di Federico VacalebreNAPOLI - Nella Napoli che non canta per crisi, e per il ritardo con cui la Regione ha assicurato al Comune i fondi per «Estate a Napoli», portando a cancellazione e/o slittamento del cartellone di giugno e luglio, spicca più unica che rara la programmazione di «Incantanapoli». È la tradizionale kermesse ferragostana che quest’anno porterà alla rotonda Diaz (ingresso libero) sabato Sal Da Vinci, domenica Teresa De Sio e lunedì Enzo Gragnaniello (con i Sud Express), un tris autarchico d’assi e voci veraci. La cantautrice arriverà a Napoli con il suo «Due Sicilie tour».
Il titolo del nuovo giro di concerti, Teresa, non sembra casuale, per una brigantessa del folk come lei, in piena celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia.
«No, non è casuale, ma non è nemmeno una trovata massmediatica per sollevare polemiche, o un manifesto nostalgico: non rimpiango quello che non ho conosciuto, ma uso le canzoni, quelle mie e quelle popolari, per risollevare una questione meridionale sempre più scottante. È inutile negarlo o nasconderlo: affonda la sua origine negli anni post-unità, nel brigantaggio e nella sua repressione, ma non voglio che parlarne serva a chi - sia pur teoricamente, e gettando la pietra e nascondendo la mano - vorrebbe dividere il Belpaese in due».
Con i Musica Nova di canzoni sui briganti ne ha frequentate diverse. Poi ha scritto «Sacco e Fuoco».«E ho trovato una magnifica quanto sconosciuta canzone di Modugno, ”Lu brigante”, che ho inserito in scaletta. Mimmo è stato davvero un grandissimo apripista, alla sua produzione più di pancia e meno nazionalpopolare dedico un pezzetto della mia esibizione. Mi piace passare dalla sua visione del brigante, roba di quarant’anni fa, romantica, alla mia, realistica, dura, che tenta di partire dalla lezione di ieri per arrivare all’oggi».
Che lezione se ne può trarre?«Che i briganti di oggi sono quelli che resistono all’omologazione, quelli che sfuggono alla dittatura dei mass media, quelli che si oppongono alla desertificazione morale, alla normalizzazione culturale, alla dittatura del pensiero unico»
Oltre a quello a Modugno c’è in programma un altro tributo a un maestro.«Sabato sarò la protagonista dell’ormai tradizionale concerto dedicato a Fabrizio De Andrè all’Agnata, lo stazzo vicino a Tempio Pausania che l’amico fragile elesse a suo buen retiro sardo e che oggi è un rinomato agriturismo. Un appuntamento pomeridiano, che Dori Ghezzi organizza sul prato di casa. Faber è stato davvero un maestro per me, ascoltavo le sue canzoni di nascosto dai miei genitori, ho avuto il privilegio di duettare con lui in “Un libero cercare”. Per l’occasione ho tradotto in napoletano la sua magnifica “Un libero cercare”».
Quest’estate il «Due Sicilie tour» si alterna con reading tratti dal romanzo d’esordio «Metti il diavolo a ballare». Altri progetti in pentola?
«Sto lavorando contemporaneamente al mio secondo romanzo e al nuovo disco. Di questo è davvero troppo presto per parlare, del libro possiamo dire che sarà ambientato non più nel Salento come il primo, ma tra Napoli e Roma, e che la vicenda si svolgerà ai giorni nostri».
FONTE : http://www.ilmattino.it/
Che lezione se ne può trarre?«Che i briganti di oggi sono quelli che resistono all’omologazione, quelli che sfuggono alla dittatura dei mass media, quelli che si oppongono alla desertificazione morale, alla normalizzazione culturale, alla dittatura del pensiero unico»
Oltre a quello a Modugno c’è in programma un altro tributo a un maestro.«Sabato sarò la protagonista dell’ormai tradizionale concerto dedicato a Fabrizio De Andrè all’Agnata, lo stazzo vicino a Tempio Pausania che l’amico fragile elesse a suo buen retiro sardo e che oggi è un rinomato agriturismo. Un appuntamento pomeridiano, che Dori Ghezzi organizza sul prato di casa. Faber è stato davvero un maestro per me, ascoltavo le sue canzoni di nascosto dai miei genitori, ho avuto il privilegio di duettare con lui in “Un libero cercare”. Per l’occasione ho tradotto in napoletano la sua magnifica “Un libero cercare”».
Quest’estate il «Due Sicilie tour» si alterna con reading tratti dal romanzo d’esordio «Metti il diavolo a ballare». Altri progetti in pentola?
«Sto lavorando contemporaneamente al mio secondo romanzo e al nuovo disco. Di questo è davvero troppo presto per parlare, del libro possiamo dire che sarà ambientato non più nel Salento come il primo, ma tra Napoli e Roma, e che la vicenda si svolgerà ai giorni nostri».
FONTE : http://www.ilmattino.it/
Oltre a quello a Modugno c’è in programma un altro tributo a un maestro.«Sabato sarò la protagonista dell’ormai tradizionale concerto dedicato a Fabrizio De Andrè all’Agnata, lo stazzo vicino a Tempio Pausania che l’amico fragile elesse a suo buen retiro sardo e che oggi è un rinomato agriturismo. Un appuntamento pomeridiano, che Dori Ghezzi organizza sul prato di casa. Faber è stato davvero un maestro per me, ascoltavo le sue canzoni di nascosto dai miei genitori, ho avuto il privilegio di duettare con lui in “Un libero cercare”. Per l’occasione ho tradotto in napoletano la sua magnifica “Un libero cercare”».
Quest’estate il «Due Sicilie tour» si alterna con reading tratti dal romanzo d’esordio «Metti il diavolo a ballare». Altri progetti in pentola?
«Sto lavorando contemporaneamente al mio secondo romanzo e al nuovo disco. Di questo è davvero troppo presto per parlare, del libro possiamo dire che sarà ambientato non più nel Salento come il primo, ma tra Napoli e Roma, e che la vicenda si svolgerà ai giorni nostri».
FONTE : http://www.ilmattino.it/
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