domenica 2 ottobre 2011

Come risposta all’articolo dell’Osservatore Romano

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Come risposta all’articolo dell’Osservatore 
Romano http://droghe.aduc.it/notizia/legalizzazione+droghe+no+dell+osservatore+romano_123137.php , si evince che non hanno letto le “loro” encicliche fatte dai Papi in passato. Anti proibizionismo, NON significa liberalizzazione ma “LEGALIZZAZIONE”, cioè un uso rispettando le regole! Inoltre non hanno inteso ludico e medico. La canapa è un farmaco, avete mai provato a tradurre dall’italiano all’inglese, “FARMACO, DROGA”? Cosa vi appare? La Chiesa è tollerante a tutte le “droghe o Farmaci” purché porti dignità all’uomo. Leggete la lettera di risposta del “Ministro della Salute” del Vaticano..

Dal Vaticano, 9 luglio 2007

Illustre Signor Stefano,

Ho ricevuto la sua mail con la quale mi domanda circa la moralitá dei farmaci che contengono sostanze narcotici, e che sono destinati ad alenire il dolore di un malato grave. Al riguardo desidero esporre in alcuni punti quello che il nostro Pontificio Consiglio ha publicato e ha come documenti importanti in questo caso:

1. Due anni fa il nostro Pontificio Consiglio ha celebrato in Vaticano, una conferenza internazionale dedicata alla cura di malati terminali, dove si é parlato dell´attenzione e la cura di questi malati. La nostra Rivista "Dolentium Hominum" da fede di questo. PUo vedere anche alguna informazione nel nostro sito www.healthpastoral.org
2. Tra le cure da somministrare all' ammalato grave, e con malatie dolorose, vanno annoverate quelle ANALGESICHE. Queste, favorendo un decoroso meno dramatico, concorrono all´umanizzazione e all´accetazione del morire. Ció peró, non constituisce una norma generale di comportamento. Non si puó infatti imporre a tutti un "comportamento eroico". e poi molte volte, "il dolore disminuisce la forza morale" nella persona: le sofferenze "aggravano lo stato di debolezza e di esaurimento fisico, oscacolando lo slancio dell´anima e logorano le formze morali invece di sostenerle". Invece la soppressione del dolore procura una distensione organica e psichica, facilita la preghiera e rnde possibile un piú generoso di sé. (Carta degli Operatori sanitari, N. 122)

3.La prudenza umana e cristiana suggerisce per la maggior parte degli ammalati l´uso dei madicinali che siano atti a lenire o sopprimere il dolore, anche se ne possano derivare torpore o minore luciditá. Quanto a coloro che non sono in grado di esprimersi, si potrá ragionevolmente presumere che desiderino prendere tali calmanti e domministrarli loro secondo i consigli del medico (Sagrada Congregazione della Dottrina della fede, Dichiarazione sull´eutanasia, 5 maggio 1980, in AAS 72 (1980) 547-548.

4. L´uso degli analgesici per i morenti non é comunque esente da difficoltá.

5. Anzitutto il loro impregno puó avere come effetto, oltre l´alleviamento del dolore, anche l´anticipazione della morte.QUANDO MOTIVI PROPORZIONATI LO ESIGONO, É PERMESSO UTILIZARE CON MODERAZIONE NARCOTICI CHE NE ALLEVIERANNO LE SOFFERENZE, MA PORTERANNO ANCHE UNA MORTE PIÚ RAPIDA. IN TALE CASO, LA MORTE NON É VOLUTA O RICERCATA IN ALCUN MODO, BENCHÉ SE NE CORRA IL RISCHIO PER UNA RAGIONEVOLE CAUSA: SI INTENDE SEMPLICEMENTE LENIRE IL DOLORE IN MANIERA EFFICACE, USANDO ALLO SCOPO QUEGLI ANALGESICI DI CUI LA MEDICINA DISPONE (Sagrada Congregazione della Dottrina della fede, Dichiarazione sull´eutanasia, 5 maggio 1980, in AAS 72 (1980) 548.)

6. si dá inoltre l´eventualitá di causare con gli analgesici la soppressione della coscienza nel morente. Tale impagno merita una particolare considerazione. Non bisogna, senza gravi ragioni, privare dellla coscienza il morente. A volte il ricorso sistematico a norcotici che riducono all´inconscienza il malato cela il desiderio, speso inconscio degli operatori sanitari di non mantenere una relazione col morente. cosí non si cerca tanto di alleviare la sofferenza nel malato, ma piuttosto il disagio dei circostanti. Si priva il morente della posibilitá di vivere la propia morte, sprofondandolo in una incosceinza indegna di un essere umano. é per questo che la somministrazione di narcotici al solo scopo di evitare al morente una fine cosciente é una prática veramente deplorevole.

