Salute a tutti voi, miei cari ragazzi, come va!?
Quest’oggi, come vi avevo già
promesso, vi racconterò della mia vacanza a Cipro. Io, come forse già saprete, sono un disabile al 100%,
bisognoso d’ogni cosa.
Antonio Aroldo
[1] Tutti i Diritti sono Riservati al Firmatario del Presente Articolo
[2] http://www.lagenziadiviaggi.it/annuario/scheda.php?id_azienda=1155
Quest’anno, come probabilmente vi avevo già accennato
prima di partire, dovevo necessariamente, per completare la mia ricerca sui
templari, andare lì, toccare con mano tutto ciò che c’era, osservare, con molta
attenzione, ogni cosa che potesse essere rilevante per scoprire finalmente
l’origine dell’ingente fortuna dei
Cavalieri Templari. La mia idea, in altre parole, era quella di riuscire
a coniugare l’esigenza improrogabile di continuare la “Mia Analisi Storico-Giornalistica” col “Dovere Psico-Fisico” di farsi una “Bella Vacanza”; ottemperare a questo nobilissimo intento,
però, è stato al quanto ostico. Andiamo avanti, però, con ordine. Io, questo
particolare viaggio miei cari signori, volevo già farlo l’anno scorso. La
stagione passata, però, sembrò troppo complicato organizzare. Stavolta, invece,
io e mia madre, abbiamo cercato d’organizzarci per tempo e bene. La nostra
analisi delle varie offerte, riguardanti quella splendida isola sempre baciata
dal sole, è iniziata a metà maggio. Mia madre e io, infatti, da quel momento in
poi, abbiamo controllato le offerte per e-mail quasi ogni giorno; mia madre,
poi, appena poteva andava in agenzia a controllare la validità delle offerte
viste assieme alla nostra “Operatrice
Turistica” preferita di nome serena.
Uno “Studio Certosino” e “Molto Snervante” di tutte le “Proposte di Viaggio” per quella
“Specifica Meta”. Questo
particolare screening, in poche parole, portava via parecchio tempo, perché
principalmente cercavamo un hotel con il miglior rapporto qualità-prezzo e che
rispondesse a tutta una serie di requisiti indispensabili per il “Soggiorno” di un disabile. Noi,
infatti, cercavamo un volo per “Cipro-Nord”
senza troppi scali e un hotel adatto all’esigenze di una “Persona Disabile”. L’attesa svolta, a tale situazione di sfibrante
stallo si ebbe soltanto a metà luglio, quando mia madre mi ha detto che era
tutto risolto e che lei, assieme a Serena, aveva trovato un buon albergo a Kyrenia a poche decine di kilometri
dalla “Grande Capitale del Nord”
chiamata Nicosia. Essa, pero, come
poi ho scoperto, essendo Cipro politicamente divisa in due, la sua capitale (come tutte le città
cipriote) ha per così dire la “Doppia
Denominazione”: una turca e un’altra greca. Nicosia, infatti, si chiama
Larnaka per i greci e Lefkosia
per i turchi. Un altro esempio, di questa doppia denominazione, è Kyrenia che ha
come secondo nome Girne. Torniamo,
però, all’inizio di questa interessantissima, ma stancante vacanze. Quella “Santa Donna” di mia madre, pur di accontentarmi
quest’anno, ha prenotato l’albergo per due settimane: dall’8 al 22 agosto. La partenza, infatti, era da Napoli e aveva due differenti scali: Rimini e Antalya, mentre invece, era a Erkan.
Il volo, in breve, durò fino a pomeriggio inoltrato. Io, però, prima di
continuare, devo avvertirvi, questa vacanza è piena di colpi di scena, la cui
maggioranza non sono belli. Il primo si è avuto ancora prima di partire: mia
cugina, la mitica Irene Prota, non è
riuscita a organizzarsi le vacanze con la propria famiglia e ha chiesto di accodarsi
al nostro viaggio. Io, all’inizio, ero un po’ titubante a portarla con noi, ma
poi si è dimostrata una “Vera
Risorsa” per me e mia madre, ma perché il nostro Antonio Aroldo, dice così? Andate avanti con la lettura e saprete tutto! La partenza dell’aereo, in un
primo momento, era verso le 17:00, ma poi è stata spostata a dopo le 13:00. Io,
purtroppo però, quell’8 agosto, come a mio solito in questi casi, mi sono fatto
prendere dall’ansia di far presto e mi sono bloccato sul bagno, per ben tre
ore, perché dovevo fare pipi! Un altro bel problema, poi, è stata la situazione
di mia cugina Irene. Lei, infatti, essendosi accodata a noi all’ultimo minuto,
aveva non poche difficoltà affinché l’agenzia le desse il biglietto e l’ok a
partire insieme a noi. La mia dolcissima Irene, difatti, è riuscita a ottenere
il biglietto, il giorno stesso della partenza
L’aereo, almeno in teoria,
sarebbe dovuto restare a terra soltanto un quarto d’ora- venti minuti, giusto
il tempo d’ultimare le operazioni di “Scarico”
e “Carico” dei bagagli, ma
invece, restammo tutti rinchiusi in quella “Fornace
di Metallo” per quasi due ore e senza che si potesse andare in bagno.
