sabato 19 giugno 2010

Il Cunicolo della Maddalena, un film già visto a Venaus

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PhotobucketIl 17 maggio scorso LTF, Lyon Turin Ferroviare s.a.s., ha depositato il progetto del cunicolo esplorativo a La Maddalena di Chiomonte, con il relativo studio di impatto ambientale. Il termine per le osservazioni è di 60 giorni. Nel 2003-2007, l’argomento, riferito alla stessa opera a Venaus, era stato oggetto di un fortissimo dibattito. Poiché è passato un mese e non sono emersi all’esterno i segni di una discussione ed ora i termini diventano stretti, chiediamo alle amministrazioni comunali della bassa valle di Susa, di non lasciare passare questo momento cruciale della Torino-Lione senza portare la questione in consiglio.
In particolare facciamo notare che l’attuale procedura è fatta ai fini dell’art.166 D.legs 163/2006, “Quindi è finalizzata direttamente a vincolo esplorativo ed alla dichiarazione di pubblica utilità”. La procedura di valutazione di impatto ambientale che la accompagna non è pertanto la via stabilita dalle direttive comunitarie e dalle leggi e dai decreti italiani che la recepiscono, e che affidano le valutazioni e le prescrizioni ad un decreto del ministero dell’ambiente, ma una valutazione ambientale di accompagnamento, gestita dalla Direzione infrastrutture e trasporti della Regione Piemonte. I problemi del tunnel di Chiomonte sono gli stessi già visti per quello di Venaus, con l’aggravante che il rischio radioattivo per la presenza di pecblenda, risulta, dai rilevamenti dell’Agip mineraria del 1977, ancor più frequente su questo versante dell’Ambin rispetto alla val Cenischia, e che, successivamente al 2005, il rapporto UE Cowi ha evidenziato un’altra componente di danno, e cioè il versamento in Dora di acque a temperatura più calda di quelle scorrenti in superficie e ricche di solfati “che pregiudicheranno i corsi d’acqua in cui verranno immessi” (Cowi pag.59). Considerando che lo studio presentato non accenna neppure questi problemi, e che comunque sarebbero necessarie garanzie di una depurazione “in eterno” perché le acque inquinate verranno fuori dalla montagna anche dopo la fine dei lavori, e considerando anche il cunicolo geognostico di Chiomonte va classificato come una galleria di servizio, perché, per loro stessa ammissione, riprende tutte le specifiche tecniche da quello di Venaus, che lo era nella delibera della Regione Piemonte del 30/06/2003 : riteniamo che le amministrazioni comunali debbano quantomeno chiedere che sia la via “nazionale” ai sensi della L 349/86 e del Dpr 377/88, che offre maggiori garanzie di analisi e prescrizioni ambientali, come era stato fatto a gennaio del 2007 per l’analoga opera prevista a Venaus, prima che venisse ritirata. La diversità di procedura che viene fatta per il tunnel geognostico di Chiomonte è segno di una pericolosa deregolamentazione che merita di essere affrontata, sia per i problemi contingenti che a futura memoria.
Mario Cavargna Bussoleno
La certezza?  ...Una Valle che Resiste!


Non capisco fino a quando la Valle di Susa continuerà a farsi rappresentare dai professionisti della protesta», ha tuonato il commissario Virano, visibilmente contrariato dall’aver dovuto spostare l’ennesimo convegno inutile da lui organizzato per far parlare della Torino Lione. Il buon architetto, appena si sente un po’ più forte del solito, osa subito, non si lascia scoraggiare, e pensando che, avendo stretto amicizia con il sindaco di Susa Gemma Amprino e con quello di Chiomonte Renzo Pinard, possa venire tranquillo in Valle a presentare slide e plastici. Un po’ come il presidente leghista della regione Cota, che in Valle ci è venuto solo una volta, è stato abile ad affrontare un’accoglienza senza troppe pretese e ormai crede di aver risolto il “problema”. Ma il buon Virano, abile nei dribbling alla fine si deve accontentare di portare la Cristallin, Saitta e quattro “professionisti ” nella sede del Consiglio provinciale.






«In questo caso il fatto centrale non è rappresentato dal luogo ma dai contenuti di questo appuntamento che, per la prima volta, mette a confronto imprenditori italiani e francesi sulle opportunità di sviluppo legate alla realizzazione della Tav». Certo, infatti è normale che su di un territorio dove devono essere fatti lavori per trent’anni, il commissario che sovraintende ogni cosa riguardi il Tav, faccia i convegni a Torino. Inoltre essendo venuti in possesso dei “contenuti” di questo appuntamento “storico”, l’incontro poteva essere anche non fatto per presentare quattro slide sui fantomatici vantaggi che porterebbe la linea alla Valle, illustrando quelli che ha già (!) portato in Francia.




La parola d’ordine della lobby del Tav è diventata: Lavoro. Ogni mossa presentata è utile a dimostrare quante persone saranno impiegate per farla, illudendo, grazie allo stato “embedded” dei media, chi sente le notizie. Peccato che anche nei documenti che circolano, le cifre sono così ridicole e astratte che lasciano il tempo che trovano. Come la legge del Grand Chantier, di cui tanto si parla e che nessuno sa come realizzare e con cosa. Se le ricadute economiche dell’opera devono “ricadere” sul territorio, da un cantiere di trent’anni cosa ci dovrebbe ancora cadere ancora addosso?









