domenica 6 giugno 2010

Abbordata la Corrie: "Nessuna violenza" Pacifisti condotti al porto di Ashdod

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Ignorate le richieste della marina israeliana di cambiare rotta. Poi la nave irlandese è stata deviata. Senza scontri. Washington: "Blocco insostenibile". Netanyahu: "Gaza non diventerà porto iraniano"

TEL AVIV - La corsa è durata il più possibile. Con gli occhi del mondo puntati addosso. Ma alla fine la Rachel Corrie è stata catturata dalla marina israeliana che l'ha costretta con la forza a deviare verso il porto israeliano di Ashdod sotto scorta militare, dove è giunta con 19 persone a bordo tra pacifisti e reporter. A riferirlo su Twitter è stata per prima l'organizzazione pacifista Perdana, comproprietaria della nave.
Le 19 persone che erano a bordo saranno identificate dalle autorità militari israeliane e, sempre sotto scorta, avviate al rimpatrio. I tempi del successivo trasferimento in aeroporto si preannunciano ''molto rapidi'', ha precisato una portavoce militare, il tenente colonnello Avital Liebovich, poiche' gli attivisti della Corrie ''non hanno compiuto alcuna violenza né opposto resistenza''. Non si prevedono dunque fermi temporanei come quelli imposti nei giorni scorsi - fra polemiche e denunce - a centinaia di attivisti della flottiglia guidata dalla nave turca Mavi Marmara (inclusi sei italiani) dopo il sanguinoso blitz di lunedì.

Sono passati lunghi minuti prima della conferma da parte di Israele, poi l'annuncio ufficiale dato dalla tv israeliana Canale 2. L'abbordaggio, secondo l'emittente e fonti militari, è stato "pacifico". I soldati sono saliti sulla nave via mare e non si sono calati dagli elicotteri come era avvenuto lunedì sulla nave turca Mavi Marmara. L'esercito israeliano ha mostrato video di quanto accaduto. La Rachel Corrie è l'ultima nave della Freedom Flotilla. Avrebbe voluto superare il blocco imposto da Israele sulla Striscia dopo il 
blitz e la strage 1 dei pacifisti diretti a Gaza. Il carico, ha assicurato l'esercito israeliano, sarà trasferito nella Striscia di Gaza, "dopo accurati controlli". Israele ha ripetuto il motivo per cui blocca le navi che si dirigono a Gaza: l'impossibilità di controllare il carico e il timore che in realtà trasportino armi per Hamas.
L'intercettazione. All'alba di questa mattina le forze israeliane hanno contattato l'equipaggio del cargo irlandese in navigazione 2verso la Striscia di Gaza con un carico di aiuti, ma non sono saliti a bordo. Un portavoce militare ha precisato che c'è stata "una richiesta di identificazione, secondo le normali procedure" di approccio in mare. Alcune navi israeliane hanno "circondato" l'imbarcazione di attivisti filo-palestinesi in una zona marittima "tra 30 e 35 miglia al largo di Gaza" e impedito all'equipaggio di "proseguire". Nel frattempo i contatti radio e il radar della nave irlandese sono stati oscurati. Non ci sono stati scontri o tensioni.



La richiesta israeliana. La nave irlandese ha ignorato per quattro volte le richieste della marina israeliana di cambiare rotta e dirigersi verso il porto Ashdod. Il ministero degli Esteri israeliano aveva ribadito ieri che non avrebbe permesso lo sbarco a Gaza della Rachel Corrie. Gli israeliani avevano offerto di far scaricare gli aiuti umanitari nel porto di Ashdod per poi trasportarli a Gaza dopo i controlli, ma gli attivisti a bordo della nave hanno rifiutato. "Abbiamo stabilito un contatto, ma l'equipaggio non coopera", ha detto un portavoce militare, lasciando intendere che se non avesse cambiato rotta la nave sarebbe stata abbordata. "Se non avremo altra scelta, abborderemo la nave per fermarla, perché questo è il nostro compito", ha detto il capitano Aryi Shalicar, dell'ufficio stampa delle forza armate israeliane. Al rifiuto di cambiare rotta, la nave, abbordata, è stata costretta ad arrivare al porto di Ashdod.