Molta gente, infatti, (soprattutto anziani) iniziava a spazientirsi. Io stesso,
a dire la verità, in quei particolari momenti, ho cominciato a sentirmi nervoso
e a sbarellare. Mia madre, infatti, a un certo punto mi ha detto, in napoletano
stretto: “Se non la Smetti, ti Spacco
la Faccia”! L’aereo, comunque, verso le tre è partito per il “Suo Giro”: Napoli-Rimini,
Antalya-Cipro. Il volo, in poche parole, c’ha messo quasi quattro ore per arrivare
a destinazione. Io, mia madre e mia cugina, infatti, siamo atterrati
sull’isola, soltanto verso le 19:30 passate. Lì c’era, ad’aspettare il nostro
arrivo, un autista di un furgone attrezzato per i disabili, che a nome della “Viloratuor”, (il “Nostro Tour Operator”) c’ha
accompagnato in hotel. L’albergo in questione, miei cari amici, era un “Cinque Stelle”. Esso era
situato vicino al centro di Kyrenia e si chiamava “Vuni Palace Hotel”. L’“Appariscente Struttura del Vuni”, come
forse ho già evidenziato prima, era uscita fuori da quella “Profonda Analisi” delle varie offerte di cui ho parlato
prima. Il Vuni, cioè, sembrava essere, almeno sulla carta, l’unico adatto alle
nostre esigenze. [2]Il nostro
Tour Operator, infatti, c’aveva assicurato che il Vuni era l’unico albergo “Realmente Accessibile” per i
disabili; purtroppo, così, non era. La camera assegnataci dall’amministrazione
dell’hotel, infatti, non era adatta per un anziano con qualche Kilogrammo in
più, figuriamoci per un disabile al 100%. Essa, infatti, aveva la “Zona Notte”, formata da due
letti di “Due Piazze e Mezzo”
e una semplice brandina aggiunta per mia cugina. Lì vicino, a un metro e mezzo
di distanza invece, proprio davanti, c’era una sedia con vicino una piccola scrivania
appoggiata al muro. Un luogo, quindi, apparentemente ampio e confortevole se
non fosse che questa particolare stanza, come forse tutto il resto dell’albergo,
mancava di una “Buona Pulizia”
e di una “Seria Manutenzione”. Mia
madre, infatti, ha chiamato molte volte il “Manutentore
dell’Albergo”, perché aggiustasse il “Box della Doccia”. Quest’ultimo, però, è venuto soltanto
una volta a vedere cosa fosse successo e poi, nonostante le nostre insistenze,
non è più venuto. Quel dannato bagno, in buona sostanza, s’allagava ogni qualvolta
che ogn’uno di noi si doveva lavare. Tutti i giorni, infatti, facevamo,
puntualmente tardi, a cena. Quella camera, come pure tutto il resto dell’hotel,
aveva altre pecche molto gravi che, almeno ai nostri occhi (ma non solo), facevano
apparire il Vuni come una “Mega
Truffa” molto pacchiana. Esso, infatti, come vi dimostrerà il video che
mia madre ha girato assieme a mia cugina, nessuna delle camere del Vuni era
realmente accessibile per i disabili. Il bagno della stanza che c’avevano
assegnato, per esempio, aveva la “Vasca”,
invece, della “Doccia a Pavimento”,
ottima per i “Veri Disabili”.
Un’altra grande pecca, invece, riguardava la “Tazza del Water”. Essa, pur se è difficile a credersi, era
situata proprio in quel angustio e microscopico spazio collocato dietro la
porta del bagno. Una qualsiasi persona, quindi, che, entrava lì per la prima
volta e si dirigeva in bagno, poteva pensare: “Per Tutti i Diavoli, S’han Arubat o Cess”!? una “Persona Disabile”, quindi, che,
come me deve essere trasportato anche quando va in bagno, ha delle “Enormi Difficoltà” a stare in
un posto del genere. Mia madre, inoltre, nella notte tra l’otto agosto e il
nove agosto, in quel stramaledetto bagno, stava quasi per avere un “Grave Incidente”. Nell’“Orario Notturno”, di quella “Prima Giornata”, difatti, mi
venne, all’improvviso, una voglia matta di fare pipi. Quella santissima donna
di mia madre, allora, s’alzò e bestemmiando come una turca iniziò a trascinarmi
verso il bagno. In quel “Difficile
Frangente”, miei cari ragazzi, dovete credermi, ho realmente capito la “Straordinaria Forza di Carattere”
e la “Grande Intelligenza” di
mia Cugina, perché direte voi? Beh, miei cari signori, continuate a leggere e
lo saprete! Mia madre, in breve, quella stramaledetta notte, per potermi portare
in bagno, sarebbe dovuta restare calma e concentrata, perché doveva trascinare
me e contemporaneamente tenere aperta del bagno. Mia madre, inoltre, non aveva
considerato che, i problemi in quel “Dannato
W.C.”, non erano legati soltanto alla posizione del water o al sistema
d’apertura e di chiusura della porta, ma anche al “Batti-Scopa” dell’ingresso. Esso, infatti, essendo molto
più alto di quello del vano adiacente, almeno di 4-5 centimetri, ha fatto
inciampare mia madre, proprio sulla soglia del suddetto bagno. Io e mia madre,
in altre parole, in quel preciso momento, siamo caduti l’uno addosso a l’altro,
come “Due Birilli”. Mia madre,
infatti, in quell’occasione, ha rischiato di “Spezzarsi una Gamba” per “Proteggere Me”! Io e mia madre, in breve, in quel preciso
momento, ci siamo sentiti realmente perduti, perché pensavamo: “E Adesso, chi C’Aiuta”?! mia
madre, poi, in quei momenti così drammatici, mi ha detto una cosa che io non
potrò mai scordare e che mi ha fatto comprendere quanto sia importante che la “Mia Ricerca” vada a buon fine,
che io dimostri inevocabilmente, che non sono un “Pazzo Squinternato” a caccia di “Favolette”, ma uno studioso che vuole descrivere, a tutti,
semplicemente la “Realtà dei Fatti”.