Ma del resto, è sui proclami che prosegue il cammino della progettazione. Ricordate? Dovevano fare 91 sondaggi entro il 31 gennaio e mettere a riposo il movimento no tav con le buone o con le cattive. Addirittura il prefetto Padoin il 22 febbraio diceva che i sondaggi non si sarebbero fermati né per le elezioni regionali, né per l’ostensione della Sindone, anzi convinto diceva: “non e’ ammissibile che tali interventi siano condizionati dall’attivita’ di gruppi di protesta organizzati o dalla presenza attiva di esponenti di centri sociali“.. Invece non c’è stato più un sondaggio e probabilmente non ce ne saranno fino all’autunno prossimo. E i 91 previsti? Virano sosteneva a febbraio che li avrebbe fatti tutti e a tutti i costi dicendo che”…nel breve periodo, se sarà necessario, si farà ricorso alle ragioni della forza[...] ». Oggi invece cambia il numero e quelli fatti sono sufficienti: «La maggior parte dei sondaggi si farà nel passaggio tra il progetto preliminare (entro fine giugno) e quello definitivo (che sarà approvato entro fine 2012). Il loro numero complessivo presumibilmente sarà inferiore, mentre è probabile che aumentino quelli da effettuare in alcune zone mirate: la collina morenica e il massiccio dell’Orsiera». Insomma, archiviata la vicenda sondaggi, tentiamo di incassare finanziamenti per quello che fino a qui abbiamo fatto. Tutti soddisfatti e certi delle tappe sembra, tanto che l’architetto si è lanciato ad una richiesta all’italiana: ”Non si puo’ fare tutto subito, occorre immaginare scenari realizzativi e un’articolazione ipotetica dei flussi finanziari ragionevole. Il quantum delle risorse si puo’ legare negli anni alle diverse finanziarie o garantendo una quota fissa per anno, oppure crescenti, immaginando dei lotti per valutare cosa puo’ essere fatto prima e cosa dopo”.
Il periodo sondaggi è passato tra blitz notturni e dichiarazioni roboanti, e il movimento ha risposto con partecipazione e determinazione ad ogni mossa della lobby. Ha resistito anche quando a Coldimosso è passata la cura Mortola, ha spazzato via il convegno si tav del Lingotto con una manifestazione di 40.000 persone, ha visto capitolare la Bresso e in ultimo ha espugnato un castello di bugie con il minimo sforzo possibile. Preso atto di questo non si capisce la boria con cui il prefetto Padoin fa capolino all’incontro di lunedì dicendo” “la sicurezza e l’ordine pubblico sono sempre stati gestiti in modo cosciente ed intelligente, ma laddove abbisognasse intervenire con forza e risolutezza, non ci siamo mai tirati indietro…e ora mi tocca dare anche qualche sberla: se la classe politica agisse con lo zelo della forze dell’ordine, ora saremmo molto più avanti in quest’opera…“… Almeno lui ci crede!
Eppure le avevano tentate tutte, il convegno già citato, la cordata d’imprenditori locali mai visti, uno di loro candidato per il Pdl, Michele Cribari, che ha incassato un fallimento che al suo posto un altro non uscirebbe più di casa, lo sponsor incondizionato della stampa e molto altro…eppure scappano dal castello, sospendono i sondaggi, chiedono un po’ di finanziamenti alla volta….
Ora Virano cambia strategia, e punta su Susa come cavallo di Troia in Valle, dando per scontato che avere dalla propria il sindaco (la cara Amprimo che lunedì ha affermato “Bene, ora invece di dire qualora i cantieri inizieranno, possiamo dire QUANDO i cantieri inizieranno“), significa avere la popolazione dalla loro. Sicuri?Noi, guardando il progetto della stazione internazionale e le linee tracciate come varie ipotesi, siamo preoccupati per le abitazioni di Susa e di Mompantero come mai lo eravamo stati in passato nei tracciati precedenti, e trasmetteremo questa preoccupazione, documentazione alla mano, a chi abita laddove le linee vengono tracciate, così magari vedremo quanto tempo reggerà il sorriso permanente del sindaco.
Per Chiomonte neri parleremo, ma anche in questo caso, nonostante Pinard, per il tunnel esplorativo vedremo come e quando si presenteranno. Noi come sempre aspettiamo, mai con le mani in mano, e ci prepariamo a quella che sarà la madre di tutte le battaglie.
Infine un messaggio va anche al presidente Cota, che da quando è presidente della Regione ci sta facendo vedere come valgono gli slogan leghisti sulla difesa dei territori, presentando il Piemonte come regione candidata ad ospitare le nuove centrali nucleari, e partecipando alla più grande truffa ai danni della collettività (che oltre a non volerla, rientra nei suoi stereotipi preferiti: abitando le Alpi ed essendo piemontesi…) che rappresenta la Torino Lione.
A fine giugno ci dovrà essere la presentazione del progetto preliminare e vedremo cosa s’inventerà Virano, nel frattempo si diletta a spettacoli semicomici per stomaci forti sul blog del sito che hanno realizzato per dimostrare la trasparenza dell’Osservatorio.
Noi ci prepariamo e intanto scaldiamo animi e morale al prossimo campeggio no tav, giunto ormai all’undicesima edizione, a Venaus dal 19 al 25 luglio, nella Valle, caro Virano, la Valle che Resiste.




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