domenica 14 novembre 2010

L'intervento di Antonio Mazzeo in occasione del ritiro del Premio Bassani

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Colgo l’occasione per ringraziarVi tutti per essermi stati vicini ed avermi seguito in questi anni d’inchieste giornalistiche. In particolare ringrazio la sezione messinese di Italia Nostra, da sempre in prima linea nelle campagne contro il Ponte sullo Stretto, e il Comitato regionale di Italia Nostra che ha presentato la mia candidatura per il Premio nazionale “Giorgio Bassani” di Italia Nostra. Un ringraziamento caloroso va a tutti gli organi di stampa, testate, siti web, blog, ecc. che hanno ospitato i miei articoli, condividendone e socializzando i contenuti. Sono stati veramente tanti, impossibile elencarli uno per uno, rischierei imperdonabili dimenticanze. Un loro elenco, spero completo, è stato inserito nel curriculum presentato alla prestigiosa giuria del Premio.

Permettetemi altresì di ringraziare in particolar modo il Centro siciliano di documentazione antimafia “Giuseppe Impastato” senza il cui sostegno non avrei mai portato a termine la pubblicazione de “I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina” e, ovviamente, la coraggiosa cooperativa di giornalisti di Alegre Edizioni di Roma che ha creduto nel progetto editoriale. Grazie poi a tutte le colleghe/colleghi che hanno recensito e/o visibilizzato il volume o con cui ho avuto il piacere di scambiare impressioni-interviste.

Sono cosciente, come ho avuto modo di affermare durante il mio breve intervento a Ferrara al ritiro del Premio, che non è stato tanto il mio lavoro ad essere apprezzato e valorizzato, quanto l’impegno di quei singoli, associazioni, organizzazioni politiche e sindacali e in special modo della “Rete No Ponte”, che in Calabria e in Sicilia si oppongono alla realizzazione del “Mostro sullo Stretto”. Il Premio “Giorgio Bassani” è uno splendido riconoscimento di Italia Nostra al movimento dei “no Ponte”, un sostegno a continuare nella lotta contro l’opera più devastante, criminale e criminogena mai progettata nella storia del nostro paese.

Dedico il Premio a tutti gli “invisibili”, a quelle decine e decine di giornalisti, spesso giovanissimi, quasi sempre precari, che nelle terre del Sud rischiano quotidianamente la vita per esercitare il diritto di cronaca ed espressione, denunciando il sempre più asfissiante controllo criminale sul territorio e le risorse naturali. Ai fragili David in lotta contro i Golia della mafia del cemento, va tutto il mio riconoscimento e l’orgoglio di condividerne speranze e percorsi.

Antonio Mazzeo

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