LIVORNO. Il sito dell'agenzia ufficiale iraniana Irib scrive che «L'Iran ha annunciato oggi che avvierà entro il primo semestre del 2011 la costruzione di un nuovo sito per l'arricchimento dell'uranio, si tratta della terza installazione dopo quelle di Natanz e Qom. Il 22 febbraio scorso il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, aveva detto che la costruzione di due nuovi siti sarebbe cominciata all'inizio del prossimo anno iraniano, nel marzo 2011. Due settimane prima aveva detto che entro lo stesso anno sarebbero cominciati i lavori per costruire dieci di questi siti».
Oggi la radiotelevisione iraniana, ha detto che Ali Akbar Salehi, ha assicurato che «Entro i primi sei mesi del 2011 i tecnici iraniani cominceranno a costruire un sito».
La stessa Irib spiega che «Attualmente l'unico sito iraniano in attività per l'arricchimento dell'uranio riconosciuto dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea) è quello di Natanz, nella provincia centrale di Isfahan. Un altro impianto per l'arricchimento del materiale fissile, quello di Fordo, è in costruzione nei pressi della città santa sciita di Qom, circa 150 chilometri a sud di Teheran».
Sul sito internet della televisione di Stato Salehi ha spiegato: «Abbiamo completato l'individuazione di 10 nuovi siti di arricchimento, la costruzione inizierà prima della fine dell'anno iraniano all'inizio dell'anno prossimo».
Tutti possibili bersagli - insieme alla centrale di Bushehr che i russi di Rosatom si apprestano a mettere in funzione il 21 agosto - per una rappresaglia nucleare israeliana che metterebbe a ferro e fuoco il Medio Oriente e probabilmente scatenerebbe un conflitto che infetterebbe mezzo mondo.
Che l'Iran se ne freghi bellamente delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu lo dimostra anche l'annuncio dato il 10 agosto scorso dell'avvio della realizzazione di due nuove serie di centrifughe per arricchire più efficacemente l'uranio. L'11 febbraio Teheran aveva annunciato di aver prodotto per la prima volta uranio arricchito al 20%, naturalmente a fini "medici".
Ieri il presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, in una dichiarazione trasmessa da PressTv, ha ribadito che il modo per uscire da questa pericolosissimo gioco delle parti esiste: «L'intesa sullo scambio di combustibile nucleare, elaborata da Iran, Turchia e Brasile nel maggio scorso e deliberatamente ignorata dall'Occidente, aveva lo scopo di evitare scontri e di promuovere la fiducia e la cooperazione in materia nucleare a livello internazionale. Intanto, l'Irna riporta le parole del potente presidente della Commissione parlamentare per la sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento iraniano, Alaeddin Boroujerdi: «Teheran deve andare avanti con l'arricchimento dell'uranio, perché non c'è alcuna fiducia nel comportamento dei Paesi occidentali, dato che in passato diverse volte hanno infranto accordi siglati con l'Iran».
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se l'Iran proseguirà nel suo programma di arricchimento dell'uranio anche dopo il "caricamento" di barre di combustibile della centrale nucleare di Bushehr, Boroujerdi ha spiegato che «Il caricamento di combustibile e l'arricchimento dell'uranio sono due questioni differenti. Se l'Iran costruirà in futuro un'altra centrale nucleare o lo farà la parte russa, avremo bisogno di rifornirla di combustibile».
In un'intervista a Fars News, Boroujerdi, ha aggiunto che «La dichiarazione di Teheran sullo scambio di uranio dovrebbe essere il punto di riferimento per i futuri colloqui tra l'Iran e il gruppo di Vienna». Lunedì 17 maggio a Teheran al margine del summit G15 (di paesi in via di sviluppo) Iran, Brasile e Turchia hanno raggiunto un accordo sullo scambio d'uranio secondo cui la Repubblica islamica ha accettato di spedire gran parte (1200 kg) del suo uranio a basso arricchito (3,5%) alla Turchia in cambio di ricevere 120 kg di combustibile confezionato da uranio arricchito al 20%, necessario per alimentare un reattore con finalità mediche a Teheran.
Tale reattore produce isotopi radioattivi impiegati nella cura del cancro in 200 ospedali iraniani. Il combustibile fornito dall'Argentina 17 anni fa si sta ormai esaurendo. L'intesa di Teheran sarà alla base dei nostri futuri negoziati con il gruppo di Vienna (Stati Uniti, Russia, Francia e l'Agenzia internazionale dell'energia atomica). Lo storico accordo sul nucleare è stato deliberatamente ignorato dai circoli israelo-occidentali, i quali hanno votato l'inasprimento delle sanzioni anti-iraniane. Siamo sulla soglia dei negoziati... non c'è altra base per i negoziati che la Dichiarazione di Teheran».
L'embargo sembra inefficace e, secondo un bel pezzo della diaspora iraniana e dell'opposizione interna, la polemica sul nucleare e le minacce israeliane stanno rafforzando il regime della destra islamica e il nazionalismo.
Il 10 agosto il portavoce dell'Iaea, Gill Tudor, aveva implicitamente ammesso l'insuccesso del boicottaggio internazionale: «L'Iaea può confermare che il 17 luglio, mentre gli ispettori dell'Agenzia si trovavano nel centro nucleare di Natanz, l'Iran iniettava dei materiali nucleari in queste due "cascate" di 164 macchine interconnesse (...) in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu».
FONTE : http://www.greenreport.it/
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