martedì 20 luglio 2010

Aids: ancora lontano l'accesso universale alle cure?

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La XVIII Conferenza mondiale sull'Aids è in corso a Vienna, con oltre 20mila delegati da 185 paesi. Il tema portante, rassunto dallo slogan Rights here, right now (Diritti qui e adesso), è il legame tra l'obiettivo dell'Accesso universale (a prevenzione, trattamenti e cure) e i diritti umani. Nel mirino ci sono le politiche che ancora discriminano le persone sieropositive e le popolazioni vulnerabili, i tossicodipendenti, gli omosessuali (leggi omofobiche sono presenti in oltre 80 paesi, dati Unaids), i e le sex workers, le leggi che criminalizzano la trasmissione del virus e marginalizzano le persone con Hiv. La violazione dei diritti umani comporta: maggiore diffusione del virus e mancata conoscenza epidemiologica. I dati globali raccontano di 2 milioni di morti l'anno per Aids (5.000 ogni giorno), e di 2.7 milioni di nuove infezioni ogni anno (7.400 ogni giorno, mentre sono 3.000 le persone che ogni giorno entrano in terapia). I trattamenti nei paesi in via di sviluppo raggiungono oggi, a 5 anni dalla Conferenza di Durban, 5 milioni di persone, e ciò dimostra che l'Accesso universale è un obiettivo perseguibile, ma ancora 10 milioni di persone non hanno alcun accesso alle cure. Questo anno 2010 è con ogni evidenza strategico, e sta giusto in mezzo fra la Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - Ungass del 2001 dove gli stati membri dell'ONU hanno firmato una dichiarazione che li impegnati a combattere l'HIV/AIDS e il raggiungimento dei Millenium Goals (MDG) fissati per il 2015. Ed è adesso che si devono fare i primi bilanci e capire quali sono le barriere da rimuovere per poter garantire nel 2015 l'Accesso universale alla prevenzione e al trattamento dell'HIV.  Julio Montaner, presidente della International Aids Association e chair della Conferenza afferma: "Non posso nascondere sconforto e frustrazione, visto l'esito del recente G8/G20 che si è tenuto in Canada, dove non è stata assunta alcuna decisione e responsabilità sull'Accesso universale. E' un fallimento. In molti stanno usando la scusa della crisi economica globale. Ma è solo una scusa, non ci sono stati problemi a finanziare i banchieri di Wall Street, mentre 110 miliardi di euro sono apparsi dal nulla quando è saltata l'economia della Grecia. E' solo una questione di priorità e, cari amici, le loro priorità devono cambiare. Dove finiamo, se la cruda realtà oggi è che non siamo neppure a metà dell'obiettivo dell'Accesso universale? Molti gruppi, incluso il nostro, ha prodotto in questi anni una serie di evidenze che dimostrano che la Haart non riduce solo la mortalità, ma produce una massiccio calo delle infezioni. Una ricerca prodotta dalla Gates Foundation e pubblicata da Lancet il mese scorso mostra una riduzione del 90 per cento in Africa della trasmissione fra coppie sierodiscordanti eterosessuali. Un lavoro prodotto a Vancouver ha mostrato l'importanza della Haart nella riduzione delle infezione da Hiv tra gli assuntori di droghe per via iniettiva, e oggi su Lancet c'è uno studio simile che parla di una riduzione del 50 per cento negli ultimi tre anni in British Columbia (Canada). “Treatment is prevention”, e fino a quando non ci sarà una cura definitiva, o un vaccino, “treatment 2.0” è fra le migliori scelte che abbiamo per controllare l'epidemia".

   Aids, oltre cinque milioni di malati in cura


I dati dell'Organizzazione mondiale della sanità. Dal 2009 al 2010 il numero dei malati in cura è aumentato di oltre un milione di persone. Il tasso di mortalità nel 2010-2015 potrebbe calare del 20%



Aumenta il numero dei malati di Aids che ricevono cure mediche nel mondo. È quanto emerge dalle cifre presentate oggi (19 luglio) a Vienna durante la conferenza internazionale sull’Aids promossa dall'organizzazione mondiale della sanità (Oms).


Per l’esattezza, si stima che il numero di persone che alla fine del 2009 ricevevano cure salva-vita sia salito a 5,2 milioni. “Alla fine del 2008 erano quattro milioni, è uno sviluppo molto incoraggiante”, ha detto Hiroki Nakatani, direttore generale per il dipartimento aids, tubercolosi, malaria e malattie tropicale dell'Oms. “Si tratta del maggiore incremento in un solo anno di persone con accesso a terapie”, ha aggiunto.


“Un precoce avvio del trattamento ci offre la possibilità che le persone infette col virus Hiv vivano meglio e più a lungo”, ha aggiunto Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv/Aids dell'Oms. Secondo stime, il tasso di mortalità nel 2010-2015 potrebbe calare del 20%.   FONTE: http://www.rassegna.it/

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