Voi, però, vi starete chiedendo: “Cosa
Diavolo ti ha Detto, Tua Madre, in quel Difficile Frangente, di così
Eclatante”? beh, miei cari lettori, voi non ci crederete, ma è così, mi
ha detto: “Ti Odio”! Un “Semplice Sfogo”, direte voi,
si, miei cari ragazzi, questa è, certamente, l’interpretazione giusta, ma a me
fa ancora male! Questo particolare astio, questo particolare dolore, che ho
sentito quella determinata notte, non è mai stata rivolto contro quella santa
donna di mia madre, ma contro quell’“Orrendo
Gruppo di Potere”, che con le “Sue
Nefandezze”, mi ha spinto a iniziare la mia ricerca. Un’“Oscura Cricca”, dunque, di cui,
almeno spero, vi parlerò presto quando, cioè, i frutti della mia ricerca
saranno maturi. Torniamo, però, a quel “Difficile
Momento”. Mia madre, come potete immaginare, non appena ha provato a
muoversi, da quella scomodissima posizione, ha avvertito un inimmaginabile
dolore che l’ha fatta urlare come una matta e che ha fatto svegliare mia cugina
Irene che è corsa per aiutarci. L’aiuto di Irene, in quella prima difficile
situazione, come in tante altre, è stato, voi stenterete a crederlo,
provvidenziale. Irene, infatti, in quella prima occasione, ha dimostrato un’“Invidiabile Forza” e uno “Straordinario Sangue Freddo”;
soltanto lei, infatti, anche se solo qualche secondo, è riuscita a farmi alzare
in piedi e a salvare mia madre; se così non fosse stato, infatti, oggi, mia
madre, sarebbe anche lei su una “Sedia
a Rotelle”. Mia madre, in altre parole, è stata vittima di una vera e
propria “Truffa”! La
Viloratuor, difatti, c’aveva assicurato, tramite un’ “E-mail Scritta”, che la stanza era accessibile. Il Vuni,
invece, come vi dimostrerà il video che abbiamo girato lì, non c’aveva nulla di
“Realmente Accessibile”. Beh,
miei cari amici, in realtà, una “Stanza
per disabili”, c’era in tutta la struttura, ma era soltanto una “Mera Presa in Giro”. Essa,
infatti, era situata nella parte più alta dell’intero complesso. L’unica via,
per accedere a quella particolare camera, infatti, era una “Ripidissima Salita”, percorribile soltanto, con le “Golf-Car dell’Albergo” e non
con una carrozzella mezza scassata che, ancora oggi, si mantiene in piedi per
opera e virtù del cosiddetto “Spirito
Santo”. Mia madre, in poche parole, ogni qualvolta che dovevamo
scendere, avrebbe dovuto chiamare qualcuno per farsi aiutare. La suddetta
stanza, in buona sostanza, era una vera e propria “Prigione per Disabili”. La camera in se, infine, aveva per
così dire, una struttura sproporzionata. La zona notte, infatti, era molto più
piccola di quella assegnataci e in cui c’era solo un letto e se nel caso
avessimo voluto aggiungere un letto si sarebbe ridotto ancora di più lo spazio.
Il bagno, nel contempo però, era costruito seguendo ogni “Norma Internazionale”, riguardante specificamente il “Campo della Disabilità”. Nell’ingresso
della costruzione, poi, c’erano un paio di gradini molto alti quasi impossibili
da fare con la carrozzella. Mia madre, in definitiva, ha deciso di tenersi la
camera assegnataci fin dall’inizio. Lei, però, nel contempo, si è fatta
promettere da Riccardo, “Referente sull’Isola della Nostra
Agenzia”, che lui stesso avrebbe cercato e possibilmente trovato una
situazione più consona alle “Nostre
Esigenze”. Il cibo, in conclusione, lì faceva davvero “Schifo”! Io, mia madre e mia
cugina, difatti, abbiamo mangiato, per quasi due settimane, “Pollo”, “Patate al Forno” e la cosiddetta “Insalata di Rinforzo”, perché erano le “Uniche Cose” più o meno commestibili. Io, infatti, ho
chiesto a mia madre di non farmi più pollo almeno fino a dicembre. In albergo
poi, voi non ci crederete, ma non c’era un’“Animazione
Decente”, esisteva qualcosa soltanto per i bambini e alle undici tutti
a “Nanna”, ossia un vero e
proprio “Mortorio”, come del
resto si pone in luce nel video. Un altro grosso problema, miei cari signori,
si è posto per riuscire a trovare un “Taxi”,
abbastanza capiente cioè, per farmi entrare con tutta la carrozzella. Io, a
dire la verità, già alcuni giorni prima di partire, avevo fatto una ricerca sul
web per trovare una “Macchina Trasporto-Disabili”.
La mia osservazione, però, in quelle poche settimane, non ha prodotto alcun risultato
utile, grazie anche a un imprevisto fattore umano che non vi sto a raccontare,
perché sarebbe troppo lungo descrivere. Io, mia madre e mia cugina, infatti,
dopo i primi giorni di riposo e di noia in albergo, abbiamo deciso di chiedere
alla “Reception” d’indicarci
un taxi adatto alle nostre esigenze. Lì, miei cari lettori, abbiamo incontrato Lewan, capo della cosiddetta
animazione, che si offre d’accompagnarci con la sua auto in città. Una volta
arrivati lì, abbiamo fatto un largo giro per il centro di Kyrenia e poi abbiamo
deciso di tornare. Mia madre, all’inizio della nostra passeggiata, dovete
sapere miei cari signori, aveva notato che, al centro di quella “Ridente Cittadina”, c’era il
parcheggio della società dei taxi. Qui, dopo molte prove con diverse auto,
hanno fatto venire un “Furgonato
Grigio Metallizzato” con una doppia fila di sedili- tipo “Limousine”- e con un
portabagagli molto capiente. Questo particolare tipo d’auto, miei cari amici, a
Cipro si chiama “VITO”. Un
nome, miei cari ragazzi, davvero molto buffo per un’automobile, non trovate!?
