venerdì 10 settembre 2010

"Chiuso per mafia". Chiude ’Sos Racket Usura’ l’associazione antiracket milanese

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Chiude Sos Racket Usura, l’associazione milanese antiracket fondata e presieduta da Frediano Manzi.
"Chiuso per mafia". Chiude 'Sos Racket Usura' l'associazione antiracket milanese
"Sito chiuso per mafia".
"Purtroppo chi governa la città di Milano non merita la presenza di un’Associazione antiracket che tutela le persone per bene anzi, le deleggittima".
7 settembre 2010, ore 18.00
 
E’ questa la scritta, verde su sfondo nero, che si legge non appena si entra nel sito internet Sos Racket e Usura. Nella totale indifferenza delle istituzioni e dell’opinione pubblica, l’associazione antiracket che da anni opera nel capoluogo milanese ha dovuto alzare bandiera bianca.
 
Dopo aver ricevuto l’ennesima telefonata di minacce il presidente Manzi ha deciso di chiudere. Quando si viene lasciati soli alla fine la paura può prevalere sul coraggio. Ma più che la paura l’indifferenza, la distanza della classe politica lombarda, senza distinzione di schieramento lascia basiti. In un’intervista rilasciata al sito web Affariitaliani, Manzi afferma che "a parte il consigliere regionale Idv Giulio Cavalli, il resto dell’opposizione non ci ha mai sostenuto veramente, mettendoci la faccia". 
 
Pare brutto ammettere che nella modernissima Milano la mafia riesca a soppraffare i cittadini come accade in qualche regione del povero sud. Infatti nessuno lo ammette. E’ l’insensibilità dei cittadini stessi che spaventa di più. tutti zitti. Tutti sottomessi. Pochi quelli che alzano la testa. Se manca lo Stato, se non importa a chi gestisce la vita del paese, se manca la cultura della legalità e la consapevolezza profonda dei propri diritti, perché un semplice cittadino dovrebbe mettere a repentaglio la propria vita?
 
Neanche una telefonata di solidarietà per Manzi. Lui non si stupisce. Nella stessa intervista afferma: "Se hai un sindaco e un prefetto che dicono che la mafia a Milano non esiste e una giunta che ti deleggittima, non stai a sperare in una telafonata". Il suo stupore sta nella totale assenza di interesse della sinistra milanese. In tutti questi anni Sos racket non ha mai trovato una sede. Manzi riceveva le persone nei suoi negozi di fiori e quando firmava le denunce era costretto a mettere il suo indirizzo.
 
Ottobre 2009: qualcuno spara contro il suo chiosco di fiori a Parabiago.
Dicembre 2009: viene ritrovato un pacco bomba davanti alla sua casa di Nerviano.
Febbraio 2010: il suo furgone viene dato alle fiamme.
 
In questi giorni vengono squarciate le ruote delle sue due auto.
 
Silenzio.
 
Dopo avere denunciato il meschino racket delle pompe funebri si susseguono continue telefonate di minacce e insulti. Due giorni fa arriva quella che porta Manzi alla decisione di chiudere l’associazione. Qualche coraggioso ignoto comunica all’associazione che "avete fatto male a chiamare i carabinieri. Perché io quello che devo fare lo farò, ditelo pure al signor Manzi".
 
C’è qualcun altro che deve fare qualcosa, ma son sicura che non lo farà.
 
Se c’è uno Stato batta un colpo.

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