giovedì 5 agosto 2010

Destra e PD rifinanziano "missione" in Afghanistan e non solo...

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...i senatori del PD hanno espresso il loro "pieno" e "convinto" "sostegno alla missione di pace", chidendo anzi una "legge quadro che renda automatico e obbligatorio il rifinanziamento della missione"...da 65 milioni di €/mese....!! MALEDETTA ITALIA!! MALEDETTO PD!!

Il dibattito sul rifinanziamento al Senato in un clima di vergognoso disinteresse. L'acritico sostegno del Pd alla "missione di pace", l'opposizione dell'Idv
La discussione in Senato sul rifinanziamento della missione di guerra italiana in Afghanistan è avvenuta, tra ieri sera e questa mattina, in un'aulacompletamente disinteressata all'argomento.
I senatori che prendevano la parola dovevano sgolarsi per sovrastare l'incessante vocio da piazzadei loro colleghi (tutti presi dagli sviluppi della crisi interna alla maggioranza) costringendo il presidente dell'aula a minacciare ogni cinque minuti la sospensione della seduta. Il tutto aggravato da uno spensierato clima da ultimo giorno di scuola(questa era l'ultima seduta prima della pausa estiva) degno delle peggiori scolaresche di adolescenti. Uno spettacolo indecoroso.
Limitandosi a criticare i tagli di spesa per la cooperazione civile, i senatori del Partito Democratico hanno espresso tutti il loro ''pieno'' e ''convinto'' sostegno alla ''missione di pace'' in Afghanistan (solo al senatore Marco Perduca è scappata la parola 'guerra'), chiedendo anzi una legge quadro che renda ''automatico'' e ''obbligatorio'' il rifinanziamento alla missione, invece dell'attuale verifica semestrale che il Pd giudica dannosa per ''la stabilità e la continuità'' di un impegno militare che ''non può essere suscettibile al quadro politico del momento''.
I senatori dell'Italia dei Valori hanno invece chiesto il ritiro delle truppe italiane nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione. ''Rifiutiamo questa concezione distorta della parola pace - ha dichiarato il senatoreStefano Pedica - perché in Afghanistan noi siamo in guerra, una guerra vera e propria, in cui la morte dei nostri soldati non è una fatalità, perché le fatalità avvengono in tempi di pace: è una costante inaccettabile visto il ripudio della guerra sancito dalla nostra Costituzione. E' un'ipocrisia celebrare questi caduti con minuti di silenzio, e poi votare sì alla missione. Una missione a sostegno di un governo afgano responsabili dell'aumento esponenziale delle piantagioni di papavero da oppio o dell'allontanamento di meritorie organizzazioni quali Emergency''.
''Chiediamo il ritiro delle nostre truppe - ha dichiarato il senatore Idv Giuseppe Caforio - perché quella in Afghanistan non è una missione di pace, ma un duro e aspro conflitto armato che miete vittime civili e militari. Una guerra drammatica senza via d'uscita che sta diventando il nuovo Vietnam degli americani. Una situazione drammatica che la comunità internazionale sta affrontando senza una strategia chiara, brancolando nel buio. Non vogliamo accettare ulteriori sacrifici economici e di vite umane per una guerra inutile a sostegno di un governo di signori della droga che stanno al potere grazie a brogli elettorali e che si intascano gli aiuti internazionali lasciando impoverire la popolazione''.
Le posizioni dell'Idv sono state criticate in aula non solo dai senatori della maggioranza (Giovanni Torri, Lega, ha parlato di ''posizioni malinconiche'' che ricordano ''quelle assunte in passato dall'estrema sinistra''), ma anche dagli esponenti dell'opposizione.
Per il senatore Stefano Ceccanti, Pd, ''non si può interpretare l'articolo 11 della Costituzione basandosi solo sulla parte profetica del ripudio della guerra dimenticandosi la parte realistica su limitazione di sovranità e organizzazioni internazionali, schierandosi 'senza se e senza ma' contro missioni militari conformi alla legalità internazionale come quella in Afghanistan, quella in Serbia o l'Iraq della prima guerra del Golfo''.
''L'Italia non si può ritirare dall'Afghanistan'', ha detto il senatore Francesco Rutelli, Alleanza per l'Italia, a costo di ''forzare correnti di opinione nel paese'' il che significa, spiega l'ex leader Pd, ''esercitare il dovere della politica, che non è, come taluni ogni tanto reputano, quello di registrare le opinioni nei sondaggi e conseguentemente agire, bensì quello di agire in funzione dell'interesse strategico del nostro paese e delle funzioni che noi intendiamo svolgere dentro la comunità internazionale''.
Tradotto: ai rappresentanti del popolo sovrano non deve importare se 6 italiani su 10 sono contrari alla guerra, perché la loro opinione non conta nulla in confronto alla ragion di Stato e alle alleanze internazionali. Alla faccia della democrazia.  
Enrico Piovesana                                                        fonte :       http://it.peacereporter.net/ 
                                       