Io, mia madre e mia cugina, infatti, ogni qualvolta che dovevamo prendere il
taxi, ci facevamo un sacco di risate anche perché non ci ricordavamo mai il
nome dell’autista; questo ha comportato che, dopo un po’ di giorni, avevamo
preso l’abitudine a chiamare VITO anche il “Nostro
Chauffeur”. La domanda, miei cari amici, arrivati a questo punto,
potrebbe essere anche spontanea: ma come diavolo faceva, il nostro Antonio
Aroldo, a entrare in quell’auto? Molto semplice, miei cari signori, entravo nel
portabagagli sopra alla carrozzella, mantenuto fermo da mia madre che stava
vicino a me sul “Sedile Posteriore”.
Lo so, miei cari ragazzi, a cosa state pensando: “Ma Voi non avevate a Disposizione un Auto attrezzata”? soltanto
per il trasporto dall’aeroporto all’albergo e viceversa, nient’altro; per il
resto, infatti, dovevamo fare da soli! Mia madre, in altre parole, ha dovuto
spendere una somma molto vicina ai cinquecento euro per prendere il taxi quasi
ogni giorno. Nella parte nord di Cipro, in breve, se ben ho capito, non
esistono “Persone Disabili”,
o per lo meno quelli che ci sono, vengono sistematicamente nascosti in casa.
Io, mia madre e mia cugina, infatti, quando camminavamo per strada ci
guardavano tutti strano, ossia quasi come se fossimo venuti da un altro
pianeta. Noi, intanto, aspettavamo, con impazienza, una telefonata da Riccardo
che ci diceva che aveva trovato una “Sistemazione
Migliore” anche perché, nel frattempo, era accaduto, proprio in quella
prima settimana, un altro episodio molto spiacevole. Mia madre, difatti, per
chi non lo sapesse, ha la testa più dura del marmo. Lei, per meglio chiarire,
certe volte si ostina a voler fare delle cose che richiedono uno sforzo
grandissimo anche quando è palesemente circondata da persone che, se solo
glielo chiedesse, sarebbe ben felice di darle una mano. Una di quelle “Dannate Volte”, miei cari amici
purtroppo è andata così, si è verificata, molto disgraziatamente, a Cipro. Lei,
infatti, un giorno, mentre eravamo nella piscina dell’albergo, dove tra l’altro
il bagnino era quasi sempre “Uccel di
Bosco”, ha voluto per forza provare a tirarmi fuori dall’acqua da sola
passando dalla scaletta. Io, quando ho capito che stava tentando di fare, ho provato
a dirle: “Mamma, Perché non Chiami
Irene o Comunque Perchè non ti fai aiutare da Qualcun altro”? Lei, però,
non mi ha fatto neanche finire la frase e ha detto: “No, No, Posso Farcela”! Io, conoscendo benissimo mia madre,
da quel momento non ho detto più nulla e ho detto, tra me e me, “Bah, Speriamo”! Mia madre,
infatti, come forse non saprete, è una di quelle persone che, se sono
profondamente impegnate in qualcosa, la loro concentrazione è tale da farle
sembrare quasi in “Catalessi”
e se qualcuno osa disturbarle possono anche “Dare di Matto” e cacciarti in malo – modo. Io, miei cari ragazzi, anche per questo motivo,
in quel momento ho deciso di fidarmi e di seguire pedissequamente le indicazioni
che lei mi dava. Mia madre, inoltre, si può dire molto avvezza a questo tipo di
“Giochetti”. “Lavoretti Fisici”, miei cari
amici, che tra l’altro, fin a quel momento, gli erano sempre riusciti. Quel
giorno, purtroppo però, mentre mia madre mi trascinava, cercando di superare
l’ultimo gradino della scaletta, ha avvertito una “Forte Fitta” alla schiena e si è bloccata di colpo. In quel
preciso momento, un olandese ospite dell’albergo, vedendo mia madre sbiancare
dal dolore, è intervenuto subito e mi ha messo sulla mia sedia. Io, non appena
ho visto che mia madre si era, davvero, fatta male le ho fatto una partaccia
dicendo che quando non è, strettamente
necessario, è completamente inutile fare certi sforzi, che bastava chiedere e
che nei giorni innanzi a noi, sempre se fossimo riusciti a organizzare, avrei
avuto bisogno, sia di mia cugina e sia di lei e che quindi, quando era possibile,
si doveva riposare! Io, mentre dicevo tutto ciò, pensavo: “Ecco Fatto, Abbiamo Mandato all’Aria la Vacanza, Posso dire Addio
alla Mia Ricerca, me ne dovrò andare da Mio Padre, che dirà Peste e Corna delle
Mie Idee, che sono tutte Stronzate, Perché non Scrivi un Romanzo con tutte
queste idee che hai e io, infine, verrò additato da Tutti come il Figlio Cattivo, che pur di seguire le
Sue Bambinesche Chimere, ha Fatto del Male a Sua Madre”!
