venerdì 10 dicembre 2010

Dai tetti e dai territori, riprendiamoci il futuro, riprendiamoci il paese

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co

A Roma, Milano, Napoli, ovunque nel paese, tetti, monumenti, palazzi occupati; foto di un paese stanco di pagare crisi, cricche, speculazioni. Precarietà, tagli, privatizzazioni, nocività, diritti negati, sono le risposte di un potere politico ed economico logoro e morto, sfiduciato da chi ogni giorno paga i costi di una crisi che altri hanno creato. Alle rivendicazioni di studenti, lavoratori, precari, migranti che chiedono diritti, futuro, dignità, reddito le risposte sono sempre quelle: manganelli, denunce, espulsioni. L’uso indiscriminato del territorio e dei beni comuni, le devastazioni di città, valli, intere regioni, per opere utili solo a garantire i profitti ai soliti nomi, è paradigmatico di un modello che, al di là della crisi, è vecchio, da cambiare, e che ripropone le stesse logiche repressive, di risposta militare da parte di una classe politica sempre più lontana dal paese reale. Siamo con loro, siamo a Roma sul tetto della Regione, siamo con gli studenti che occupano. Saremo a Milano in piazza l’11 dicembre, per denunciare vecchi e nuovi fascismi, ma senza dimenticare chi quel giorno a Terzigno, in Val Susa, fino a Euskal, manifesterà contro grandi opere inutili, TAV, ponti, inceneritori, ad affermare che i territori sono indisponibili a essere merce, le persone sono stufe di scelte prese sulle loro teste, militarizzando le zone interessate, negando futuro, diritti, democrazia, inquinando e saccheggiando risorse pubbliche solo per il gioco dei signori del cemento e dell’asfalto. Le stesse logiche che portano a Expo 2015. Le stesse logiche che hanno ispirato la legge Tremonti 133 e tutti i tagli conseguenti a cultura, formazione, ricerca, scuola pubblica. Con questo spirito saremo in piazza anche il 14, per mandarli tutti a casa. Que se vayan todos, come in Argentina nel 2001. Anche allora dicembre, altra crisi, ma come ora, soldi alle banche e crisi pagata da lavoratori, classi popolari, studenti. Cacciamo un governo fascista e mafioso, ma gli aggettivi non basterebbero, cacciamo un’opposizione inesistente e subalterna alle logiche del mercato e del pensiero neoliberista. Costruiamo per il 14 dicembre lo sciopero metropolitano, sciopero di cittadinanza. Fermiamo la città e riprendiamoci il nostro futuro.  FONTE:   http://www.noexpo.it/
4° NUMERO DEL GIORNALE NO EXPO - Emergenza Expo

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...