venerdì 6 agosto 2010

Viviamo un momento davvero gravissimo

Ascolta il post Listen to this Page. Powered by Tingwo.co
Care amiche, cari amici,                       
                                      Il Pdl si è dissolto, ora ci vuole un Pd d'attacco. Il quadro in cui è nato il Pdl è cambiato irreversibilmente e l'Italia non può permettersi di tornare ai meccanismi politici degli anni Sessanta e Settanta. 
Il Pd insista per un governo di scopo, che riformi la legge elettoraleper restituire agli elettori (e non alle stanze chiuse delle segreterie dei partiti) la scelta degli eletti. Poi presentiamoci al voto con una rinnovata classe dirigente: non perdiamoci in alte analisi e deboli proposte, non lasciamo che la nostra visione sia offuscata dallapreoccupazione per la ricandidatura; facciamo meno passeggiate in Parlamento sottobraccio ai nuovi leaders del centro-destra e piùmaratone nel Paese per ascoltare le persone e le necessita` legate a questa drammatica crisi.

In questo incerto scenario, negli ultimi mesi sono riuscito a mettere a segno degli obiettivi certi e concreti, lavorando come senatore e come presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. 


In Senato, il 29 luglio è stato approvato all'unanimità dall'Aula un mio articolo aggiuntivo al disegno di legge "Gelmini", raggiungendo per la ricerca italiana un obiettivo epocale. Si tratta dell'introduzione della peer review, il principio della valutazione tra pari, nell'assegnazione dei fondi pubblici per la ricerca. La nuova procedura prevede anche che la valutazione dei progetti sia affidata a commissioni composte per almeno un terzo da professionisti operanti all'estero, in modo da garantire quanto più possibilel'obiettività del giudizio. Dopo tre anni di impegno e battaglie per far passare questo principio, potremo finalmente dire basta ai fondi ottenuti da figli e parenti dei baroni o attribuiti discrezionalmente da Governi e burocrati dei Ministeri.

L'inchiesta che ho voluto aprire in Commissione sulla drammatica vicenda di Stefano Cucchi si è chiusa con risultati concreti: abbiamo ottenuto, in un primo momento, una modifica sostanziale del protocollo organizzativo della struttura di medicina protetta che aveva ospitato Cucchi Stefano (presso l’ospedale "Sandro Pertini" di Roma). In questi giorni abbiamo poi ricevuto una comunicazioneufficiale dal Ministero della Giustizia: il capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, il Dott. Franco Ionta, mi ha scritto indicando che tali cambiamenti nel protocollo saranno estesi a tutte le strutture di medicina protetta presenti in Italia. D’ora in poi se un detenuto si ammalerà o si aggraverà i medici potranno colloquiare quotidianamente con i familiari ed informarli di ogni variazione nelle condizioni cliniche. Può sembrare una piccola riforma ma non lo è, se pensiamo che la mamma di Stefano Cucchi ha appreso della morte del figlio dalla richiesta di firmare il consenso all’autopsia. Sino a quel momento non sapeva neanche che si fossero aggravate le sue condizioni cliniche. 

C'è stato poi il capitolo choc degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). Con i senatori della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo visitato  (con blitz e sopralluoghi a sorpresa) i sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere). 
Un inferno per 1.500 internati fatto di degrado intollerabile, sporcizia,  abuso della contenzione fisica e assenza di cure psichiatriche. Sono moltissime le persone sottoposte a misure di sicurezza (anche se hanno commesso un reato minore) e mai più uscite a causa delle infinite proroghe, ingiunte anno dopo anno,senza speranza. Gli stessi operatori del Ministero della Giustizia chiamano questa condizione con un termine agghiacciante: ergastolo bianco. 
Ora, con la Commissione, mi propongo di raggiungere nuovi obiettivisu questo fronte: ottenere la lista di tutti i pazienti che possono essere affidati ai servizi territoriali; richiedere alle Asl di accoglierli e curarli; trasferire immediatamente gli internati che hanno patologie non curabili all’interno degli OPG (abbiamo ad esempio chiesto e già ottenuto il trasferimento in un reparto ospedaliero specializzato per un internato di Napoli che ha una gangrena); indurre la Conferenza Stato-Regioni ad intervenire per il mancato recepimento in Sicilia del decreto che trasferisce la competenza degli OPG (si tratta dell'unica Regione in cui il passaggio dal Ministero della Giustizia a quello della Salute non è avvenuto); spingere le Regioni a chiudere gli OPG che non rispettano, per condizioni igieniche, sanitarie e strutturali, la salute e la dignità delle persone internate (la Regione Toscana ha già dichiarato - dopo gli esiti del nostro sopralluogo - che chiuderà lafatiscente struttura di Montelupo Fiorentino); ho già avviato unostudio comparativo di tutte le legislazioni dei Paesi europei e nord-americani per formulare un disegno di legge (a firma di tutti i membri della Commissione) che porti al superamento delle drammatiche e intollerabili situazioni attuali.

Mentre vi scrivo la situazione politica nazionale appare instabile e scossa in parte da emotività, in parte da ragionamenti che vogliono apparire dotti. Io credo davvero che, da democratici, dobbiamo compiere tutti i passi necessari non per garantire potere o rendite di posizione, ma per modernizzare la nostra società. Insomma, non le strategie per far vincere pochi ma gli obiettivi giusti per il bene di tutti.


fonte : http://www.ignaziomarino.it/

0 commenti:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...