Io, mentre pensavo a tutto ciò, guardavo mia madre che, tra una “Smorfia di Dolore” e l’altra,
mi fissava e che, almeno secondo me, pensava: “Maledizione a Me che mi sono Fatta Convincere a Venire in questo Posto
di Merda e Maledizione a Te (Antonio) e alle Tue Stronzate, Aia”! Io,
contemporaneamente però, pensavo anche alla “Gita in Veliero” che, con altri “Ospiti Napoletani dell’Albergo”,
Avevamo organizzato sull’“Imbarcazione di M.R. T” e che, grazie a ciò che era appena
accaduto, rischiava di essere mandata a
monte. Quella santa donna di mia madre, nonostante tutto, il giorno dopo ha
voluto lo stesso portarmi a fare il giro in veliero intorno all’isola. In
quell’occasione, i miei compagni di viaggio, mi hanno fatto fare anche un “Breve Bagno”. Quel giorno,
purtroppo però, ho potuto fare una sola nuotata in “Mare Aperto”, perché è venuto fuori che mia madre non aveva
esaminato per bene lo scafo della suddetta imbarcazione. I miei compagni di viaggio,
infatti, hanno trovato molte difficoltà per fammi scendere e risalire su
quell’imbarcazione. Uno dei miei compagni, infine,
Gabriele Paparo,
ha anche rischiato di farsi male per permettermi di risalire. In compenso, miei
cari signori, abbiamo visto dei bellissimi posti e mia cugina si è divertita
molto. In quella determinata occasione poi, mia madre ha potuto vedere, con i
propri occhi, che la “Spiaggia del
Mercuri-Hotel”, contrariamente a quanto visto sul Web in agenzia, era
abbastanza accessibile. Nella “Seconda
Settimana di Vacanza”, infatti, ci siamo trasferiti al “Mercuri-Hotel”, dove per
fortuna, la situazione era migliore; andiamo avanti, però, con ordine. il “Forte Spasmo Muscolare”,
avvertito quel pomeriggio da mia madre miei cari amici, non era altro che uno “Strappo Lacero-Contuso delle Fasce
Muscolari”, ossia il “Classico
Colpo della Strega”. Quello in piscina, in altre parole, è stato un “Brutto Incidente” che proprio
non ci voleva e che ha messo a “Serio
Rischio” il resto della vacanza. Mia madre, difatti, la sera della gita
in veliero, mi ha detto, mentre ci preparavamo per andare a cena nel ristorante
dell’hotel, vedendo che io mi stavo facendo il cosiddetto “Sangue Amaro” per
tutto ciò che era successo, se tu avessi, realmente “Grossi Scrupoli di Coscienza”, alla fine di questa
settimana, te ne andresti un po’ con tuo padre! Questa particolare richiesta,
dovete comprendere miei cari amici, mi è stata fatta da mia madre in un
napoletano stretto e fissandomi dritto negl’occhi e con un “Indescrivibile Sguardo di Pietra” che soltanto lei sa fare.
Io, mi dovete credere cari ragazzi, ho iniziato a sentirmi davvero male. Ero,
infatti, confuso, con un “Gran Senso
di Colpa” e profondamente arrabbiato. Quella sera, infatti, sprizzavo “Puro Nervosismo” da tutti i “Pori”; non riuscivo, in altre
parole, a stare fermo e soprattutto “Calmo”.
In quel determinato frangente, difatti, stavo pensando
contemporaneamente a ciò che mi aveva chiesto mia madre, alla mia ricerca che
rischiava seriamente di finire nello “Scarico
del Bagno”, al fatto che, se fossi stato capace d’organizzarmi con
qualche amico da solo, molte cose non sarebbero mai accadute e che, se fossi
stato realmente costretto ad andarmene da mio padre a Sibari, mi sarei dovuto sorbire quella “Sottto-Specie di Predica”
di cui vi ho già parlato prima. Nel contempo, infine, neanche mia madre, pur
essendo una “Mente Illuminata”,
sembrava comprendere la validità della mia ricerca. Io, quindi, in quella
determinata serata, travolto da tutti quei pensieri, mi sono sentito un vulcano
pronto a eruttare e a “Fare il
Pazzo”! Mia madre, vedendomi così nervoso e smanioso, mi ha chiesto più
volte che cosa avessi. Io, però, le ho sempre risposto: “Niente, Niente”! Lei, però, conoscendomi molto bene e
vedendomi ancora molto smanioso e nervoso, a un certo punto ha detto: “Adesso Basta, Sono Stanca, Andiamo a
Letto”!! una volta trascinato in camera, contro voglia, abbiamo avuto
un’“Accesa Discussione” nella
quale ho cercato, con tutte le mie forze, di difendere il proseguimento stesso
di quella vacanza, fin dall’inizio così sfortunata e “Condizione Necessaria”, ma forse non sufficiente per la mia
ricerca. Io, mia madre e mia cugina, comunque, dopo esserci finalmente
chiariti, siamo riusciti e abbiamo fatto quattro chiacchiere con altri ospiti
dell’albergo. La mattina dopo, poi, siamo andati a visitare Nicosia e abbiamo
visto bene sia la parte turca e sia la parte greca. Nella parte greca, infine,
abbiamo gustato un “Ottimo Kebab”
che ci ha fatti resuscitare! Vi posso garantire, inoltre, che è stato
bellissimo sentirsi nuovamente in Europa. La maggior parte dei regali per i
nostri parenti, infatti, è stata comprata, da mia madre e da mia cugina,
proprio a Larnaka. Lì, infatti, le cose sembrano costare [3]meno.
