di Marco Stefano Vitiello
Anche i migliori possono cadere in errore e non capita solo ai politici.
Subito dopo l’arresto di Flavio Carboni, quasi tutti i giornalisti si sono prodigati per fornire immediatamente ai propri lettori una biografia del faccendiere e riepilogare gli ambiti politici e sociali nei quali si è mosso fin dall’inizio delle sue attività.
Capita così che molti titoli“strillino” al complotto, all’associazione segreta, al mistero e dunque alla massoneria.
Se non si trattasse di argomenti molto seri, sui quali è bene interrogarsi a fondo, verrebbe da pensare che i molti autori dei pezzi in cui viene citata la massoneria siano tutti iscritti a un circolo di appassionati lettori di fiction, quelle stile Dan Brown.
E’ difficile infatti spiegare in altro modo come mai, ad ogni piè sospinto e con ben pochi argomenti che si possano definire fondati, si tiri in ballo la massoneria come associazione segreta per eccellenza che raccoglie in sé tutti i criminali di questa sfortunata repubblica.
C’è sempre stata, nella storia del nostro Paese, la pessima tendenza a semplificare e cadere preda di suggestioni abilmente alimentate; non solo i fanatici di complotti ma anche eccellenti studiosi e ottimi giornalisti sono incappati nel tranello e si sono fatti coinvolgere in campagne diffamatorie su basi approssimative e senza riscontri validi che potessero confermare le loro tesi.
Nel caso in questione, l’accusa di associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete è sostenuta nell’ordinanza con cui il gip Giovanni De Donato ha disposto gli arresti di Flavio Carboni, insieme all’imprenditore campano Arcangelo Martino e all’ex componente di commissioni tributarie Pasquale Lombardi nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sull’eolico in Sardegna.
Tra settembre e ottobre 2009, secondo il gip, i tre tentarono di avvicinare giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull’esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. L’operazione, prosegue il giudice, fu condotta da Lombardi, previo accordo con gli altri due, con cui si manteneva in costante contatto. L’episodio, conclude il giudice, si intreccia col tentativo dei tre di ottenere la candidatura del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, alla carica di presidente della Regione Campania, in cambio degli interventi compiuti sulla Corte Costituzionale.
Per chiarezza va detto che la legge Anselmi (Legge 25 gennaio 1982, n. 17) riguarda le “Norme di attuazione dell’art. 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e scioglimento della associazione denominata Loggia P2”.
Da parte sua, il Grande Oriente d’Italia scrive a chiare lettere nel suo SITO : “La Massoneria lavora con propri metodi, mediante l’uso di Rituali e di simboli coi quali esprime ed interpreta i princìpi, gli ideali, le aspirazioni, le idee, i propositi della propria essenza iniziatica. Essa stimola la tolleranza, pratica la giustizia, aiuta i bisognosi, promuove l’amore per il prossimo e cerca tutto ciò che unisce fra loro gli uomini ed i popoli per meglio contribuire alla realizzazione della fratellanza universale. La Massoneria afferma l’alto valore della singola persona umana e riconosce ad ogni uomo il diritto di contribuire autonomamente alla ricerca della Verità. Essa inizia soltanto uomini di buoni costumi, senza distinzione di razza o di ceto sociale. I Lavori di Loggia sono di natura strettamente riservata, ma non segreta. Il Massone è tenuto ad osservare scrupolosamente la Carta Costituzionale dello Stato nel quale risiede o che lo ospita e le leggi che ad essa si ispirino. La Massoneria non permette ad alcuno dei suoi membri di partecipare o anche semplicemente di sostenere od incoraggiare qualsiasi azione che possa turbare la pace e l’ordine liberamente e democraticamente costituito della società.”
Per alcuni, evidentemente, queste regole non sono sufficienti e la suggestione di una associazione segreta, con radici lontane nei secoli e che opera nell’ombra, è più forte di ogni ragionamento e si finisce col rimescolare rozzamente le carte in tavola.
Eppure di associazioni segrete, in Italia, ce ne sono state e ce ne sono ancora tante, a cominciare da Cosa Nostra, in cui segretezza e silenzio sono molto più che d’oro e chi ha vissuto gli anni ’70, sa bene quanto mistero e quanta segretezza avvolgessero alcuni apparati deviati dello Stato: uno per tutti e su tutti, la “Divisione D Affari Riservati” del Ministero degli Interni, diretta da Federico Umbero D’Amato, uno dei centri di potere più potenti dell’Italia repubblicana sul quale ancora si conosce poco.
Eppure il giudice Carlo Mastelloni era convinto che fosse proprio Federico Umberto D’Amato il “Grande Vecchio” a conoscenza di tutti i misteri d’Italia. Fondatore, signore e padrone di una polizia segreta dentro il corpo stesso della polizia. Una specie di “Gladio” parallela, costituita non per sonnecchiare nella quotidianità, pronta a sollevarsi in armi nel caso di un golpe comunista, ma operativa giorno dopo giorno, anno dopo anno, alla ricerca di ogni informazione utile alla causa anticomunista.
Un fine per il quale tutti i mezzi, secondo il magistrato, erano buoni.
Compreso l’arruolamento di personaggi coinvolti nelle faccende più torbide della strategia della tensione, come il giornalista Armando Mortilla, legato a Ordine Nuovo e ai francesi di Ordre e tradition di Guerin Serac, e titolare della ambigua agenzia “Notizie Latine”, strettamente federata con la “Fiel”, un’agenzia dei sindacati falangisti spagnoli che sarebbe servita di copertura a tutta una serie di episodi oscuri, e con l’“Aginterpresse”, messa su a Lisbona da ex membri dell’Oas e utilizzata a lungo dai vertici della Cia per le operazioni sporche in Europa.
Insomma, che Flavio Carboni debba rispondere ai giudici dei capi d’imputazione per i quali è stato arrestato è assolutamente fuori discussione ma, almeno per correttezza professionale e morale, cerchiamo di separare – come dicevano gli Accademici della Crusca – il grano dal loglio (erba spontanea e infestante fra le messi, con fiori a spiga rossa, più conosciuto come zizzania): lasciamo in pace la Massoneria e quanti, tra i Massoni, onorano, oggi come nel passato, quei principi di libertà, uguaglianza e fratellanza che proprio in questi giorni sono così duramente sotto attacco.
0 commenti:
Posta un commento