16 settembre 2010 - I libici hanno chiesto scusa all’Italia. Si sono sbagliati. Hanno aperto il fuoco contro il peschereccio mazarese perché pensavano che a bordo ci fossero clandestini.
Il ministro della difesa, Ignazio La Russa, non ci crede. “La Libia ha fatto bene a scusarsi, ma incidenti del genere non possono e non devono avvenire perché se ci fosse stato un morto, le scuse non sarebbero bastate”, ha detto ieri sera il politico di Paternò, aggiungendo che “comunque, non è lecito sparare“.
Poniamo il caso che La Russa abbia torto e che i libici abbiano davvero sbagliato. Ciò significa che i guardiacoste di Gheddafi mitragliano i clandestini e che sono responsabili di chissà quanti barconi affondati?
È lecito rispondere di sì. E lo Stato italiano, che appena qualche giorno fa ha accolto in pompa magna il dittatore libico ed il suo circo, non dovrebbe essere complice di questa licenza di uccidere; non dovrebbe stringere alcun patto con coloro che sparano ai più deboli.
Eppure, un accordo c’è. Berlusconi, appena due anni fa, aveva raccontato agli italiani che con Gheddafi avrebbe contrastato l’immigrazione clandestina, colpendo “i mercanti degli schiavi“.
Ma quanto successo al peschereccio siciliano dimostra che sono sempre gli schiavi che pagano il conto più salato, rischiando (perdendo) la vita.
fonte : http://www.blogsicilia.it/
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