Nella parte turca, infatti, una “Nuova
Lira Turca” è pari a 0.4067 Euro; mentre, invece, ogni “Euro” è pari a 2.4587 Nuove Lire Turche. Il valore dell’Euro,
in altre parole, è maggiore di quello delle Lire Turche. Questo significa, miei
cari amici, che, almeno in quelle due settimane, nella parte greca si potevano
comprare più cose a minor prezzo! Quella stessa sera, poi, mia madre ha deciso
d’andare a vedere com’era la situazione al Mercuri-Hotel. Lì, miei cari amici,
abbiamo parlato con uno degli “Addetti
alla Reception” che, forse spinto da un “Mero Atto di Generosità”, si è arrogato, usando un “Inglese Stentato”, il diritto
di farci una sorta di scontatissimo preventivo per l’affitto, per un’altra
settimana, di ben “Due Camere Comunicanti”
e di cui una per disabili. Mia madre, a dire la verità, aveva già chiesto al
nostro Tour Operator, Riccardo, di vedere se il Mercuri-Hotel avesse, oppure
no, camere per disabili. Il responso della ricerca di Riccardo, però, miei cari
signori, era stato decisamente negativo. Riccardo, infatti, diceva che le
camere del Mercuri erano ormai tutte occupate e che comunque noi, se avessimo
avuto l’intenzione di passare al Mercuri, allora avremmo dovuto pagare molto di
più di quanto già pattuito e sborsato. La mattina dopo, infatti, mia madre,
dopo molti tentativi, è riuscita a rintracciare Riccardo e a sottolineargli che
al Mercuri, in realtà, le camere c’erano. Mia madre, in poche parole, con
quella telefonata, è riuscita a convincere Riccardo, forse grazie al suo tono
di voce molto incavolato, che, del nostro trasferimento al Mercuri, o in
qualsiasi altro albergo disponibile lì vicino, se ne poteva occupare soltanto
lui. Mia madre, in quella stessa telefonata però, ha prospettato a Riccardo
anche un’altra soluzione di tutta la faccenda, ossia il “Nostro
Rientro Anticipato”. Una soluzione, miei cari ragazzi, che a me, per i
motivi che vi ho già prospettato, non piaceva per nulla, ma che, considerando
il “Malessere” e il “Nervosismo” di mia madre, avrei
accettato comunque. Quella poverina di mia cugina, intanto, nel tentativo di
scaricare tutta la tensione accumulata per tutti i problemi avuti in hotel, al
termine della prima settimana, si è fatta, a causa anche dei molti litigi tra
me e mia madre, un “Piccolo Tatuaggio
Delebile” a forma di fatina sul collo. Quella santa donna di mia madre,
dal canto suo, spinta dalla pietà, non
tanto nei miei confronti, ma nei confronti di mia cugina, che rischiava di
rimanere a casa la “Settimana di
Ferragosto”, si è decisa a prenotare al Mercuri per la seconda
settimana. Mia madre, però, quando ha chiamato per “Fermare le Stanze”, ha avuto una piccola, ma brutta
sorpresa. Un altro addetto della medesima Reception, infatti, quando mia madre
gli ha chiesto di poter affittare due stanze comunicanti, di cui una per
disabili, al prezzo che ci era stato prospettato da quell’altro addetto, le ha
risposto che, di quel tipo di prezzi, lui non ne aveva mai sentito parlare e
che al momento non c’erano “Camere
per Disabili”, comunicanti con quelle cosiddette “Normali”, libere.
Il “Nuovo
Addetto dell’Albergo”, infine, c’ha detto, in breve, che, al
massimo, poteva darci, sempre se avessimo voluto, una camera per disabili col
letto aggiunto per mia cugina. Il prezzo, infine, era aumentato di molto fino a
superare di settecento euro la somma pattuita col Vuni. Mia madre, allora, considerando tutto ciò, ha
richiesto aiuto a Riccardo, perché facesse pressioni sull’amministrazione del
Mercuri, affinché la gestione del nuovo albergo, facesse scendere un po’ il
prezzo. Riccardo, dal canto suo, avendo già sperimentato quanto fosse incavolata
mia madre per tutta questa storia, c’ha richiamati dopo solo due ore dicendo che,
se volevamo necessariamente trasferirci al Mercuri, dovevamo obbligatoriamente
pagare la somma richiesta dal suddetto hotel e poi, se serviva, potevamo “Intentare una Causa” per il
risarcimento. Riccardo, inoltre, c’ha detto anche che posti liberi in aereo,
almeno per il momento, non c’erano. Il rientro anticipato, quindi, era da
escludersi. Quella santa donna di mia madre, allora, a malincuore ha deciso di
trasferirci tutti al Mercuri. Lì, miei cari amici, per fortuna,
c’erano,
come ho già accennato, la stanza per i disabili e quasi tutti i “Confort” degni di un “Hotel a Cinque Stelle”. Lì,
infatti, c’erano la “Sauna”,
la “Vasca Idromassaggio”, la
cosiddetta “Steam Room (Stanza del
Vapore)” e ben quattro piscine: tre all’aperto e una piccola riscaldata
all’interno. Nella tromba
delle
scale, infine, legata al soffitto, c’era tutta una seria di “Splenditi Origami”. Le uniche
due pecche del Mercuri, in altre parole, era il cibo, la solita schifezza tale
e quale a quella del Vuni, e l’“Animazione”,
preminentemente in tedesco, non era certo degna di un cinque stelle. La
colazione, però, era una cosa spettacolare. Lì, infatti, facevano delle “Creep alla Nutella” che erano
la fine del mondo; al pomeriggio, poi, facevano delle “Squisite Graf col Miele”. In quei giorni, però, miei cari
ragazzi, ho avvertito che il rapporto tra me e mia madre si è definitivamente inclinato!
Lei, infatti, non mi guarda, con “Dolcezza”,
da quest’estate. Una volta arrivati al Mercuri, insomma, le “Nostre Difficoltà”, sono
sembrate attenuarsi anche se c’è ancora molto da raccontare. Io, infatti, voi
non ci crederete, ma è così, è da quest’estate che sono straconvinto
dell’esistenza della cosiddetta “Iella”!!
Lo so, miei cari amici, mi considero uno “Scienziato
Sociale” e non dovrei credere a queste cose! Io, però, vi posso
garantire, che quella cosa oscura e maligna, che rovina la vita dell’uomo,
esiste veramente, la sto sperimentando personalmente, da quando sono andato a Venezia. Io, però, vi posso giurare, che il giorno in cui incontrerò
chi sta “Secciando”
impunemente i “Migliori Anni”
della “Mia Vita”, l’ammazzo!
Si, miei cari ragazzi, avete capito bene, l’ho detto e lo ripeto: l’“Ammazzo” e non me ne frega
niente delle conseguenze!! Io, difatti, sono pronto a ucciderlo chiunque sia
anche se si trattasse di mia madre o di mio padre; tanto, miei cari lettori,
che possono farmi: “Mettermi in Carcere”!?
