domenica 3 ottobre 2010

L’EXPO-LLAIO DELLE LOBBY

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Seconda parte

L’expo 2015 non trova pace. La grande manifestazione che potrebbe rappresentare l’occasione per rilanciare l’immagine del nostro Paese nel mondo, va ridimensionandosi sotto i colpi di mannaia dell’improvvisazione più assoluta e degli interessi di bottega in seno al Pdl; tanto da mettere in forse lo svolgimento dell’Esposizione universale stessa. Un boomerang che potrebbe colpire a morte quel poco di prestigio che l’Italia, nonostante tutto, mantiene in campo internazionale.
Il tempo stringe. Il 19 ottobre Milano dovrà presentarsi di fronte ai membri del Comitato esecutivo del Bie (Bureau of International Expositions), e dimostrare di poter contare su quel milione di metri quadrati che devono ospitare le strutture dell’Expo. Senza questa certezza l'assemblea del Bie non potrà ufficializzare, in novembre, la registrazione del dossier di candidatura della città. Ergo, l’Expo meneghina sembra essere appesa ad un filo. 





Nonostante l’imminente scadenza, infatti, mesi di trattative, scontri e cambiamenti di fronte, le parti non hanno ancora raggiunto un accordo. Anche il progetto che prevedeva l’acquisto da parte di Fondazione Fiera della quota fondiaria del gruppo Cabassi, è fallito miseramente. La questione da risolvere è proprio quella legata ai terreni e al loro sfruttamento futuro. Lo stallo è squisitamente politico ed è determinato dalla guerra di potere e d’interesse tra il Sindaco di Milano Letizia Moratti, il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e quello della Provincia, Guido Podestà.
Da parte sua la Regione vorrebbe creare una società aperta anche agli attuali proprietari privati, per gestire le aree e, soprattutto, l’enorme business che si svilupperà una volta terminata l’esposizione. Dall’altra, Comune e Provincia che, dopo il no del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti all’acquisto dei terreni, spingono perché si arrivi ad un comodato d’uso degli stessi con diritto di superficie da parte dei proprietari. Sarà dura arrivare ad una soluzione che soddisfi gli “appetiti” delle parti in campo.
Per sbloccare l’empasse sui terreni è intervenuto anche il candidato alle primarie del Pd, l’architetto Stefano Boeri, che ha proposto di spostare l'Expo nelle aree pubbliche dell'ortomercato. Idea bocciata dall’altro candidato del Centrosinistra alle stesse primarie, Giuliano Pisapia e, come prevedibile, da Formigoni. Il Governatore ostenta sicurezza: la questione dei terreni - dice - sarà risolta entro poche settimane, tuttavia ha dovuto ammettere che “i tempi si sono allungati rispetto alla nostra previsione originaria ma, - rassicura - saranno perfettamente rispettati i tempi del Bie”. Dichiarazioni ottimistiche che mal si conciliano con la situazione sul campo e con i timori degli stessi consiglieri di Expo 2015 spa, che chiedono allarmati risposte ufficiali a Comune, Provincia e Regione e minacciano la convocazione di un’assemblea dei soci. Timori fondati visto che, mentre scrivo, arriva l’ennesimo rinvio della seduta del Consiglio Regionale lombardo in cui Formigoni avrebbe dovuto riferire all’aula, e quindi a tutti i cittadini, lo stato dell’arte dei lavori.
Così mentre infuria la guerra interna al Pdl, l’Expo2015 si allontana da Milano sotto gli occhi attoniti del mondo.


di 
Danilo Sinibaldi



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