"Oggi si è vista differenza tra una nave di attivisti di pace e una nave di odio". Benyamin Netanyahu, dopo l'abordaggio della nave irlandese Rachel Corrie, ha paragonato quanto accaduto lunedì contro la flottiglia guidata dalla nave Mavi Marmara e ciò che è successo oggi: ''Abbiamo visto oggi la differenza tra una nave di attivisti di pace con cui non siamo d'accordo, ma rispettiamo il loro diritto di esprimere opinioni diverse, e una nave di odio organizzata da estremisti violenti e fiancheggiatori del terrorismo''. Il premier israeliano ha quindi spiegato che le forze intervenute nell'operazione odierna hanno eseguito le stesse procedure della scorsa settimana, ma la differenza risiede nell'atteggiamento degli attivisti a bordo. E, nonostante le crescenti pressioni internazionali per rimuovere il blocco alla Striscia di Gaza, Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua intenzione a mantenerlo in vigore, per impedire l'ingresso di armi nel territorio palestinese controllato dal 2007 dal gruppo integralista Hamas, sostenuto dall'Iran. "Non permetteremo che a Gaza sia creato un porto iraniano", ha detto il premier. 
Hamas: "Nuovo atto di pirateria e terrorismo di Stato"
La salita a bordo di militari  israeliani sulla nave irlandese Rachel Corrie diretta a Gaza e carica  di aiuti umanitari ''è un nuovo atto di pirateria'' e di ''terrorismo di Stato''. Lo ha affermato Ismail Radwan, funzionario di Hamas. ''Israele sta sfidando le leggi internazionali'', ha detto in un'intervista all'agenzia di stampa 'Xinhua'. Radwan ha quindi esortato la comunità internazionale a "portare i leader politici e militari israeliani di fronte al tribunale penale internazionale per i sanguinosi attacchi".
L'appello degli Usa. Gli Stati Uniti considerano "insostenibile" l'attuale situazione del blocco di Gaza, ma hanno invitato gli attivisti a fare rotta verso il porto israeliano di Ashdod, come richiesto dalle autorità dello stato ebraico. "Le attuali disposizioni del blocco di Gaza sono insostenibili e vanno cambiate", ha dichiarato Mike Hammer, portavoce del consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. Tuttavia Washington ha esortato anche tutte le navi con a bordo aiuti umanitari a rispettare la richiesta israeliana. "Nell'interesse della sicurezza di tutte le persone coinvolte, e del sicuro trasferimento degli aiuti alla popolazione di Gaza".
Il premier turco. Tayyip Recep Erdogan sta valutando se usare la sua Marina per rompere l'assedio di Gaza. Lo scrive Debkafile, un sito considerato vicino all'intelligence israeliana, che cita i servizi segreti turchi. Il premier turco starebbe addirittura pensando di salire a bordo egli stesso di un futura nave di attivisti filo-palestinesi, convinto che Israele non avrebbe il coraggio di intervenire per bloccarlo.




L'autopsia della strage sulla Flotilla.
 Oggi il quotidiano britannico The Guardian  ha pubblicato in esclusiva i risultati dell'autopsia dei nove attivisti turchi uccisi 3dalle forze armate israeliane nel corso del blitz contro la Freedom Flotilla. Le vittime sono state raggiunte da almeno una trentina di colpi d'arma da fuoco 4, pallottole da 9 millimetri, sparate in molti casi da distanza ravvicinata. Cinque delle vittime sono state colpite alla testa, scrive il medico legale turco, incaricato di effettuare le autopsie dal ministero della giustizia di Ankara. Ibrahim Bilgen, 60 anni, è stato colpito da 4 proiettili alla tempia, al petto, ai fianchi e alla schiena. Un diciannovenne, Fulkan Dogan, con cittadinanza americana, è stato raggiunto da cinque colpi sparati da meno di 45 centimetri, alla faccia, alla nuca, due volte alle gambe e una alla schiena. Altri due uomini sono stati uccisi da almeno quattro colpi ciascuno e cinque delle vittime hanno ricevuto proiettili nella schiena, ha riportato Yalcin Buyuk, vicepresidente della commissione di medicina legale.
Le proteste nel mondo. In Svezia i lavoratori portuali hanno deciso di boicottare Israele, impedendo l'ingresso nei porti delle sue navi e delle sue merci. Secoondo quanto detto da Peter Annerback, portavoce dell'organizzazione sindacale Swedish Port Workers Union che conta 1500 membri, l'azione di protesta durerà più di una settimana, dal 15 al 24 giugno. L'Alto commissario dell'Onu per i Diritti umani, la signora Navi Pillay, ha detto che il blocco navale della Striscia di Gaza è illegale e che va rimosso. "La legge umanitaria internazionale vieta di affamare un popolo come arma di guerra... ed è proibito anche imporre ai civili punizioni collettive", ha detto Pillay. Nel frattempo a Sidney, in Australia, migliaia di dimostranti si sono riuniti di fronte al municipio e hanno bruciato una grande bandiera di Israele.
L'appello di Benedetto XVI. Durante il suo secondo giorno di visita pastorale a Cipro, il Papa ha esortato a pregare e a lavorare per raggiungere la pace, la stabilità e la riconciliazione in Medioriente. "Nessuno può trascurare la necessità di appoggiare i cristiani in una regione segnata dai problemi" ha detto il Pontefice rivolgendosi ai fedeli riuniti a Nicosia.
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