Ah, Ah!! Questa “Particolare
Sentenza”, però, all’occorrenza, non colpirebbe soltanto mia madre o
mio padre, ma anche tutti quelli che
gravitano intorno alla mia vita e che potrebbero essere benissimo,
inconsapevolmente o no, i cosiddetti “Iettatori
del Mio Mondo”, ossia i miei zii e le mie care cugine che io considero
più che “Sorelle”!! Voi,
però, arrivati a questo punto, vi starete chiedendo: “Ma perché il Nostro Antonio Aroldo, ci sta facendo tutto questo
Excursus sulla Iella”? beh, miei cari amici, continuate e lo
scoprirete. La “Iattura”,
miei cari signori, esiste e come se esiste e centra in tutta questa storia. Andiamo,
però, avanti con ordine. Nella seconda settimana di vacanza, dovete sapere miei
cari lettori, che sull’isola di Cipro, o almeno nella nostra zona, si è alzato
un vento freddissimo che ogni sera dilaniava la schiena di mia
madre,
già di per se distrutta, dal colpo della strega. Io, mia madre e la mia dolce cugina
Irene, infatti, la maggior parte delle sere di quella settimana, abbiamo mangiato
all’interno dell’edificio principale del Mercuri. Lì, dentro però, c’era
purtroppo, un altro problema. All’interno della suddetta struttura, infatti,
era perennemente accesa l’“Aria
Condizionata” a tutta forza. Qualcosa, cioè, di estremamente deleterio
per chi soffre di mal di schiena. Mia madre, infatti, ogni qualvolta che
dovevamo andare cenare aveva quasi sempre i “Nervi a Fior di Pelle”. Lei, difatti, in quei precisi
momenti, mi lanciava “Saettanti Lampi
d’Odio” con lo sguardo nei miei confronti e nei confronti di quella
vacanza che soltanto io avevo voluto a tutti i costi. Mia madre, in altre
parole, ogni qualvolta che mi guardava in quel modo, mi faceva sentire tanto
triste e arrabbiato nei confronti di quelli che, con il “Loro Contorto Lavoro”, mi hanno spinto, ormai quasi sette
anni fa, a cominciare questa “Dannata
Ricerca”! Quella seconda settimana, comunque sia, è stata una bella
esperienza anche se perseguitata, come vi ho già evidenziato, da un vero e
proprio “Malocchio”. Mia cugina,
infatti, non ridete perché è cosi, un giorno mentre stavamo in piscina, si è
beccata una “Scheggia di Legno del
Parquet” nel piede. Io, mia madre e la dolce Irene, però, nonostante
tutti i “Nostri Guai”,
abbiamo stretto delle “Magnifiche
Amicizie” con “Persone
Straordinarie” come Patrizia
e il “Suo Compagno Italo - ungherese
Jhoid” e con Gregorio Frutta
e i suoi due amici: Ciccio e Nello. La dolce Irene, poi, proprio in
quella seconda settimana, ha avuto il “Gran
Coraggio” di fare il cosiddetto “Skydiving
con il Motoscafo” assieme al nostro amico Nello. Lei, in altre parole,
è stata quella che, tra noi tre, si è divertita di più. Io, infatti, dal canto
mio ossessionato com’ero dalla mia ricerca, non riuscivo a rilassarmi; mia
madre, poi, dal canto suo, non pensava a nient’altro che al giorno del ritorno
a casa. Mia cugina, in poche parole, era l’unica tra noi che stava senza
pensieri. Questo non vuol dire che io non mi sia divertito affatto. Tutto ciò,
miei cari lettori, significa soltanto che è stato davvero molto difficile
organizzare una giornata o una serata sostanzialmente “Spensierata” e fatta solo di “Frivolezze”. Noi, però, nonostante tutto, anche grazie ai “Nostri Nuovi Amici”, ci siamo
divertiti molto, siamo andati anche in discoteca a ballare! Io, voi non ci
crederete, ma mi sono alzato in piedi e ho ballato con mia madre e con Patrizia,
la compagna di Jhoid. Quella settimana, infine, nonostante i molti e pesanti
litigi con mia madre e i suoi “Acciacchi”,
sono riuscito a raccogliere parecchi e preziosi elementi per la mia ricerca.
Io, mia madre e mia cugina, infatti, abbiamo visitato “Magnifici Posti” pieni di Storia e di Mistero; abbiamo,
infatti, visto Salamina, luogo della
famosa battaglia tra greci e persiani; abbiamo visto[4]
l’Abazia di Bellapais; abbiamo visto il Castello di Kantara e il Castello di Sant’Ilarione (a cui si è
ispirato Walt Disney per il “Castello di Biancaneve”); abbiamo,
poi, visto la città di Farmagosta.
L’intero contenuto di questo articolo, nonché di quello prossimo, comunque,
come forse ho già accennato, sarà supportato da un “Adeguato Materiale Video”.
Adesso, però, miei cari ragazzi, avviamoci rapidamente alla conclusione del
“Resoconto”
di questo “Mio Travagliato Viaggio”.