                             Come e perché siamo in guerra

Altri due italiani sono morti in Afghanistan. Saltati in aria mentre cercavano di disinnescare un ordigno esplosivo collocato ai bordi di una strada. Due giorni prima Wikileaks ha pubblicato un corposo dossier in cui, tra le altre cose, si dice (fonte Esercito degli Stati Uniti) che gran parte degli ordigni esplosivi usati dai talebani sono costruiti utilizzando delle mine anticarro di produzione italiana riadattate. Nessuno ci dirà mai se questi due ragazzi morti in Afghanistan (e gli altri uccisi negli anni scorsi) siano stati colpiti dal made in Italy. Da quanto si legge, almeno uno dei nostri Lince è stato colpito con mine italiane.
Tra qualche giorno, il 2 o il 3 agosto, il Senato della Repubblica italiana approverà (ne siamo certi) il rifinanziamento della missione militare in quel Paese. Una missione che da quasi dieci anni tutte le forze politiche hanno contribuito a sostenere, salvo i ripensamenti di quest'ultima ora. Andremo a spendere, nei prossimi sei mesi, circa 65 milioni di euro al mese. Dal 2004 gli italiani uccisi sono 29. In totale i miitari stranieri uccisi sono quasi 2000.
Cosa si possa fare, in Italia o anche in Afghanistan, con 65 milioni di euro, è facile immaginarlo. Scuole, pensioni, stipendi, asili da noi o laggiù sarebbero certamente più utili a farci vivere più tranquilli, visto che qui siamo messi male grazie alla crisi e laggiù - oramai lo dicono anche i militari - è più utile una scuola o una fabbrica o un ospedale per combattere un "terrorismo" che si nutre della disperazione e della miseria.
E a proposito di ospedali, oggi riapre l'ospedale di Emergency a Lashkar-gah. Sempre nei dossier di Wikileaks si parlava di una ong italiana che ha un ospedale e che è diventata insufferable, insopportabile, (GUARDA) al governo degli Stati Uniti. Il cablo è del 2007. E l'Ong italiana è decisamente Emergency. Che per l'ospedale spende meno di un milione e mezzo di euro all'anno. E' una buona notizia. Sia ovviamente per i feriti di questa guerra (che siano civili, militari afgani o talebani poco importa) che potranno di nuovo essere curati gratuitamente e in un ottimo ospedale, sia per noi che siamo qui, che potremmo ricominciare a sapere una minima parte degli effetti di questa devastante guerra. Emergency potrà ricominciare ad essere insopportabile.
Sarebbe bello che dossier come quelli di Wikileaks ma anche gli articoli di PeaceReporter fossero più conosciuti.Questa mattina ho sentito su Rai1 una serie di "inviatoni" di grandi testate sostenere che le notizie date da Wikileaks erano ampiamente state raccontate da loro, dalle loro televisioni e dai loro giornali. Si chiama "disinformatia": quei documenti sono talmente esplosivi che adesso tutti si devono concentrare in una difficile opera di demolizione. Ma noi sappiamo che non è vero: di quelle cose pochissimi hanno parlato. E tra quei pochissimi PeaceReporter e Emergency, che per questo è diventata insufferable. Perché se si raccontasse quel che succede, magari gli italiani comincerebbero a chiedersi - a chiedere soprattutto - perché dobbiamo spendere vite umane e soldi in una guerra inutile. Inutile come tutte le guerre, ma questa volta a dirlo sono i militari.
Maso Notarianni

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