Anziché sulla raccolta differenziata, anche Torino punta sull’inceneritore: avrà un costo esorbitante, inquinerà l’aria e diffonderà tumori. L’inaugurazione del cantiere si è svolta nell’hinterland, a Grugliasco, nell’indiffenza generale, annota l’ambientalista Marco Cedolin, che denuncia la più totale disinformazione, l’inettitudine degli amministratori pubblici e il disinteresse dei cittadini: «In compenso l’inceneritore ha già iniziato ad interessarsi di loro, partendo dai portafogli, salassati per alcune centinaia di milioni di euro (cifra che continua ad aumentare progressivamente) necessarie per la costruzione, per arrivare alla loro salute che l’impianto metterà a repentaglio». Il mega-inceneritore, continua Cedolin, brucerà 421.000 tonnellate di rifiuti all’anno, ma la sua capacità massima potrebbe arrivare a 579.000 tonnellate annue: molto più di quante la provincia di Torino sia in grado di produrne, a fronte di una buona raccolta differenziata. L’impianto di Grugliasco «diffonderà nell’ambiente nano-polveri e polveri fini, unitamente a diossine, furani, idrocarburi policlici, acidi inorganici, ossido di carbonio, arsenico, berillio, cadmio, cromo, nickel, mercurio ed una miriade di altre sostanze (oltre 250) dalla ferale pericolosità». Inoltre, il “termovalizzatore” «dissiperà oltre un milione di metri cubi d’acqua l’anno destinati al suo sistema di raffreddamento». In definitiva, secondo Cedolin, il nuovo inceneritore «praticherà l’eutanasia del sistema di raccolta differenziata in città», visto che differenziare i rifiuti (e riciclarli) renderebbe anti-economico il sistema di incenerimento. «Necessitando di un’enorme quantità di rifiuti dall’alto potere calorifero che ne garantiscano il funzionamento», spiega Cedolin, il maxi-inceneritore di Torino «produrrà energia elettrica emettendo nell’atmosfera quantitativi di CO2 doppi rispetto ad una centrale a gas naturale di eguale potenza». Corollario inevitabile, i rischi per la salute: «Come dimostrato da un’ampia letteratura di studi epidemiologici», il nuovo impianto «determinerà l’incremento dell’incidenza di una lunghissima serie di patologie»:tumori di più svariato genere, leucemie, malattie cardiache e vascolari, malformazioni fetali e sterilità. «I signori che hanno mangiato i pasticcini e bevuto il vino bianco – continua Cedolin, riferendosi al rinfresco per l’inaugurazione del cantiere – sono perfettamente al corrente di tutto ciò, dal momento che hanno già destinato 30 milioni di euro ai Comuni interessati dall’impianto, in qualità di compensazione per i danni che esso arrecherà. Danni che si leggono sotto forma di malattie, debitamente convertite in euro all’interno di apposite tabelline stilate per l’occasione, dove un infarto arriva a valere 3.260 euro euro ed il decesso è stimato intorno ai 160.000 euro».
I cittadini, continua Cedolin, con tutta probabilità non sono al corrente di nulla, anche perché «né la classe politica, né gli scribacchini di professione hanno mai ritenuto giusto renderli edotti di tutto ciò». Tutti i partiti, «da destra a sinistra, passando attraverso le varie frange dipinte di verde», hanno sempre sostenuto la costruzione del forno inceneritore «senza tentennamenti di sorta». Me se gli abitanti preferiscono «una serata in poltrona dinanzi al grande fratello o alla pay tv», il mega-inceneritore «continuerà ad occuparsi di tutti loro, piccoli scampoli di umanità racchiusi all’interno delle tabelline d’incidenza delle patologie»
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