Il “Volo di Ritorno”, miei
cari amici, era alle sei del mattino. Esso, però, così come quello dell’andata, “Faceva Scalo” ad Antalya e a
Rimini; procediamo, però, con questo particolarissimo resoconto, con ordine
ancora una volta. Quella notte, dato l’“Orario
di Partenza”, non abbiamo dormito proprio. La maggior parte della serata,
e poi della notte, infatti, l’abbiamo passata a chiacchierare, a preparare le
valigie e a guardare la tv italiana. Verso le quattro, poi, è venuta a prenderci
la medesima auto che c’aveva accompagnato dall’aeroporto al Vuni. Una volta
arrivati in aeroporto, però, abbiamo dovuto aspettare ben più di un’ora per
imbarcarci. Una volta imbarcati sull’aereo, poi, voi non ci crederete, ma è
sorto un altro problema. Il “Personale
di Bordo”, infatti, m’aveva assegnato un posto che si trovava sul lato
opposto dell’aereo, rispetto a quello dato a mia madre e a mia cugina. Mia
madre, infatti, che voleva tenermi vicino a se, e con un gran bisogno di
sfogarsi per tutto ciò che gl’era capitato in quella “Maledetta Vacanza”, si è messa a litigare con le “Hostess”. Il litigio, miei cari
lettori, è durato quasi un quarto d’ora, finché una “Coppia di Giovani Italiani”, non c’ha ceduto i posti
spontaneamente. La vita della mia famiglia, in altre parole, è, per così dire, “Un
Po’ Complicata” anche perché per ogni problema che si risolve, se
ne crea subito un altro. Quest’estate a Cipro, difatti, una volta individuato
il posto dove sedermi, è sorto un altro problema. Gli “Steward” e le hostess, infatti, non sapevano come dovevano
alzarmi dalla sedia e me sul sedile dell’aereo. Mia madre, difatti, vedendo che
gl’assistenti di volo della “Srilankan
Airlines”, si stavano “Perdendo
in un Bicchier D’Acqua”, è intervenuta lei e con la “Forza della Rabbia Accumulata”,
mi ha alzato dalla “Mia Sedia”
e mi ha messo sul sedile preposto. L’aereo, infine, dopo circa venti minuti,
ossia molto meno dell’andata, si è alzato in volo alla volta di Antalya. Io,
però, vi devo confessare miei cari ragazzi, che, durante tutta la prima parte
del “Viaggio di Ritorno”, ho
dormito pacificamente, sperando di riaprire gl’occhi direttamente a Napoli. Una
volta sveglio, invece, ho scoperto di stare per atterrare a Rimini. Una volta
vigile, miei cari Lettori, speravo di trovare mia madre più calma e più
rilassata! Lei, invece, era nervosissima, molto smaniosa e continuava a
lanciarmi i “Suoi Lancinanti Sguardi
al Vetriolo”. Lì per lì, miei cari ragazzi, non ho ben capito i motivi
del protrarsi del “Suo Comportamento”,
mai poi ho visto che c’era l’aria condizionata a tutta forza e che non si
poteva fumare ed ho compreso tutto. Una atterrati a Rimini, miei cari lettori,
sono iniziate le “Operazioni di
Sbarco” dei bagagli delle persone che scendevano lì. Mia madre, memore
dell’“Esperienza Egiziana”, (di
cui vi ho già parlato in un precedente articolo), ha controllato, dal nostro
finestrino, l’intero lavoro. Il comportamento di mia madre, lo so miei cari
amici, vi è sembrato un po’ maniacale, ma è servito. I “Facchini dell’aeroporto”, infatti, stavano scaricando anche il nostro bagaglio.
Essi, difatti, avevano già preso la mia carrozzella. Quella santa donna di mia
madre, però, per fortuna, semplicemente facendo la “Voce Grossa”, ha fatto rimettere tutto al “Suo Posto”. L’aereo, in
definitiva miei cari lettori, è ripartito dopo un’ora e mezza alla volta di
Napoli con mia madre che era sempre più smaniosa e nervosa e che, pur
mantenendo sempre la voce bassa, bestemmiava come una matta! Una volta
atterrati all’“Aeroporto Napoletano”,
miei cari amici, voi non ci crederete, ma non si trovava più la mia carrozzella!
Mia madre, difatti, a un certo punto, si è incavolata talmente che io avevo
paura che gli venisse una “Sincope”
o un “Ictus”. Lei, infatti,
ha cominciato a gridare affannosamente: “Dov’è
la Carrozzella di Mio Figlio”!!! Gli assistenti di volo, dal canto loro
invece, dicevano: “Signora si calmi,
si calmi, adesso la troviamo la carrozzella, non si preoccupi”. Mia
madre invece diceva: “No, non mi
calmo, rivoglio la carrozzella di mio figlio! Dov’è la carrozzella di mio
figlio?!”. Nel frattempo, però, è sopraggiunto un altro problema. Noi,
infatti, aspettavamo anche l’“Elevatore
Speciale per Disabili”, che non arrivava. Abbiamo scoperto, poi, non vi
mettete a ridere ma è così, che qualcuno aveva cancellato la nostra
prenotazione per quel mezzo. Voi, però a questo punto direte: “E’ Finita Qui”?! No, miei cari
signori, non è finita qui! Una volta scesi dall’aereo, infatti, tutti i
passeggeri, compresi noi, non trovavamo più i nostri bagagli. Noi, infatti,
abbiamo dovuto aspettare per più di un ora nel aeroporto per riaverli. Il nuovo
problema, riguardante i bagagli, difatti, era che in sostanza l’aereo stava
ripartendo con tutte le nostre valige. Voi, però, a questo punto vi chiederete,
ma non potevi organizzarti da solo per questa vacanza? Io, miei cari lettori,
se devo dirvi la verità, io ci ho provato ad organizzami da solo e a dirlo a
mia madre, ma lei s’è innervosita talmente, che qualche giorno prima di partire
mi stava lasciando senza mangiare a pranzo. Voi direte: “Antonio, comunque, sei uno Stronzo”! Si, miei cari amici,
sono uno stronzo, vi dirò di più, sono anche un “Pezzo di Merda”, per aver fatto passare tutti questi guai a
mia madre. Se voi, però, sapeste qual è il fine ultimo della mia ricerca, il
40% di voi mi manderebbe direttamente alla “Neuro”,
il 30% mi ucciderebbe, e il restante 30%, forse mi darebbe una “Medaglia al Valore”. Tutta
questa storia, intanto, ha già prodotto uno “Spiacevole Risultato”. Il 99% dei miei parenti, infatti,
appena sono tornato a casa, mi ha trattato come un “Appestato”; chi sa come mi tratteranno, non appena avrò
pubblicato i “Risultati Definitivi”
del mio lavoro?
Antonio Aroldo
[1] Tutti i Diritti sono Riservati al Firmatario del Presente Articolo
[3] http://www.cambioeuro.it/lira-turca/
[4] http://viaggi.corriere.it/diari-di-viaggio/europa/cipro/isola_cipro_68932.shtml
Pubblicato anche su: http://www.youreporter.it/
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