Questo è stato il corteo No Ponte: un’invasione gioiosa e pacifica dei luoghi destinati ad essere stravolti dai cantieri del Ponte sullo Stretto. Un lungo e colorato serpentone ha percorso le vie di Torre Faro in un contesto di grande solidarietà certificato dalle tante bandiere appese ai balconi.
4000 mila partecipanti, in quella che è stata di gran lunga la manifestazione più numerosa svoltasi a Capo Peloro, hanno ribadito la contrarietà al “mostro sullo Stretto” definito inutile, devastante e fortemente costoso in termini di risorse pubbliche.
D’altronde la messa in moto delle trivelle e l’avvio del monitoraggio ambientale, seppure in un contesto di resistenza da parte della popolazione interessata, segnalano l’intenzione del Governo nazionale di volere insistere nel processo di continuo trasferimento di risorse pubbliche nelle tasche dei grossi
contractor che si nutrono di appalti pubblici.
In questo modo, seguendo un iter lento, stanco e confuso, contraddistinto dai mille rinvii, viene tenuto aperto un canale di spesa che impedisce qualsiasi
altra prospettiva per il nostro territorio.
Il corteo di Torre Faro ha dimostrato che il movimento che si oppone al Ponte e che chiede che le risorse ad esso destinate vengano utilizzate per infrastrutture prossime ai cittadini, per strade, ferrovie, per il potenziamento dei trasporti pubblici nello Stretto, per la messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio è in crescita.
Il 2 ottobre questo movimento sarà nuovamente in piazza, questa volta a Messina centro, in occasione dell’anniversario delle frane che hanno causato la morte
di decine di persone nella zona sud di Messina.
Sarà quella l’occasione per chiedere che si ponga fine all’inutile scempio di
territorio e risorse pubbliche che è il ponte e si avvii una significativa messa
in sicurezza del territorio attraverso politiche condivise e partecipate.
Rete No Ponte
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