L’Aspirina è uno dei rimedi più noti contro la febbre, l’infiammazione e i dolori articolari, solo successivamente si è scoperto che ha un ottimo effetto contro la formazione di trombi nei vasi sanguigni.
Lo stesso è accaduto con il Viagra, utilizzato per la disfunzione erettile, ma inizialmente nato per trattare l’ipertensione e altri dolori del torace.
L’Imatinib, un farmaco antitumorale che si è scoperto essere un ottimo rimedio contro la glicemia alta, tanto da far sospendere la cura per il diabete al paziente che lo stava usando.
Sono decine i casi di vecchi farmaci riutilizzati per altre malattie.
A mettere ordine con un software ci ha pensato un team guidato da Atul J. Butte della Stanford University, Palo Alto. Il software nato da uno studio di informatica e scienza unificate ha messo in relazione 164 farmaci e 100 malattie, per scoprire quali relazioni ci possono essere e se possono essere utilizzati per ulteriori cure.
Il team di scienziati ha provato così ad abbinare una medicina anti-ulcera (cimetidina) con il cancro ai polmoni, e un anticonvulsivante (topiramato) con una malattia infiammatoria intestinale. E’ stata quindi testata la cimetidina su cellule umane di cancro del polmone in laboratorio e, inoltre, è stata effettuata una sperimentazione sui topi. In entrambi i casi, il farmaco ha rallentato la crescita delle cellule tumorali rispetto al gruppo che non aveva ricevuto cimetidina.
Anche in Italia Mario Clerici dell’Università di Milano ha utilizzato questa associazione con l’idrossiclorochina, un antimalarico, che secondo una ricerca tutta italiana, potrebbe aiutare i malati di Aids. Il ricercatore ha utilizzato questo vecchio medicinale per ristabilire il livello di linfociti T in una ventina di pazienti, a cui l’antivirale non aveva prodotto effetti benefici.
Insomma riciclare i farmaci è vantaggioso per tutti: le aziende ottimizzano gli investimenti e i pazienti hanno maggiori speranze di trovare farmaci adatti a loro.
fonte: http://www.iljournal.it/
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