi. L’olio di semi di canapa, al contrario, è correttamente equilibrato e non promuove accumulo di prodotti metabolici.
Oltre all’omega 3 e all’omega 6, l’olio di canapa contiene anche la famiglia dei tocoferoli (vitamina E) che sono antiossidanti naturali, nonché i fitosteroli e alcuni componenti la famiglia dei cannabinoidi, Il Cannabidiolo (CBD), non ha alcun effetto psicoattivo, ma agisce sul sistema delle anandamidi prodotte dal nostro corpo (cannabinoidi endogeni) che modulano le risposte dell’organismo, sia nel sistema immunitario che agevolando le funzionalita’ cognitive e mentali attraverso l’attivazione dei recettori specifici recentemente scoperti.
L’olio di canapa rappresenta un rimedio basilare, cioè un alimento, che per sua natura può ottimizzare la risposta del sistema immunitario come prevenzione ma anche nella cura di patologie e disturbi che dipendono da squilibri nella omeostasi metabolica ed alterazioni funzionali del sistema immunitario. L’olio di canapa può essere considerato un “vaccino” nutrizionale, nel senso che, ha tutti gli effetti di un alimento protettivo introducendolo quotidianamente nella dieta. L’olio di canapa ha un odore ed un sapore gradevole e può essere utilizzato per condire l’insalata, la pasta, il pesce, ed essere sostituito nell’ uso quotidiano agli altri olii di semi.
Con l’uso quotidiano di olio di canapa possiamo prevenire in buona parte la progressione di aterosclerosi, agendo direttamente sui fattori di rischio, mantenendo più elastiche le pareti dei vasi senza avere effetti collaterali; se invece è già in atto la terapia con farmaci, l’olio di canapa può dare ulteriore miglioramento del quadro clinico, sempre consultando il medico curante.
• malattie asmatiche e affezioni respiratorie, sia delle basse che delle alte vie respiratorie;

• dermatiti atopiche ed affezioni cutanee varie (vitiligine, psoriasi, dermatite seborroica, acne anche nelle forme più gravi, rosacea, lupus cutaneo, ustioni);
• patologie gastrointestinali (reflusso, colopatie, rettocoliti muco emorragiche);
• affezioni vascolari (ipertensione arteriosa e vasculopatie);
• patologie femminili (malattia fibrocistica del seno, cisti ovariche, disturbi del ciclo, climaterio);
• artrosi e artrite reumatoide;
• convulsivita’;
• disturbi del linguaggio, autismo giovanile, disturbi caratteriali, impulsivita’;
• disturbo specifico dell’attenzione, ritardo di acquisizioni psicomotorie;
• cisti di qualsiasi distretto;
• poliposi;
• sclerosi multipla;
• malattie autoimmuni;
• osteoporosi;


• tumori in genere.
L’olio di Canapa ha un gradevole gusto nocciolato ricco di aroma.
Conservare lontano da fonti di luce e calore, mantenere in frigorifero dopo l’apertura.
Contiene 100 % olio di canapa naturale.
Valori nutrizionali: per un cucchiaio (14g)
Energia 126 kcal
Proteine 0g
Carboidrati 0g
Colesterolo 0g
Grassi totali 14g
Di cui:
Acidi grassi saturi 1,4g
Acidi grassi insaturi 12,5g
Acido Oleico (18.1 omega-9) …………………………….1,7g
Acido Linoleico (18:2 omega-6)…………………………………. 7,7g
Acido gamma-Linolenico GLA (18:3 omega-6)…………..0,5g
Acido alpha-Linolenico (18:3 omega-3)…………………….2,5g
Acido Stearidonico SDA (18:4 omega-3)………………………0,1g
Vit E 18mg
Questi valori sono indicativi e possono variare perché trattasi di un prodotto naturale.

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