7. Diverso é il caso di una seria indicazione clinica all´uso di analgesici soppressivi della coscienza, como in presenza di dolori violenti e insopportabili. Allora l´anestesia puó dirsi lecita, ma a della condizioni previe: che il malato abbia sodisfatto o potrá ancora soddisfare i suoi doveri morali, familiari e religiosi (pio XII, A un´Assemblea internazionale di medici e chirurgia, 24 febb 1957, in AAS 49 (1957) 145.

8. Tra i tratamenti que se suministrano ai malati terminali e gravi, sono gli analgesici...la prudenza umana e cristiana suggerisce per i malati l´uso dei medicinali apropiati per alenire o soprimere il dolore, sebbene questi possano aumentare la mancanza di luciditá mentale. (Javier lOZANO, Metabioetica e biomedicina, Vaticano 2005). p. 186

9. Cuando sono i dolori violenti, insoportabili.. alora la anestesia é licita, peró sotto condizioni previe... che il malato abbia compiuto tutti i doveri umani e cristiani (Javier Lozano, Metabioetica... p. 187).

Per tanto, Signor Balbo, i medicinale indirizzati ad allenire il dolore in un malato grave come il caso suo, e secondo il parere autorizzato e profesionale del medico, posono includere sostanze narcotiche, e che la finalitá non é la tossicodipendenza, ma piuttosto alenire il dolore, con sostanze di questa categoria.
Spero che questi punti pressi di alcuni pubblicazioni nostre posano servire a portare avanti la sua malatia con dignitá cristiana ed umana.

Alcune bibliografie:

Cfr. Javier CArdinale Lozano B, Metabioetica e biomedicina, Sintesi di principi ed aplicazioni, Cittá del Vaticano 2005, pp. 186-187
Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Le cure paliative, Ed. Palabra, Madrid 2006
Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, CARTA DEGLI OPERATORI SANITARI, Vaticano 1995
Angelini Fiorenzo (curatore), Pio XII, Discorsi ai medici, Roma 1960 (sesta edizione), voce: Analgesia, dolore, moribondi
Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Rivista Dolentium HOminum, Vaticano 2006

Cordiali saluti.

Mons. Antonio Soto
Officiale del Pontificio consiglio per la pastorale della salute.
tel. 06-69884720
06-69883138

----- Original Message -----
From: Crosina & Balbo
To: asoto@hlthwork.va
Sent: Monday, July 09, 2007 4:06 PM
Subject: richiesta importante!

Molto Rev. Mons. Soto,

Mons. Patrizio Benvenuti mi ha dato il suo indirizzo affinché io Le richiedessi i documenti pontifici medianti i quali mi viene data autorizzazione ecclesiastica all'uso di sostanze stupefacenti per curare o alleviare sintomi di gravi malattie!
Con il farmaco "SATIVEX" che è fatto con cannabinoidi (marijuana), io sono praticamente "rinato" (ho la sclerosi multipla, diabete, operato di 2 tumori ed ho effetti collaterali farmaco resistenti!).
Dopo 4 mesi di assunzione me lo vogliono negare ed una delle motivazioni è:che siamo in Italia, in Italia c'è il Vaticano per cui è inutile insistere...
Io so che non è colpa del Vaticano, come affermatomi da Mons. Benvenuti, per cui Le chiedo una dichiarazione da poter presentare ai politici locali e stampa.
Ho quasi 43 anni, sono cattolico ho 2 figli ed ho bisogno di lavorare! Senza questo farmaco, cosa sarà della mia famiglia e di tante altre che hanno il papà o la mamma con i miei stessi problemi di salute?
Per ulteriori chiarimenti può contattarmi al numero: 335-80XXXX    0473-270XXXX(oppure inserisca il mio nome+cognome nel motore di ricerca google).
La prego di rispondermi il prima possibile perchè mercoledì 11/07/2007 ho appuntamento con l'Ass. alla Sanità locale che ha il potere di decidere..!

La ringrazio di cuore e la saluto con affetto.

Stefano Balbo

P.S.
Info sulla cannabis medica: www.medicalcannabis.it   

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