La scorsa settimana è uscito un
articolo a firma di Giovanni Serpelloni – Capo del Dipartimento politiche antidroga – Presidenza del Consiglio dal titolo “Non è il proibizionismo a dar soldi alla mafia ma chi compra e consuma droga”.
Lo leggo e inorridisco!
L’articolo è carico di demagogia, falsità, e orribili insinuazioni che non trovano verità in nessuna documentazione scientifica, e si capisce chiaramente che l’idea di fondo è quella di capovolgere l’immagine di una pianta, amata nel mondo, utilizzata come medicina e svago da millenni nelle diverse culture (eccetto, forse, gli eschimesi data l’impossibilità di fare crescere piante tra i ghiacci).
In molti Stati la Cannabis non è più considerata alla pari delle droghe pesanti, anche negli USA, culla e patria natale del proibizionismo mondiale, la discussione appare molto più avanzata che la misera rappresentazione a cui assistiamo ogni giorno qui da noi.P
Penso sia facile e utile smontare questo articolo punto per punto, non tanto per mettere in risalto errori grossolani – mi verrebbe da scrivere “stupidaggini” – che contiene, ma perchè chi punta il dito contro i consumatori con queste modalità tracotanti, non ha la benchè minima idea di quello di cui si sta parlando e si evince già dalle prime parole del capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio.
Innanzitutto, caro Serpelloni, non è per nulla demagogico sostenere che il proizionismo finanzia le mafie e le spiego il perchè in tre punti:
negli Stati dove la cannabis è legalizzata le mafie non possono utilizzare quel mercato per i loro guadagni e questo è ovvio, e gli stati stessi ci guadagnano tramite tasse e turismo.
se la cannabis fosse legale tanti dei consumatori sceglierebbero di autoprodursela invece di accedere al mercato
e se comunque fosse regolamentata ci sarebbero produttori e consumatori come accade per il grano, ed il pane.
Quindi il sillogismo si ribalta a suo sfavore, chi rende la cannabis illegale fa in modo che si apra un vasto mercato per le mafie e trafficanti internazionali.
I consumatori sono obbligati ad accedere al mercato illegale anche perchè le modifiche alla 309/90 apportate dalla Fini/Giovanardi considerano anche i piccoli coltivatori degli spacciatori, e fa in modo da perseguirli fino all’esasperazione. Quindi chi si rifiuta di comprare cannabis dalle mafie, viene punito doppiamente.
Poi, noi vogliamo anche discutere con lei del fatto che la cannabis non sia una sostanza tossica come l’eroina e/o la cocaina, esistono studi di eminenti scienziati internazionali che sostengono il contrario di quello che lei sostiene. Il professor Lester Grinspoon, ad esempio, emerito professore di Harvard ha pubblicato vari libri e trattati sulla marijuana addirittura usata come terapia, pensi un po’ lei!per cominciare a documentarsi: www.marijuana-uses.comwww.rxmarijuana.com
E se per caso le capita di vedere un barattolo di Bedrocan, importato da una farmacia olandese qualsiasi, importabile tramite normativa nazionale, potrà constatare con i suoi occhi che nel fogliettino che riporta le informazioni di principi attivi, posologia, ecc.. non vi sono le controindicazioni. Anche i colliri alla camomilla hanno controindicazioni, la marijuana no.
Questo non accade per l’incuria della casa farmaceutica, ma perchè la marijuana non ha mai ucciso nessuno, si stima che per avere un overdose da cannabis bisognerebbe assumere una quantità pari a 1,5 kg (più o meno 800 canne), ma la morte in questo caso sarebbe da attribuirsi ancor prima all’intossicazione da monossido di carbonio…
E allora, di cosa stiamo parlando?
E’ dal 1930 che eleganti professionisti come lei ci propinano le loro verità sulla Marijuana, all’epoca rendeva i messicani emigrati negli USA malati di mente, violenti a tal punto da uccidere o da indurli al suicidio, ma l’uso della marijuana ha resistito nei secoli, le sue origini sono difficilmente databili, gli usi innumerevoli in tutte le civiltà, molti dei quali hanno resistito fino a noi.
E’ facile dire che la cannabis è tossica, fa male, e per questo la proibiamo, senza sapere di cosa si stia parlando. Le le ricordo di quanto la tossicità della cannabis sia trascurabile in confronto ad alcol e tabacco; si potrebbero elencare i nominativi di decine di ricercatori che proprio in questo periodo stanno trovando nuove e sorprendenti applicazioni terapeutiche; si potrebbero presentare i dati statistici sull’assenza di atti criminali o di incidenti stradali provocati dal consumo di cannabis dove questa è regolamentata.
Nel ’90 erano già stati messi troppi paletti dalla Vassalli/Jervolino, nel 1993 il 55% degli italiani votò per la depenalizzazione dei reati connessi all’uso di droghe leggere, quindi l’Italia aveva già scelto di non essere proibizionista nei confronti dei consumatori, ma ovviamente il governo di centro destra non ha minimamente tenuto conto del risultato di quel referendum, avanzando ulteriori modifiche alla 309/90 che riportarono di fatto i consumatori ad essere considerati criminali.
La Global Commission ha già decretato il fallimento delle politiche proibizioniste, e l’inutilità di perseguire le politiche della war on drugs. L’impostazione repressiva ha quindi esaurito la spinta propulsiva, e in molti paesi già si discute di rivisitazione delle leggi in tal senso.
Il movimento antiproibizionista nostrano si sta organizzando per portare queste istanze all’appuntamento mondiale che si terrà a Vienna a marzo 2012, durante la conferenza internazionale sulle droghe, perchè non siamo più disponibili a subire gli oltre 1000 arresti per dosi ridicole che avvengono nel nostro paese ogni anno, o le morti come quella di Stefano Cucchi, o di Aldo Bianzino o Fedrico Aldovrandi. Non siamo più disposti a essere considerati criminali, sbattuti in prima pagina sui giornali con foto e nomi, solo per soddisfare la sete di rigore e repressione dei costumi intavolata dai governi di centro destra.
Visto che in alcuni casi la pratica è di sicuro più esplicativa della teoria, soprattutto quando è utilizzata strumentalmente al proprio vantaggio, come lei ci dimostra nel suo articolo, vorrei proporle di “assaporare” una canna di marijuana, così da poterne parlare con un’acquisita e sobria consapevolezza e cognizione nelle prossime occasioni.
Ylenia Daniello
FONTE :
http://www.sinistraecologialiberta.it
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